La porta
- Autore: Magda Szabó
- Casa editrice: Einaudi
Magda Szabò, la scrittrice ungherese autrice di questo intrigante romanzo, è molto famosa in patria, una specie di gloria nazionale, che qui confessa con toni di grande e profonda intensità il proprio senso di colpa per aver causato, in qualche modo, la morte di Emerenc, una vecchia domestica con la quale per lunghi anni aveva costruito una relazione complessa ma fortissima. Difficile riassumere questo diario interiore attraverso cui la Szabò, con raffinato talento narrativo, ci descrive le varie fasi che la conducono ad un amore mai detto, mai davvero esplicitato, per la gelida e lunatica Emerenc, poliedrica portinaia, capace di lavorare con la forza di cinque persone, con tutte le stagioni, assicurando alle persone del vicinato, tutte legate a lei in vario modo, una presenza morale ed umana ineguagliabile. Ma il rapporto privilegiato che stabilisce con la scrittrice è diverso e molto più ricco: in lei vede la figlia che non ha avuto, la famiglia che l’ha tradita, la storia da cui è stata affettivamente defraudata; a lei sola rivelerà i segreti celati dietro la porta della sua casa, inespugnabile e rigorosamente sbarrata a tutto il suo pur vasto éntourage.
La scrittrice non sarà in grado di accogliere ed elaborare la gratuità e la grandezza dell’affetto che la vecchia donna le ha voluto riservare, e quando Emerenc si ammalerà gravemente, rifiutando di aprire la porta alle autorità cittadine che vogliono salvarla, per mantenere fino alla fine la riservatezza della propria misteriosa esistenza, sarà proprio la scrittrice a tradirla consegnandola in breve tempo alla morte.
“La porta” di Magda Szabò è un romanzo realista e fortemente simbolico allo stesso tempo, capace di accompagnarci nei meandri più profondi della mente dell’autrice che accetta di mettere a nudo, per i suoi lettori, un travaglio interiore, un incubo, che non l’abbandonerà più dopo la morte di Emerenc. Di lei ci offre un ritratto efficacissimo: il suo portamento regale, la sua testa perennemente coperta come se si trattasse di un abito monastico, il suo tono imperioso e spesso profetico, la durezza dei suoi gesti ma nello stesso tempo la sua enorme generosità, ci consegnano un personaggio del tutto originale. La citazione che viene spontanea è il Flaubert di "Un cuore semplice", ma quasi un secolo separa i due romanzi scritti da autori molto diversi e in contesti lontani. Tuttavia il rapporto tra domestica e padrona è fortemente evocativo di una modalità di rapporto che nella quotidianità appartiene a molti di noi, ma che è stato relativamente poco indagato nella più recente narrativa.
La porta
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