La prigioniera del silenzio
- Autore: Valeria Montaldi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2013
“Un velo di foschia avvolgeva il ponte e si allungava fino alla riva del Vin. Dalla parte opposta, al di là della punta di Dorsoduro, si intravedeva la Giudecca”.
Bastano poche righe redatte da una brava e valente scrittrice per introdurre il lettore nell’atmosfera di una città che possiede un panorama unico al mondo.
Venezia 1327. Il velo di foschia novembrino che avvolgeva rive, piazze e calli non poteva celare due avvenimenti che avrebbero cambiato per sempre il destino di due giovani donne, due madri coraggiose. Giulia Bondimier era l’unica erede dei beni della casata patrizia amministrati dalla zia paterna Agnese, Nicoleta era la figlia di Zuan, un marangone (carpentiere veneziano) sensibile all’alcol. Giulia si era innamorata di Samuel Macalia, un setaiolo di Lucca di origine ebraica che aveva rapporti d’affari con la ricca famiglia patrizia della ragazza. Era nata tra loro una relazione proibita secondo i retrivi costumi di quel tempo, nonostante ciò Giulia era rimasta incinta e il suo futuro insieme a Samuel appariva quanto mai incerto, se non impossibile. Nicoleta invece aveva subito un’odiosa violenza la cui conseguenza era stata una gravidanza inattesa, frutto dello stupro subito.
“Nessuna madre, neppure la più derelitta, ha il diritto di reclamare il possesso tardivo di un figlio rifiutato dalla nascita”.
Entrambe le giovani si erano trovate costrette dalle circostanze ad abbandonare le loro creature, a rinunciare alla sola cosa che veramente contava per loro. Un’ingiustizia terribile ma inesorabile che era già accaduta a molte donne prima di loro e che nel corso dei secoli si sarebbe ripetuta ancora, perché le prevaricazioni appartengono a ogni epoca storica, l’attuale compresa.
”Ma è come se la conoscessi già la creatura che porto dentro di me. È questo l’essere madre? Come farò a separarmi da mio figlio? Come potrò accettare che sia un’altra donna a prendersene cura?”.
Se nel precedente romanzo “La ribelle” Valeria Montaldi, da sempre sensibile alle tematiche che riguardano l’universo femminile, ritraeva la volitiva figura della “maestra in medicina” Caterina da Colleaperto, che nel XIII Secolo si muoveva tra Parigi e Milano, qui l’autrice attraverso i personaggi di Giulia e Nicoleta dalla differente estrazione sociale ma dalla comune sorte, ci racconta un episodio che è il simbolo dell’eterna violenza e prepotenza perpetrata nei secoli nei confronti delle donne.
Giulia, Nicoleta, Agnese, Tabhita, Beatrice e gli altri protagonisti del romanzo (c’è da rilevare che i personaggi maschili non fanno una bella figura, basti pensare al viscido frate Gaspare Trevisan) fanno tutti parte di quella microstoria che riguarda le persone comuni che l’autrice con le sue descrizioni dettagliate contribuisce a illuminare e a renderle quanto mai reali e vivide. Il Medioevo non ci è mai sembrato così attuale, moderno e interessante. Merito di Valeria Montaldi che con uno spirito da cronista conduce alla scoperta di un periodo storico ingiustamente considerato buio.
“Lui mi ascolta. Mio figlio si ribella ai miei pensieri, vuole scacciarmeli dalla mente. Vuole che io mi senta madre”.
- Rizzoli, 2013
Booktrailer
La prigioniera del silenzio
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