La prima bugia di Joanne Harris

Dopo La scuola dei desideri e La classe dei misteri, la scrittrice Joanne Harris, autrice di Chocolat, torna ancora una volta nel collegio di St. Oswald, con un libro intitolato La prima bugia, edito da Garzanti nel 2023 con la traduzione di Laura Grandi.
Un noir di grande potenza narrativa, costruita su due storie distinte, che corrono parallele, alternandosi.
Un libro per cui:

I segreti non si fermano davanti a nessun cancello.

Così, un giusto avvertimento:

Proprio come per la porta per entrare a St. Oswald, così quando aprirai questo libro, sarà impossibile chiuderlo.

Sarà davvero impossibile chiudere il libro fino alla risoluzione finale.
La storia è, appunto, ambientata a St. Oswald, una scuola, da poco, aperta anche alle ragazze, in cui motto precedente era:

“Audere, agere, auferre” (Osare, agire, conquistare).”

Dove il femminile aveva ben poco spazio e potere. Ma si sa, i tempi cambiano. E ora non solo la scuola è aperta anche nella sezione femminile, ma addirittura è retta da una donna, tale Rebecca Buckfast.
Un giorno, un gruppo di studenti rinvengono quello che sembra un cadavere, e lo comunicano al loro professore Roy Straitley.
Ma la rettrice, venutane a conoscenza, a quel punto, minimizza e dice di lasciar perdere il tutto, cercando di tutelare al massimo il buon nome dell’Istituto. Inizia, così, una confessione atta a giustificare e a comprendere il suo comportamento, da parte della rettrice, che è rivolta al professore.
Il libro è tutto costruito su due piani narrativi: da una parte si torna indietro al 1989, con il narrato della preside, e dall’altra il racconto odierno del professore. Un alternarsi continuo, carico di ansia e di attesa, fino allo scioglimento finale.
Qual è il segreto della rettrice? E di chi sono i resti rinvenuti nell’area in cui si sta ristrutturando l’edificio?

La lettura è adrenalinica, ricca di mistero e di rivelazioni inaspettate.
La personalità della rettrice è travolgente. È una donna arrogante, disposta a tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi, giusti o sbagliati che siano.
I personaggi sono spiegati e resi con minuzia narrativa. Le ambientazioni sono piuttosto oscure e buie, misteriose.
La lettura è di genere, molto classica nell’ambientazione e ricca di suspense, costruita ad arte.
Pur essendo il terzo volume ambientato dall’autrice in questo Istituto, può, comunque, essere letto in piena autonomia. Per gli amanti del genere thriller, ricco di segreti e di misteri, una perla letteraria assai rara.