“La casa dei Krull” è tra i romanzi di Georges Simenon il più spiazzante. In queste pagine emerge una scrittura metafisica, di cui Simenon è maestro, che non concede scampo al lettore. Il libro è inoltre caratterizzato dalla consueta cura editoriale editoriale della casa editrice Adelphi e colpisce per la sua straordinaria attualità, a più di tre quarti di secolo dalla sua pubblicazione.
I Krull sono una famiglia tenuta ai margini del paese sia fisicamente che socialmente: famiglia di naturalizzati, proprietaria di un emporio, nonostante ogni sforzo per integrarsi, continuano a sentirsi stranieri, al punto che il loro negozio non viene visitato dalla gente del luogo, nemmeno chi abita vicino a loro, e gli unici clienti sono le mogli dei marinai che vanno avanti e indietro lungo il canale. Infatti:
“Non siamo abbastanza stranieri? Oppure troppo! Non lo siete fino in fondo… Siete stranieri che si vergognano di esserlo, così come siete protestanti che si vergognano di esserlo… Venite a vivere qui e volete fare come la gente del posto… Scimmiottate le usanze locali, pur sapendo che non riuscirete mai ad essere uguali a loro…”.
Quando nelle acque del canale viene trovato il cadavere di una ragazza, violentata ed uccisa, il paese non sembra aver alcun dubbio: deve essere stato qualcuno dei Krull. Poco importa se non ci sono prove a sostegno di questa tesi: l’ostilità della comunità francese contro la famiglia tedesca cresce di giorno in giorno.
I Krull sono una minoranza e rappresentano un perfetto capro espiatorio: mentre le pressioni all’esterno aumentano, la famiglia dovrà fare i conti con il passato, con colpe e vergogne nascoste, il tutto sotto gli occhi di un cugino che pare estraneo a loro, nella stessa misura in cui loro lo appaiono alla comunità francese.
Il sospetto e i pregiudizi nei confronti degli immigrati e di chiunque sia “estraneo” fanno sempre più parte della nostra vita quotidiana e tale atteggiamento viene rinforzato e manipolato da una serie di uomini politici interessati al mantenimento di uno status quo in grado di assicurare determinati privilegi a scapito dei diritti dei più.
Tale romanzo è ancora oggi un libro profetico e un monito nei confronti di pericolose derive future, che tanto future non sono poi più. L’autore, inoltre, è abile nel tratteggiare i caratteri di tutti i membri della famiglia, nel descrivere in maniera dettagliata la psicologia di ciascuno di essi e i segreti nascosti di una dinamica familiare in cui tutto tende alla dissoluzione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La profezia insita ne “La casa dei Krull”
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