La pupa di Zabban. Ebrei di Sicilia nel Novecento
- Autore: Alessandro Hoffmann
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
Storie di persone la cui vita è stata sconvolta dalle barbarie del Nazifascismo, quelle raccontate da Alessandro Hoffmann, già docente universitario la cui famiglia era di origine ebraica che con La pupa di Zabban. Ebrei di Sicilia nel Novecento (Edizioni Kalòs, 2022) prosegue la sua narrazione dopo i suoi primi due libri sullo stesso tema Storia di una famiglia di origine ebrea a Palermo (Editore Qanat,,2015) e Gli amici di Moise, cento e più storie di Ebrei a Palermo, (Editore Kalòs, 2021).
Questo prezioso ultimo lavoro, ha la prefazione di Santo Piazzese e un epilogo a firma di Carlo Trombino su Furio Jesi.
La Sicilia, alla pari del resto d’Italia venne coinvolta dalle leggi razziali del 1938, stante la presenza nell’Isola di una comunità ebraica sebbene non molto numerosa.
L’identità ebraica siciliana, costituisce una fattispecie particolare, a partire dalla loro espulsione dalla Sicilia nel Cinquecento ma vi sono stati Ebrei che sono nati e sono rimasti in Sicilia o ancora altri che si sono trasferiti altrove o che vi sono vissuti per poco tempo; come pure vi sono anche Ebrei che hanno dovuto cambiare nome, identità e credo religioso.
Le storie di vita vissuta raccontate da Hoffmann attengono in prevalenza al Novecento, ma sono narrate anche episodi a cavallo tra Ottocento e Novecento, un periodo in cui gli Ebrei in Sicilia, operarono in diversi campi. Vi furono a quel tempo poche presenze come quella della famiglia Jung, degli Ahrens, e gli stessi Hoffmann. Ma la loro vicenda privata e professionale si distingue da quella successiva.
Erano questi dei giovani imprenditori che videro nella Sicilia, un terreno fertile per impiantare le loro industrie e i loro commerci o in genere la loro attività imprenditoriale. Tra questi vi era proprio Zabban, di cui al titolo del libro, da ritenere il maggiore commerciante ebreo dell’epoca, che operava nel campo dell’abbigliamento, specializzato in abiti da sposa. I suoi lussuosi negozi avevano sede anche fuori dell’Isola oltre Palermo anche a Roma, Parigi e Londra. La Pupa di Zabban era il manichino vestito in abito da sposa che decorava le vetrine dei suoi lussuosi negozi e divenne un detto palermitano quello di denominare una bella fanciulla:
Bedda quanto ‘na Pupa ‘i Zabban.
Il libro di Alessandro Hoffmann, inizia narrando della spedizione dei Mille e in particolare di Enrico Huziel, uno dei garibaldini che mise per primo piede in terra di Sicilia, sbarcato a Marsala l’11 maggio 1860, tra i sette, otto ebrei facenti parte dei “Mille”.
Huziel faceva parte di un gruppo familiare di rivoluzionari veneziani che si era dovuto trasferire per problemi di pubblica sicurezza a Genova. Si imbarcò anch’egli per la Sicilia dove partecipò a delle battaglie contro l’esercito borbonico per poi sfortunatamente perire negli scontri di Palermo.
Hoffmann, si sofferma nella sua narrazione sui piccoli episodi, sulle microstorie, piccole storie che compongono la Grande Storia, ricostruendo una mappa degli Ebrei in Sicilia prescindendo dai numeri e dagli elenchi ufficiali.
Nel censimento del 28 agosto del 1938 molte persone, specie quelle benestanti, erano infatti altrove per diversi motivi. Si è pertanto tentato da parte dell’autore di ricostruire, ove possibile, il loro percorso di vita.
Tra i vari e diversi personaggi citati ve ne è uno particolare trattato nell’epilogo a firma di Carlo Trombino. Questi risponde al nome di Furio Jesi, nato a Torino nel 1941 e scomparso prematuramente nel 1980, storico, germanista, saggista che ha vissuto un lungo periodo a Palermo. Era quivi arrivato come insegnante, pur non avendo il prescritto titolo di studio, ma in possesso di una vasta cultura, collaborando per il suo ecclettismo intellettuale, collaborando con diverse riviste come quella di Giustizia e Libertà e importanti enciclopedie come la Garzanti.
A Palermo venne molto apprezzato dal ceto intellettuale e da molti studenti da cui era ben voluto, partecipando anche alle occupazioni degli anni Settanta, scrivendo a Palermo, alcuni dei suoi libri più importanti come Cultura di destra. Creò una scuola di Germanistica insieme a Rita Calabrese e Margherita Cottone, traducendo anche il famoso libro di Spengler: Il tramonto dell’Occidente.
L’esperienza dell’emigrazione ebraica negli Stati uniti, per poi a volte ritornare in Italia, trova spazio e riscontro in alcuni celebri nomi come quello del pittore Corrado Cagli, ma sono tanti i nomi di importanti personaggi citati nel libro di Hoffman tra cui lo scrittore Giacomo de Benedetti come pure, Luigi Levi Montalcini, esponente di rilievo dell’architettura razionalista.
Tra il 1938 e il 1939 gli ebrei siciliani erano circa 350 e gran parte di essi ha vissuto tutti i passaggi nefasti legati alle leggi razziali, con la deportazione in diversi campi di concentramento sia italiani che tedeschi.
Quello compiuto da Alessandro Hoffmann è il risultato di un meticoloso lavoro di studio e di ricerca che ha impegnato per anni l’autore a cui va il grande merito di avere trasmesso e conservata la memoria di queste persone e degli accadimenti e delle vicissitudini cui andarono incontro per il solo appartenere alla stirpe ebraica.
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