La quarta vittima di Mario Barale

Torna in libreria la felice creatura di Mario Barale, l’ex commissario Nanni Baretti, nel libro intitolato La quarta vittima edito da Yume editore (2024), un bel giallo classico dalle atmosfere soffuse e intriganti.

Chi è Nanni Baretti? È un ex commissario ora in pensione che vive a Torino con la sorella Adelina, la quale lo vizia oltremodo, buona forchetta com’è, e che è dotato di un fiuto e un intuito pazzesco e ama stare da solo in compagnia del suo passato da investigatore che gli ha fornito tante soddisfazioni. La sua tranquilla routine, fatta di passeggiate tranquille, di lauti pranzi e cene, è interrotta bruscamente da una notizia infausta: è morta Teresa Verrone, amica di gioventù, che abitava nel paesino dove il nostro commissario è nato e da cui però da tempo non ha più sue notizie.
Prima di morire Teresa scrive una lettera all’amico di gioventù e gli chiede di fare qualcosa per lei: deve cercare di dare giustizia alla tragica figura di suo fratello Tommaso, scomparso da tempo. Tommaso ha trovato una morte violenta, una sera dopo che tre bambini erano scomparsi nel nulla nel piccolo paese di Verzetto. È stato visto fuggire tenendo in braccio uno dei bambini scomparsi, che poi lascia per terra per fuggire, inseguito da una folla inferocita, avviandosi di corsa lungo i binari della ferrovia. L’improvviso avvicinarsi del treno fa sì che Tommaso muoia portandosi dietro una verità scomoda. Era lui il rapitore dei tre bambini scomparsi nel nulla? Perché è fuggito proprio con l’ultimo scomparso? Che fine hanno fatto i due altri bambini?
Dopo tanti anni Teresa, in punto di morte, chiede a Nanni Baretti:

Tu che sei un bravo poliziotto, ti prego, restituiscigli la sua innocenza.

A Baretti non resta che accettare e cercare di esaudire l’ultimo desiderio di una donna così a lungo provata nella vita e negli affetti. Si reca così, ospite di un’amica un po’ buffa e un po’ strana, a casa di Maddalena, per scoprire immediatamente di avere a che fare con colei che in paese è soprannominata la Madama nera, un

donnone enorme, molto più alto di lui, gli porgeva la mano spessa quanto il suo avambraccio, sorridendo.

La signora è vedova di due uomini, che lei stessa dice di “aver ucciso con lo spezzatino”, e in quella mattinata per lui è stato cucinato proprio lo spezzatino! Andiamo bene. Baretti è pensieroso.
Inizia così un’indagine complessa, articolata, che mette immediatamente l’investigatore di fronte a un clima ostile e particolarmente omertoso. Perché i compaesani non vogliono affrontare il discorso su Tommaso? Chi era quest’ultimo veramente? Ha commesso ciò di cui è accusato? Oppure la verità è un’altra e coinvolge, a vario titolo, molti dei suoi compaesani?

Un giallo a tinte fosche, la cui indagine è condotta, con piglio e severità, da un investigatore che ricorda moltissimo il famoso commissario Maigret. Nanni Baretti, infatti, ascolta, interroga, formula ipotesi e aspetta. Aspetta con una pazienza tutta sua il sopraggiungere della verità, che non sarà proprio del tutto piacevole. Ma quella è.
Una lettura intrigante e misteriosa, che cattura subito l’attenzione del lettore con emozione e curiosità. Il libro affronta il tema della pedofilia con una cura e un’attenzione particolare, che rivelano una sensibilità fuori del comune. Lo stile e il linguaggio è fluido, privo di inutili fronzoli, ma molto preciso e attento. La trama è ben congegnata e soltanto la risoluzione finale, inaspettata, conduce all’epilogo partecipato. Una lettura di genere particolarmente indicata agli amanti, condotta con sapienza e precisione narrativa. Alla prossima avventura, commissario Nanni Baretti!