La quinta carta. Cinque delitti, quattro assi e la carta della morte per Ardigò di Fabrizio Carcano

Torna Fabrizio Carcano, direttore della prestigiosa collana della casa editrice Mursia denominata “Giungla Gialla”, con il suo protagonista investigativo Bruno Ardigò, responsabile della sezione Omicidi a Milano, nel libro intitolato La quinta carta. Cinque delitti, quattro assi e la carta della morte per Ardigò.
Ambientato a Milano del 2023, dove:

Nulla di nuovo sotto il cielo terso di una Milano dedita h24 al culto del dio pagano del denaro, da venerare non solo con il motto “Laurà duro”, ma anche attraverso scorciatoie illegali: i grandi traffici della ‘Ndrangheta nelle periferie e nell’hinterland, gli speculatori della finanza, i potenti burattinai del mattone.

Il romanzo si apre con un incendio un po’ insolito, in una villa abbandonata da tempo, sinistra, e con leggende che le donano un fascino particolare:

La Gualtiera, chiamata così per via del nome del primo proprietario, Gualtiero Bascapè, il cancelliere di Ludovico il Moro, o la Simonetta, per via del nome dei proprietari ottocenteschi, aveva preso fuoco nelle ore più buie della notte, intorno alle quattro e mezza.

Un incendio, ovviamente, doloso che, purtroppo, non era insolito in quei frangenti:

Bruciavano per dolo: le nuove ecomafie trapiantate e germogliate in Lombardia stipavano nei magazzini abbandonati tonnellate di rifiuti illegali.

Eppure il fiuto di Ardigò lo porta a dubitare, per lui qualcosa non è normale. Avrà ragione?
Intanto nei giorni successivi gli viene recapitata una strana lettera, corredata da una carta dei mazzi da gioco:

Una busta gialla, il destinatario era stato digitato. (…) Non si attendeva nulla di buono, naturalmente. Prevedeva la solita minaccia. Con il tagliacarte incise la parte superiore. Con sua grande sorpresa estrasse una carta da gioco. Un asso, ma di un seme inesistente. Perché il colore non era nero o il rosso, ma il viola e non era abbinato a uno dei quattro semi tradizionali di fiori, picche, cuori o quadri, o la loro versione alternativa bastoni, spade , cuori o denari, perché al posto del seme c’erano quattro teschi, uno per angolo, appoggiati sopra due tibie incrociate.

Da qui dipartono una serie di delitti inspiegabili, che vedono il nostro investigatore intrappolato in un discorso, ricco di ombre e di oscurità.
Una situazione ingarbugliata che addirittura porterà ad avere morti eccellenti e inusuali:

Un boss malavitoso, un agente di viaggi, un notaio.

Fine dei delitti? Non proprio, a seguire la carta inviatogli e i successivi messaggi, ci saranno:

Cinque delitti, quattro assi e la carta della morte per Ardigò.

Riuscirà anche questa volta il nostro intelligente, quanto oscuro, investigatore a risolvere il rompicapo? La soluzione viene, forse, dal suo passato, senza che Ardigò riesca a comprenderlo?

La quinta carta è un giallo intrigante, scritto con uno stile giornalistico, che travolge il lettore per precisione e curiosità. L’autore dipana una storia gialla, ambientata nella quotidianità dell’attualità, con uno stile tipico di chi conosce la materia di cui sta raccontando.
Una trama complessa e ricca di spunti di grande fascino, quali la magia, il significato delle carte e i rituali legati ad esse, che coinvolge il lettore con grande emozione. Ho apprezzato anche il ritratto preciso della nostra società, dei mali che la attanagliano, quali il riciclaggio di denaro sporco, il giro di denaro legato allo smaltimento dei rifiuti e la mafia che allunga sempre più i tentacoli, guadagnando denaro a più non posso.
Il libro è il diciassettesimo romanzo noir della collana dedicato ai misteri e al fascino di Milano.

Un romanzo perfetto per chi ama i gialli di casa nostra, che trattano argomenti tratti dalla quotidianità, con un piglio misterioso ed esoterico, che non guasta mai. Una bella lettura, consigliata, che travolge il lettore in una storia dai contorni torbidi, ma affascinanti. Ottima prova!