La ricerca della felicità di Jiddu Krishnamurti

Quando il rispetto è dettato dalla speranza di un tornaconto, è frutto della paura. E nell’amore non c’è paura.

Cosa cerca l’uomo realmente nella propria vita? La maggioranza di noi risponde che l’uomo cerca: la pace e la felicità. L’uomo, sbagliando, è convinto che solo le gratificazioni gli permettano di raggiungere la felicità , però esse sono fugaci.
L’animale pensante desidera con tutte le sue forze di aggrapparsi a qualcosa di eterno, di permanente, per questo è alla continua ricerca della felicità durevole.
Per ambire alla felicità durevole occorre conoscere se stessi, questo è sostenuto da Juddi Krishnamurti nel suo libro: "La ricerca della felicità".

Seguendo la rivoluzione interiore, ma in vero per l’essere umano è quasi impossibile perché esso vive non nella società, ma bensì in funzione della società.
In base a ciò che noi siamo così percepiamo e interpretiamo il mondo, per cui se siamo delle persone invidiose, avide o avare così ci rapportiamo agli altri e allo stesso modo crediamo che gli altri agiscano nei nostri riguardi.
Oggi, le rivoluzioni sono soltanto esteriori, si segue un capo di partito o un capo carismatico, ci si rapporta ad una autorità e la si imita.
Krishnamurti è convinto che l’uomo per addurre profondi cambiamenti nella propria esistenza debba compiere rivoluzioni interiori, di tipo psicologico che siano in realtà rivoluzioni creative.
Se si annulla l’io, allora l’uomo tocca la libertà interiore, cioè si libera da tutte le paure che lo frenano e condizionano il proprio operato. Quando si raggiunge lo stadio di libertà interiore si diventa persone semplici, individui che assaporano la vita giorno dopo giorno, attimo per attimo e la scoprono nella sua perenne bellezza e spontaneità.
Intelligenza significa rimuovere le barriere del conformismo, non essere sottomessi mentalmente, ma al contempo si devono rispettare i ruoli che si assumono nell’ambiente in cui si vive. Le scelte di vita sono individuali e non meritano di essere confutate da altri, perché arrivano direttamente dalla propria interiorità.