La santità di Papa Wojtyla
- Autore: Andrea Riccardi
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: San Paolo
- Anno di pubblicazione: 2014
“A meno di dieci anni dalla sua morte, Karol Wojtyla, il papa Giovanni Paolo II è già santo per la Chiesa cattolica. La santità non è mai arrivata in tempi così rapidi per un papa”.
Lo storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio ricostruisce le motivazioni che hanno portato alla canonizzazione del Papa polacco che sarà proclamato santo con Giovanni XXIII il prossimo 27 aprile. Se non è facile canonizzare un Pontefice contemporaneo soprattutto un Papa come Giovanni Paolo II (1920 – 2005) che ha avuto una vita complessa e un pontificato molto lungo (1978 – 2005), viene da chiedersi che cosa abbia spinto la Chiesa di Ratzinger e di Bergoglio a prendere una decisione in tempi così rapidi. Forse tutto è scaturito da quegli striscioni e cartelloni con lo slogan “Santo subito” apparsi il giorno del funerale del Santo Padre l’8 maggio del 2005, svoltosi in un clima particolare “quasi che un mondo fosse finito con la scomparsa di Wojtyla”. Lo chiedevano i giovani presenti in Piazza San Pietro nati durante il Pontificato, lo chiedeva il mondo cattolico, era un grido, anzi un’invocazione silenziosa proveniente da due miliardi di persone che stavano seguendo l’evento mediatico in televisione, la più grande audience televisiva mai conosciuta. Era una richiesta spontanea, perché
“c’era la diffusa sensazione che fosse scomparso un grande della storia, un santo e un uomo eccezionale”.
Gli stessi cardinali, prima di rinchiudersi in conclave all’interno della Cappella Sistina per eleggere Benedetto XVI, avevano chiesto la beatificazione di Wojtyla. Era forte la convinzione tra i vertici della Chiesa e nel mondo cattolico “che bisognasse riconoscere subito la santità di Giovanni Paolo II” anche per colmare quel vuoto immenso che il Papa aveva lasciato quando era salito alla Casa del Padre. Quindi le più alte gerarchie ecclesiastiche, a iniziare da Papa Ratzinger, avevano compreso che non si poteva far fronte con le consuete procedure e indagini per la beatificazione e la canonizzazione. Wojtyla andava subito beatificato, cosa che avvenne il 1° maggio 2011, e il suo successore, il quale si è sempre considerato come l’erede di Giovanni Paolo II, seppe incanalare questo movimento di pensiero nel percorso istituzionale.
“Benedetto XVI talvolta, di fronte a decisioni concrete, s’interrogava su quali erano state le scelte di Giovanni Paolo II in casi analoghi”.
Studioso della Chiesa contemporanea e delle religioni, esperto del pensiero umanistico contemporaneo, Riccardi qui intraprende un esaustivo viaggio nella Chiesa di oggi e di domani, ricordando che è stato Bergoglio, il Pontefice “giunto dall’altra parte del mondo”, come lo stesso Papa Francesco si definì la sera della sua elezione il 13 marzo dello scorso anno, a prendere la decisione di canonizzare Wojtyla “con molta rapidità”. Questo conferma come l’emozione per la scomparsa di questo Papa messianico, “Nuovo Mosè”, e l’ammirazione per il suo carisma nel volgere di qualche anno siano “divenute una forte corrente di devozione nel mondo cattolico”.
La santità di papa Wojtyla
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L’ ultimo Pietro.
Non ho ancora letto il libro e volutamente scrivo il mio molto umile messaggio su quest’ ultimo vero traghettatore di speranza cristiana. Un uomo, Wojyjla tenace nella fede, scelto da Dio, e fatto incamminare tra le pieghe di una disumana guerra di negazione di ogni spiritualità celeste ed umana, fino al vicariato di Cristo. Un altro Pietro ( non certo l’ ultimo), per alzare ancora una volta la Croce, alla fine malato nel verbo per comunicare col cuore al mondo intero, che non c’è Resurrezione per un’ umanità senz’ anima e di poca fede. E un Santo scelto da Dio, non dal popolo.