La scelta
- Autore: Sigfrido Ranucci
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2024
Scegliere non è mai facile. Solo a posteriori si comprende se una scelta è stata quella giusta o meno. Ma come le famose “sliding doors” non sapremo mai cosa sarebbe successo se avessimo deciso diversamente. Sigfrido Ranucci nelle sue scelte ha seguito un paradigma irrinunciabile che nel suo libro La scelta (Bompiani, 2024) ci svela solo alla fine.
Scelte quotidiane, scelte minuto per minuto, scelte importanti, scelte di comodo, scelte apparentemente semplici e scelte complesse, come in una continua ed estenuante partita a scacchi, infinita. Perché per ogni mossa o per ogni vittoria, emerge un risvolto, a volte non immediato, oppure una conseguenza che richiederà inevitabilmente altre scelte. Tra una storia di inchieste e l’altra, sia internazionali che nazionali, ovvero tra una scelta giornalistica e l’altra, al confine tra coraggio e incoscienza (e con un pizzico di fortuna), Ranucci si apre narrando anche frammenti di vita personale: i genitori, la famiglia, l’adolescenza, i tradimenti, gli amici, i colleghi che ti sostengono e quelli che scappano, il proprio maestro Roberto Morrione, fondatore di Rai News 24.
Ranucci, l’uomo pubblico, l’uomo che si identifica con la trasmissione “Report”, il personaggio famoso per alcuni aspetti quasi mitico e quasi inarrivabile, mostra Sigfrido con il suo lato intimo e privato: quello della normalità e della fragilità, dei sentimenti, delle scelte e delle non-scelte personali, con eventi drammatici; eventi anche importanti dovuti al caso oppure alle scelte, siano esse attuali o passate, consapevoli o inconsapevoli. Fatto sta che la scelta di stare dalla parte della verità ad ogni costo, al servizio del proprio pubblico oltre che del bene pubblico, ha determinato l’evoluzione della vita di “Sig”, sotto scorta dal 2021. Egli ha avuto e continuerà probabilmente ad avere la politica contro, le lobbies contro, la finanza contro, i poteri forti contro, al punto da doversi difendere da dossier falsi costruiti per screditarlo e bloccarlo. E anche nelle difficoltà o nello scoramento Ranucci ci insegna che bisogna scegliere. Sempre: se andare in onda o rinunciare, se completare un servizio o essere più rapidi, se fidarsi o meno di chiunque. Il tutto tra mille difficoltà e tra variabili inaspettate e imprevedibili, sotto pressioni inimmaginabili: una sorta di “corrente contro” da vincere ogni volta per non annegare. È stato il caso delle inchieste descritte nel suo libro sulle armi vietate a Falluja, sul crac Parmalat di Tanzi, quelle su Toti, su Renzi, su Verdini e altri politici, quelle sul Covid e big pharma, sulla magistratura, sulla finanza o sul traffico di armi, sui servizi segreti e su altri scandali non solo italiani. Ma scegliere di andare oltre, spiazzando il “cecchino” di turno, con lo scopo precipuo di rappresentare a tutti i costi ciò che è “il vero”, di continuare comunque, ignorando anche chi per affetto o per amore ti dice “lascia e molla tutto”, fa sì che le scelte difficili e faticose alla fine vengano ripagate, quantomeno dalla soddisfazione di aver raggiunto l’obiettivo e di aver svelato quanto era oscuro e nefasto per la società fino a quel momento.
Ranucci con la sua squadra di professionisti costituisce una sorta di portatore di luce, anzi diventa proprio come Superman, il personaggio con cui si immedesimava il Sigfrido bambino non solo per il costume di carnevale indossato per anni.
“Nel nostro mestiere in ogni istante della vita abbiamo un piede nella favola e l’altro nell’abisso”
ci dice Ranucci. E ancora:
”Sono fortunato. Ho trasformato un sogno in una scelta. Ho vissuto sulla mia pelle come, prima di ogni competenza o capacità, a dimostrare chi siamo davvero sono le nostre scelte. Anche le scelte che non abbiamo mai avuto il coraggio di fare e che magari hanno segnato il resto della nostra vita. È questo che fa la differenza”.
Ogni scelta, nel bene o nel male, quando si compie è come l’accensione di un interruttore; è dunque una fonte di energia, di entusiasmo e di voglia di fare per la giustizia sociale e per la legalità. Con tutti i rischi del caso.
Recensione di Rosario Previtera
“La scelta” di Sigfrido Ranucci è un libro che si legge d’un fiato, trasportati da una scrittura piacevolissima e che riesce a farsi comprendere con estrema facilità, attraversando territori geografici sconosciuti, ma riconoscibili, e territori del dissoluto animo umano che riesce ad eludere le leggi della civiltà, costruendo intrighi e sotterfugi per scopi personali. Per sciogliere intrecci perversi è necessaria una grande dose di perseveranza e una straordinaria capacità di individuare sempre il bandolo della matassa.
Sigfrido Ranucci, con la sua squadra della trasmissione Report, rappresenta il giornalismo d’inchiesta che, utilizzando le buone regole del giornalismo, fa la scelta di mettere in luce notizie che sono d’interesse per la comunità e che il malaffare vorrebbe fossero messe in sordina. Il libro riprende notizie già trasmesse da Report ma ne racconta risvolti e retroscena, dimostrando quanto sia sempre accuratissima la scelta di cosa mandare in onda, di quanto ogni informazione raccolta sia vagliata con scrupolosa e attentissima meticolosità.
Ranucci nel libro scava un po’ anche nel suo privato, racconta fatti intimi e privati che svelano da cosa sia sostenuta la perseveranza nella ricerca della verità, che talvolta rasenta l’imprudenza di chi, ben conscio del pericolo, cerca sempre di schivare ogni tranello, come quel Superman che si celava nel vestito di Carnevale. Un uomo che mostra sempre un grande rispetto per le donne che hanno segnato la sua vita e che non rinuncia al suo ruolo di figlio, di padre e di compagno, sia pure richiedendo sacrifici enormi a chi gli vuole bene. Un supereroe corazzatissimo grazie all’esperienza sui campi di battaglia veri, dove Ranucci scopre che alcune armi da guerra impiegate sono quelle bandite dalle convenzioni internazionali e che quando utilizza alcune notizie che derivano dal viscido ambiente della politica resta impermeabile ai suoi sistemi. Ad alimentare la sua perseveranza c’è una famiglia semplice e solida, con figure esemplari, come i suoi genitori, i suoi nonni, ma c’è anche l’ambiente di lavoro in cui riconosce come suo maestro Roberto Morione, ideatore di Rai News 24.
Nel presentare in giro per l’Italia il suo libro, Sigfrido Ranucci riceve premi ed encomi, ma quello che alimenta la sua continua ricerca di verità è la presenza massiccia e costante di pubblico, a cui un vero giornalista come lui deve rendere conto.
Recensione di Francesca Ferraro
La scelta
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