La scelta di Peggy Harper di Leonard Merrick

Fin da piccolo l’unico sogno di Christopher Tatham era stato quello di calcare le scene. Il ragazzo era figlio unico, il padre era morto in circostanze misteriose lasciando alla vedova e all’orfano una modesta eredità di 573,60 sterline. L’altro parente in vita era una sorella del defunto Mr Tatham, sposata con George Spaulding ricco commerciante di luppolo. Quest’ultimo, su richiesta della moglie, aveva offerto a Christopher un impiego ma il giovane, dopo aver confidato alla zia il suo sogno di recitare, aveva rifiutato la proposta. George Spaulding “uomo di larghe vedute”, aveva sentenziato:

”Be’, se ha davvero talento, la cosa migliore che può fare è diventare un attore. Non ha futuro negli affari, lo sai anche tu. Digli di stare con noi mentre si dà un’occhiata intorno”.

Una cosa era certa: un ragazzo con una madre da mantenere avrebbe fatto meglio a trovare un lavoro sicuro come impiegato, invece di continuare con una professione così precaria, soprattutto per chi non aveva alle spalle una famiglia di attori che spianasse la strada ai principianti. Tante piccole “particine” in commedie che stavano in scena pochi giorni, tanti inutili colloqui con persone meschine che, con i loro “cercasi attori dilettanti ma di talento” ingannavano i più sprovveduti come il giovane Tatham. Quando l’ennesima tournée di terz’ordine terminava, Christopher si ritrovava di nuovo senza soldi dopo aver recitato una parte priva di senso in un melodramma insulso, davanti a un pubblico cui andava bene qualunque cosa. Nonostante ciò Tatham guardava avanti con “l’animo pieno di entusiasmo”, però spesso gli capitava di invidiare gli altri, semmai privi di talento e ambizione ma “professionisti”. Sì, l’avvenire di Christopher appariva quanto mai incerto.

“Anche nei momenti più brillanti era assalito dai dubbi: durerà?”

Uno scaltro impresario gli aveva rivelato che “il segreto è accettare tutto quello che capita”, però il giovane attore si sentiva debole, inutile, addirittura spregevole nella sua condizione. Non restava altro che accettare di presentarsi allo Sceptre Theater il giorno dopo alle dodici in punto, non certo per sperare in una parte da attore protagonista ma per cercare di ottenere una parte minore per una tournée provinciale. Dietro la porta smaltata del Signor Bailey addetto a “scrutinare” gli attori, si trovava anche una graziosa ragazza di circa diciassette anni, chiamata Peggy Harper.

“In quella folla di mediocrità che combattevano per un tozzo di pane in una stanza sovraffollata, lo sguardo dei due ragazzi si incrociò per la prima volta. Si sorrisero”.

La scelta di Peggy Harper (titolo originale The Position of Peggy Harper, traduzione di Nicola Zippel) è il primo libro di Leonard Merrick, vero nome Leonard Miller (Londra, 1864-1939), pubblicato in Italia. Edito a Londra nel 1911 dalla Thomas Nelson & Sons, il romanzo è una brillante, convincente e autentica cronaca dell’ambiente teatrale londinese del West End, compresa la polvere del palcoscenico e la frustrazione dei giovani attori in cerca di un posto al sole.

Originale la vita di Merrick, nato Miller, il quale iniziò la carriera di attore, manager e scrittore con il nome di Leonard Merrick, dopo la laurea in Giurisprudenza e il trasferimento in Sudafrica come supervisore delle miniere di diamanti paterne. Pochi autori come Merrick, stimato da scrittori suoi contemporanei quali J.M. Barrie, G.K. Chesterton e H.G. Wells, seppero riprodurre “l’atmosfera della vita di teatro della parte più bassa della società: l’odore del cerone e del fish and chips, il trascinarsi valigie lungo le stradine di città sconosciute, gli uffici degli agenti dove donne dai vestiti variopinti aspettano il loro turno, il manager che scappa durante la tournée con i soldi dell’incasso”. Parola di George Orwell.