La scialuppa e altri racconti
- Autore: Stephen Crane
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2014
La grande letteratura anglosassone di mare ha grandi maestri, tra cui Conrad, Melville e più tardi Hemingway. Stephen Crane, nato nel 1871, si colloca autorevolmente in mezzo a loro, anche se la sua precocissima morte, quando aveva appena ventotto anni, non gli ha consentito di proseguire una carriera di narratore che era cominciata moto presto. Da corrispondente di guerra scrisse numerosi racconti, tra i quali certamente il più riuscito, un piccolo capolavoro, il racconto che dà il titolo a questa raccolta che la casa editrice Elliot con il tramite della bella traduzione di Filippo Risso ha appena ripubblicato.
“The open boat”, la scialuppa, è una piccola e fragile barca nella quale quattro uomini, scampati al naufragio della nave Commodore, a largo di Cuba, rimangono alcuni giorni, in balia della furia del mare. La vicenda è autobiografica, ma la scrittura di Crane riesce a trasformarla in una metafora della vita, della morte, della violenza della natura, della solidarietà, dell’amicizia, della forza e dell’intelligenza dell’uomo solo contro gli elementi scatenati.
Il tema del naufragio in mare e della sopravvivenza nella solitudine da parte dei superstiti è certamente molto frequentato da letteratura e cinema, ma qui l’elemento più originale sembra essere il rapporto fra i naufraghi, pronti ad aiutarsi, a sostenere l’impatto atroce della mancanza di speranza, a darsi i turni ai minuscoli remi per non cedere alla disperazione. I quattro (il cuoco, il capitano ferito, il macchinista, il giornalista), diversi per professione e per abitudini di vita, sembrano trovare insieme una modalità di convivenza e di rispetto che ne segnerà, almeno così afferma il giornalista-narratore, le esperienze future.
Il rapporto con la natura viene descritto in queste pagine esemplari quasi prescindendo dalla storia che si sta raccontando, dando voce a quell’aspetto letterario che prenderà il nome di Naturalismo americano (si pensi in parallelo al naufragio della barca Provvidenza in Verga, in tutt’altro ambiente): i naufraghi scorgono un alto mulino su una striscia di terra apparsa in mezzo alle onde,
“Quell’edificio era un gigante che dava le spalle al perpetuo affannarsi delle formiche. In un cero senso esso rappresentava, per il giornalista, l’emblema della serenità della natura al cospetto delle lotte individuali – la natura nella bufera e la natura nella visione degli uomini. Egli non la considerava né maligna né salvifica, né sleale né savia. Essa era indifferente, semplicemente indifferente”.
C’è tutta la filosofia ottocentesca, in queste righe, a partire dai temi del nostro Leopardi, che si ripercuotono nei dialoghi fra i quattro naufraghi che alla fine, per volere del Fato, saranno salvati.
Altri sei racconti compongono la raccolta, nessuno a mio avviso all’altezza del primo, tuttavia il migliore di loro è “L’arrivo della sposa a Yellow Sky”, una storia che sembra un western ma che ha invece una qualità simbolica degna della miglior tradizione americana. Una coppia di giovani sposi sta viaggiando su di un lussuoso e scintillante treno da San Antonio, in Texas, verso la cittadina di Yellow Sky, dove arriveranno in poche ore. Jack Potter è lo sceriffo del paese, e non ha detto a nessuno che si è andato a sposare; avvicinandosi alla stazione d’arrivo è preso da grande turbamento, ignorando quale sarà l’accoglienza dei suoi concittadini. La narrazione si sposta a Yellow Sky, nel saloon della cittadina deserta e semiaddormentata, al confine con il Messico, dove però è giunto ubriaco “Jack lo sfregiato, pronto a dar battaglia”. E’ vestito con una camicia vistosa, ha il volto rosso di rabbia e ulula nella strada deserta. Si prepara un duello tra il violento delinquente, abituato a sfidare lo sceriffo, e l’ignaro Jack, appena giunto alla stazione accompagnato dalla giovane moglie ancora quasi sconosciuta. Un finale epico, degno di “Mezzogiorno di fuoco”, a cui sembra mancare solo la musica di accompagnamento, come appunto nei migliori film western.
Gli altri racconti, in cui è presente sempre il tema dello scontro tra l’uomo e la natura, raccontano un altro naufragio (Flanagan e la sua breve avventura di filibustiere) o altri duelli fra americani e messicani (Fuga a cavallo); in tutti però emerge una qualità di scrittura e un impianto narrativo da grande scrittore, che è la cifra di una grande letteratura non sempre abbastanza conosciuta dal pubblico italiano.
La scialuppa e altri racconti
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