La sciarpa ricamata di Susan Meissner

“La sciarpa ricamata” (Tre60 Editore, 2018, titolo originale A fall of marigolds, traduzione di Elisa Banfi) di Susan Meissner, narra la storia di una sciarpa particolare che unisce due donne attraverso un secolo di distanza.

Ellis Island, New York, Agosto 1911.

“Per gli immigrati che arrivano malati da chissà dove, era il luogo in cui fermarsi per guarire e poi ripartire”.

L’americana di seconda generazione Clara Woods lavorava come infermiera presso l’ospedale di Ellis Island, isola, dove ogni giorno gli emigranti approdavano e rimanevano in attesa di ottenere il visto d’ingresso negli Stati Uniti. Clara aveva perso l’uomo, il contabile Edward Brim, che seppur incontrato da poco riteneva giusto per sé, in seguito all’incendio alla fabbrica di tessuti Triangle, dove entrambi lavoravano.

“Tu credi che si possa amare una persona appena in­contrata?”.

Un giorno, tra le innumerevoli persone che giungevano in cerca di un futuro migliore, Andrew Gwynn, un uomo snello, dai capelli biondi dorati, aveva catturato l’attenzione di Clara. L’immigrato inglese di quasi trent’anni, nei cui occhi c’era una dolente stanchezza, portava al collo una bellissima sciarpa con un motivo floreale su cui era ricamato il nome della moglie morta, Lily.

Manhattan, New York, America. Settembre 2011.

“Il tessuto fiorito era disteso come un bouquet nuziale disfatto. Lo sfondo un tempo bianco si era addolcito in un avorio sonnolento e i petali brillanti di magenta e viola sussurravano vermiglio e lavanda, il ricordo di uno splendore passato ormai sopito”.

Taryn Michaels, laureata come designer tessile all’accademia, lavorava nel bel negozio di tessuti Corte dei ricordi della cara amica Celine. Il locale, situato nell’Upper West Side, era specializzato in riproduzione di tessuti antichi, e Taryn era brava a trovare il corrispondente di un tessuto antico. Però la donna non era riuscita a sciogliere il mistero legato a una stoffa dai vividi colori che dieci anni prima aveva tenuto in mano per pochissimo tempo: una sciarpa di tessuto indienne, di fattura francese di circa cento anni il cui motivo ripetuto era un’esplosione di calendule, con ricamato vicino all’orlo il nome Lily in nero. Quello stesso giorno suo marito Kent era deceduto a causa del crollo delle Twin Towers. A Taryn, che abitava sopra il locale insieme alla figlia decenne Kendal, dai capelli castani scuri come il suo amato coniuge, la bella sciarpa antica, che non le appar­teneva, aveva salvato la vita. Dopo tanti anni uno splendido e magico tessuto compie il suo giro e a Taryn forse porterà un nuovo amore.

“Secondo te, non succede tutto per un motivo?”.

Una narrazione avvincente, dove Susan Meissner con Taryn e Clara, due coinvolgenti figure di donne in cui è facile immedesimarsi, illustra temi universali quali la perdita, il senso di colpa di chi sopravvive e l’assoluta necessità di andare avanti per raggiungere nuovamente la felicità.

“Tutte le cose belle hanno una storia da raccontare. Ma non tutte le storie sono belle”.