La scrittrice abita qui
- Autore: Sandra Petrignani
- Casa editrice: Neri Pozza
“La scrittrice abita qui" di Sandra Petrignani (Neri Pozza, 2012) è il racconto di un itinerario in giro per il mondo (Sardegna, Indocina, Francia, Danimarca, Africa, Inghilterra) per capire più in fondo e comprendere meglio alcune scrittrici che hanno fatto la storia della letteratura europea, “interpellando” i mobili, le suppellettili, gli oggetti di loro proprietà, le lettere, i documenti scritti di loro pugno e parlando con le persone che conservano ancora un loro ricordo.
L’idea di scrivere questo libro è venuta a Sandra Petrignani nel 1986 a Charleston Farm nel Sussex, nella meravigliosa villa di campagna che la scrittrice Virginia Woolf comprò a sua sorella e dove lei andò ad abitare con tutta la sua numerosa famiglia. Qui lei intuisce che il luogo di nascita, la casa materna o paterna, il posto dove si è cresciuti, dove si è trascorso lunghi periodi della vita, il paese che si vuole visitare e magari andarci a vivere, hanno una forte influenza sugli scrittori. L’autrice inizia così il suo pellegrinare per ascoltare le voci dei luoghi, delle cose che le scrittrici scelte hanno visto, toccato usato.
Per approfondire Virginia Woolf, Sandra Petrignani si reca alla casa–museo a Rodmell nell’East Sussex:
“la stanza tutta per sé dell’autrice inglese è uno spazio luminoso, con due finestre e la porta indipendente che dà direttamente sul giardino”
arredato in modo semplice, con un tavolinetto di vimini come comodino e il letto a una piazza accostato alla parete sotto la finestra che ha come schienale la libreria. Il copriletto è “di un bianco verginale” mentre lo scendiletto sopra il parquet è un grande e vecchio tappeto persiano.
Il primo capitolo del libro è dedicato a Grazia Deledda ed è un viaggio fatto da sola in Barbagia prima e a Nuoro dopo. La Sardegna selvaggia, mozzafiato descritta in “Canne al vento”, è la stessa che Sandra Petrignani vede nel suo viaggio e dove lei si ferma a Galtelli a incontrare alcune persone che le ricordano i personaggi del noto romanzo della Deledda; così come gli interni delle case, “in cui si concentrava la vita intorno al calore del fuoco, alla necessità dell’acqua, al profumo del pane, all’odore del cibo messo a cuocere per ore, all’aroma del caffè”, le stanze della casa-museo a Nuoro sono le stesse che trovi nel racconto “Cenere”.
Sulle orme di Marguerite Yourcenar l’autrice di questa guida letteraria va prima in Indocina e poi, invitata dal figlio della nota autrice francese, nella casa di Parigi a Rue Saint Beriot e in quella di campagna a Neuphile. Visitando i luoghi dove la Yourcenar visse e parlando con il figlio, viene alla luce la verità storica, mai ammessa dalla grande scrittrice di “Memorie di Adriano”, quella che la madre era, di fatto, un’imprenditrice di successo e non invece una donna incapace come lei ha dichiarato più volte.
La sua casa è “tenera, avvolgente, femminile, un posto impegnato di sentimenti” e veniamo a conoscenza così di due Yourcenar,
"una intima e quasi irraggiungibile, attingibile solo a chi fosse l’oggetto del suo amore, e una per gli altri, egocentrica, indifferente, spietata”.
Se la casa della Deledda è salda con mobili austeri, robusti e scuri e quella della Yourcenar piena di ricordi di viaggio, coperte calde su poltrone comode, piante e animali, nella terza casa museo, quella di Sidonie Gabrielle Colette in Borgogna a Saint-Sauveur-en-Puisaye, predomina il rosso, rosse sono le pareti, il soffitto, il letto, le lenzuola, alcune poltroncine ricamate e fiori, farfalle, coperte di pelliccia e tutto rievoca una donna attaccata alla vita. Anche quando la sua terribile artrite la immobilizza nella sedia a rotelle, Colette “rifiutava persino una comune aspirina, per rimanere lucida, perché la mente, quella, doveva restare intatta”.
Dalla Borgogna all’Oriente per Alexandra David-Neel, precisamente a Samteg Dzong, e per finire dall’Africa alla Danimarca e viceversa per l’itinerario biografico di Karen Blixen. Con maestria Sandra Petrignani entra nella vita personale e privata delle due scrittrici descrivendoci la stanza chiusa nel monastero di Sikkim dove Alexandra David-Neel meditava e rifletteva e l’amore profondo per un uomo e l’Africa di Karen Blixen rappresentato da un grammofono portato con sé una volta rientrata in patria.
“I viaggi nelle case sono viaggi nelle vite. O forse è il contrario. Ma non importa. Una casa è un destino comunque.”
La scrittrice abita qui
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