La seduta spiritica
- Autore: Antonio Iovane
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: minimum fax
- Anno di pubblicazione: 2021
Una villa sui colli bolognesi. Dodici professori, tra i quali Romano Prodi. Gli spiriti di Luigi Sturzo e Giorgio La Pira evocati in una seduta spiritica fatta per gioco: da 17 giorni Aldo Moro è ostaggio delle Brigate rosse, e hai visto mai che con l’aiuto del cielo si possa sapere dove si trova. È il 2 aprile 1978 e quella “seduta” risulta uno dei tanti giri a vuoto (il più improbabile, farsesco, paradossale dei giri a vuoto) che porteranno al finale già scritto del sequestro Moro.
Il giornalista e scrittore Antonio Iovane ci gira attorno in un romanzo di taglio insolito. Si intitola — appunto — La seduta spiritica, (minimum fax, 2021) e tra fiction e no-fiction rafforza alcune tesi sull’omicidio di Stato del Presidente DC (la definizione è mia):
1) Moro non era un santo (in politica i santi non sono contemplati) ma in giro ce n’erano di peggiori;
2) l’involuzione tragica del suo sequestro è stata decisa, se non in partenza, quasi da subito, e non certo (non solo) dalla volontà delle Brigate Rosse;
3) quarant’anni e passa di memoriali e commissioni di inchiesta non sono serviti a dissipare le ombre di un affaire (per dirla con Sciascia) che esula dallo stretto ambito nazionale;
4) se più che i posti di blocco e le perquisizioni a tappeto, potevano le soffiate di spiriti e ndranghetisti di stanza e in trasferta romana, strano che a un certo punto le si volle ignorare così che la prigione di Moro rimanesse segreta (un segreto di Pulcinella?).
Se la vicenda di Aldo Moro non fosse una storia dall’epilogo tragico, quella della seduta medianica allestita dalla combriccola prodiana sarebbe una perfetta trovata da commedia all’italiana (“Ma che siamo in un film di Alberto Sordi?", avrebbe sentenziato Nanni Moretti). Qualcosa di surreale e ridicolo tanto da suscitare risate e mettere, al contempo, a dura prova la sospensione d’incredulità di qualsiasi spettatore. Beato chi si beve certe cose, e peccato che quella domenica pomeriggio a Zappolino (BO) non fosse in programma alcun film. Chissà se invece un tentativo di indirizzare messaggi cifrati alle br, o chissà se di depistare. Gradoli, vaticinano dopo diversi tentativi gli ectoplasmi dei padri democristiani. Fu solo dabbenaggine la messa a soqquadro di un innocuo paesino con quel nome, nel viterbese, e tralasciare invece la via Gradoli di Roma, dove prosperava la base del brigatista Mario Moretti?
Un mistero pleonastico fra i tanti sollevati da La seduta spiritica, che apre e chiude con l’illuminista Leonardo Sciascia una vicenda che di illuminato ha molto poco. La trama è battuta da continui frangiflutti narrativi (fiction, auto-fiction, saggistica, documentaristica), in virtù dei quali evita di veleggiare su rotte pubblicistiche già battute. In altre parole, Antonio Iovane governa benissimo una materia arcinota, ampia e di difficile governabilità, architettando un romanzo di passo trasversale e occhio lunghissimo: la rivisitazione ad ampio raggio di un delitto italiano (quasi una via crucis, un delitto Pasolini n. 2), con la consapevolezza indiziaria che tanto i giochi di potere, quanto le nebulosità e le contraddizioni del “caso Moro”, non sono che indici superficiali di verità scomode, attestate sottotraccia a un mistero in buona parte ancora da svelare.
“Pronto?”
“Professor Baldassarri, buongiorno, mi chiamo Antonio Iovane, sono un giornalista…mi scusi il disturbo”.
“Prego, mi dica”.
“Sto facendo un approfondimento sulla seduta spiritica. Io lo so che lei su questo argomento non parla volentieri…”
Baldassarri cambia tono.
“Senta no, no, non è proprio il caso, grazie”.
“A lei”.
Attacca.
“Pronto?”
“Professor Alberto Clò, mi chiamo Antonio Iovane, sono un giornalista, sto facendo un approfondimento sulla seduta spiritica, so che non è un argomento di cui è felice di parlare…”
“No, guardi, vada a vedere, ci sono gli atti di due indagini conoscitive, quindi…”
“Lei conferma tutto quello che ha detto allora?”
“Eh, beh, lei mi telefona perché vuole che dica: no, ho detto il falso alle commissioni e alla magistratura? Veda tutti gli atti. Non ho nient’altro da dire. Le ricordo che siamo nel ’78. Son passati un po’ di anni (ride). Grazie e arrivederci”.
“Arrivederci, grazie”.
Attacca.
“Pronto?”
“Professor Prodi, buongiorno, sono un giornalista, mi chiamo Antonio Iovane, stop facendo un approfondimento sulla seduta spiritica”.
Rumori di sottofondo, Prodi è a una manifestazione, non sente bene.
“Su che cosa?”
“Sulla seduta spiritica”.
Ancora rumori.
“Non ho capito niente”.
Alzo la voce.
“SULLA SEDUTA SPIRITICA”.
“…”
“…”
"Ma lasci stare”
Attacca.
(pp. 151-152)
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