La serva padrona. La terza indagine dell’ispettore de Maes di Laura Florian

Laura Florian, nom de plume di una nota scrittrice, torna in libreria e presenta una nuova avventura della sua creatura di carta, l’ispettore De Maes, in un libro intitolato La serva padrona, edito da Golem edizioni.
Un giallo alla Maigret, non solo per le ambientazioni create, ma per lo stile stesso dell’autrice.
Dopo una brutta battuta sul Commissario Capo, l’ispettore De Maes viene trasferito in un altro dipartimento: nello specifico in Alsazia.

Dipartimento del Basso Reno, nell’Arrondissement di Strasburgo, dove il commissariato era di recentissima fondazione e avrebbe senz’altro beneficiato dell’apporto di un ufficiale della Polizia Giudiziaria della capitale.

Giunto a destinazione, in fondo si trova meglio con i colleghi di quanto avesse mai pensato. E il primo caso che gli viene assegnato inizia a piacergli:

Sei settimane fa un certo Rodolphe Bochart ha richiesto l’esumazione del corpo della zia di sua moglie, morta un mese prima, per effettuare un esame tossicologico. L’esame ha effettivamente rilevato la presenza di arsenico. Bochart si dichiara convinto che la zia sia stata avvelenata dalla ragazza che viveva con lei da alcuni anni e che ha ereditato quasi tutto quello che la donna possedeva, ovvero la più bella casa di Lingolsheim e la cifra di dieci milioni di franchi, tolti alcuni vitalizi a certi parenti e donazioni a vari enti benefici.
Ai nipoti ha lasciato alcuni mobili che la signora Bochart aveva sempre ammirato.

Dunque una semplice cameriera, Marie, ha ereditato tutto ed è diventata padrona. Ma chi è Marie, veramente?
All’ispettore De Maes non resta che andare a conoscerla:

Era una giovane donna snella, di media statura e dall’aria contegnosa, che faceva pensare soprattutto a una giovane suora, forse perché l’abito che indossava, di seta marrone con un collettino bianco, era estremamente semplice e per nulla invitante. Li guardava con occhi seri e non sorrideva.

Ulteriori indagini dipingono Marie, la serva, come una donna pia e rispettosa, di umili origini, dall’aria dignitosa di signorina di buona famiglia, difficile vederla come una cruda assassina che avvelena la propria padrona per impadronirsi dei suoi beni. Sarà proprio così? In fondo le signore in tarda età sono facili all’inganno.

A una certa età è facile che le persone si lascino soggiogare da personalità più forti. Le donne di una certa età si fanno irretire …diventano credulone e si affidano a chi le sa abbindolare…specialmente se c’è in ballo un uomo attraente.

Di chi si parla? Davvero Marie avrebbe mai potuto commettere un atto così vile? Intanto da altre indagini che la sorella di Marie è scomparsa nel nulla da tanto tempo e di lei non si è mai più saputo nulla.
Un diverso quadro incomincia a emergere prepotente dalle indagini di De Maes. Si giungerà alla verità? A che prezzo?
Il romanzo di genere è qui soddisfatto in tutte le sue caratteristiche. Chi porta avanti le indagini è un membro della Polizia Giudiziaria mandato in confino, capace e intuitivo, che ama scavare nelle vicende dei protagonisti, sviscerando ogni più piccolo aspetto:

A lui piaceva calarsi in un caso al cento per cento, entrarci, per così dire, piuttosto che studiarlo dall’esterno.

E così scava, scava si giunge al bandolo della matassa. L’ispettore De Maes è la copia perfetta del commissario Maigret.
Come lui ama andare nei luoghi teatro della tragedia, ama colloquiare con i personaggi che animano il fatto, li studia attentamente, con poche e rigorose parole, ma profonde. Ne scaturisce un romanzo di genere che per gli amanti di Simenon e dei suoi romanzi è una vera e propria chicca letteraria, per gli altri una piacevole scoperta.
La trama è ben pensata e assemblata, i personaggi sono colti nella loro interiorità e nelle loro caratterizzazioni, l’ambiente circostante è descritto con minuzia di particolari. Ne scaturisce una bella lettura, precisa e affascinante, intrigante e curiosa. Per chi ama il giallo poliziesco alla francese, molto intuitivo e descrittivo.