La sesta estinzione di Elizabeth Kolbert

Mi sono appuntato queste parole, le ho trovate indicative del senso sotteso a “La sesta estinzione” (Edizioni BEAT, 2016) della giornalista scientifica Elizabeth Kolbert:

“Quello che a volte è stato bollato come neocatastrofismo, ma che è invece attualmente considerato come normale geologia, vuole che le condizioni sulla Terra cambino soltanto in modo molto lento, eccetto quando così non è. (…) Lunghi periodi di monotonia interrotti occasionalmente da esplosioni di panico. Anche se rare, queste esplosioni di panico hanno un’importanza enorme. Sono loro a determinare il modello dell’estinzione, vale a dire il modello della vita sul pianeta” (pp. 119 e 120).

È successo con la grande glaciazione di 450 milioni di anni fa, con le probabili piogge di asteroidi (377 e 251 milioni di anni fa), con le variazioni climatiche che causarono l’estinzione di tre quarti delle specie (203 milioni di anni fa), e ancora con l’elevata concentrazione di indio che portò alla fine dei dinosauri (66 milioni di anni fa).
Succederà ancora. Anzi è successo, sta succedendo adesso, sotto i nostri occhi, a molte delle specie viventi della Terra: la sesta estinzione è già cominciata, è ora e qui. È un dato di fatto: nel corso della sua evoluzione (?) l’homo sapiens ce l’ha messa tutta per affrancarsi dallo stato di natura, attentando alla vita stessa del pianeta (la copiosa scia di sangue ha coinvolto anche gli uomini della specie Neanderthal).

Dalla moria di minuscoli organismi nei giardini di casa nostra a quelle delle diverse specie animali, dall’agonia della foresta amazzonica a quella della barriera corallina, passando per i tempi e i luoghi delle cinque grandi catastrofi precedenti (le così dette Big Five), “La sesta estinzione” - premio Pulitzer 2015, tra i 100 libri di non-fiction migliori di sempre - si pone dunque come una sirena d’allarme e un invito ad invertire la rotta al contempo. Senza sterili allarmismi ma attraverso un taglio documentaristico che si avvale delle più recenti scoperte in materia, Elizabeth Kolbert affresca il quadro della storia passata e presente del pianeta e dell’animale sapiens che la fa da padrone. L’auspicio è che la sua sorte non sia segnata. Che non rimandi al titolo greve di questo saggio ben scritto e imperdibile.