La setta delle ciambelle di Joe R. Lansdale

Torna Joe R. Landsale con i suoi personaggi scombiccherati, ma narrativamente efficacissimi e immediatamente ci ritroviamo immersi in un’atmosfera dove sfumature di giallo e di black humor, risvolti avventurosi e grotteschi concorrono tutti ad imbastire un affresco che scorrerà sotto i nostri occhi conducendoci felicemente sino all’insospettabile finale.

La setta delle ciambelle (Einaudi, 2023, traduzione di Luca Briasco) è ambientato nel Texas, come quasi tutti i lavori di questo autore, in quell’America più autentica, nel bene e nel male, dove riesce facile immaginare una congrega di fanatici convinti dello sbarco imminente degli extraterrestri e che recluta nuovi adepti attraverso una catena di negozi di ciambelle (di quelle di cui è ghiotto Homer Simpson, per capirci) che rappresenta anche la sua principale fonte di guadagno - ma pure la facciata ideale per gli illeciti arricchimenti dei suoi factotum.

È proprio verso questa setta di strambi personaggi che punta il dito Charlie Grover, protagonista e io narrante della storia, allorché la sua ex moglie, dalla quale lui non ha mai smesso di sentirsi attratto, gli appare in sogno (o era una visione ad occhi aperti, conseguenza di un bicchiere di troppo? O solo il frutto della sua fervida immaginazione di scrittore?) lasciandogli intendere che qualcosa di grave le sia accaduto.
In effetti la bella Meg e il suo nuovo compagno Ethan risultano misteriosamente spariti, dopo aver lasciato il loro appartamento perfettamente in ordine e senza aver portato nulla con sé.
L’ex moglie di Charlie Grover aveva lavorato in passato in uno dei negozi di ciambelle del Popolo dei dischi volanti, ed è troppo torbida e sfuggente, troppo ambigua l’attività di quella setta di fanatici per non sospettare che essa sia implicata in qualche modo nella scomparsa dei due.
Charlie, insieme al nerboruto fratello Felix, ex psichiatra e ora investigatore privato, alla fidanzata di quest’ultimo, Cherry, avvocato di successo, nonché alla giornalista di belle speranze Amelia “Scrappy” Moon, si addentra nei meandri della setta dove operano, ormai spadroneggiando, un losco soggetto detto Cowboy, la sua scimmia (anzi, scimpanzé: scopriremo che non è la stessa cosa) tenuta al guinzaglio ma pronta ad essere lanciata all’attacco in caso di necessità, e i loro degni compari, gente dai modi a dir poco spicci e che tutto desidera fuorché ritrovarsi tra i piedi dei ficcanaso determinati a scoprire i misteri più reconditi e insidiosi che si celano dietro le strambe ma formalmente innocue iniziative di quel gruppo di individui.

Landsdale è un maestro nel trascinare il lettore nel teatro dell’assurdo che ha saputo costruire libro dopo libro e in cui, tuttavia, alla fine di ogni vicenda è perfettamente possibile, come in questo caso, ricostruire un ordine razionale degli avvenimenti, tra omicidi a sangue freddo, rocambolesche scazzottate, vampate di passione irrefrenabile (soprattutto tra Charlie e l’intraprendente Scrappy), accompagnati da quelle folgoranti battute in forma di metafora che sono tra le cifre stilistiche più riconoscibili di questo autore.

In definitiva, un noir dalle tinte leggere - può sembrare una contraddizione in termini, ma chi già conosce Lansdale sa che non è così - in cui non mancano elementi che ci consentono di gettare uno sguardo ravvicinato tra quei movimenti per metà folkloristici e per metà inquietanti in cui suggestioni fantascientifiche, aneliti di radicale cambiamento, paure millenaristiche si fondono ammaliando menti poco attrezzate a reggere l’urto dei nuovi profeti senza scrupoli, pronti ad offrire loro un’illusoria verità “altra” in cui trovare la scappatoia a tutti i problemi contingenti, finendo per diventare doppiamente vittime: di quegli affabulatori in mala fede e delle loro stesse fragilità.

Cosa ne sarà stato di Meg e Ethan? E la direzione presa dalle indagini si rivelerà davvero quella giusta? Lo scopriremo in conclusione di un intricato percorso, insieme a compagni di viaggio che non ci faranno pesare affatto la lunghezza della strada.