La settimana bianca
- Autore: Emmanuel Carrère
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2014
Nicolas è timido, complessato, detesta trascorrere questi dieci giorni in montagna, in parte perché si sente isolato dagli altri bambini e poi per una questione più personale, il terrore di fare la pipì a letto, cosa che gli succede anche tra le pareti domestiche.
Mentre gli altri bambini arrivano con l’autobus, Nicolas arriva in montagna con la macchina del padre, uomo ambizioso e silenzioso. Tutto sembra scorrere in modo lineare, le difficoltà quotidiane, cui si aggiunge lo zaino lasciato in macchina, che porta al prestito del pigiama a Nicolas da parte di un alunno alto e con la faccia da pazzo.
La scrittura di Emmanuel Carrère prende sempre di più la via del dramma intimo, le letture pericolose del ragazzo, che fa sogni orribili, ma continua a leggere un libro pieno di fantasmi, di morti ammazzati. Dove ha trovato quel libro? In casa? Non ci è dato saperlo anche perché lo scrittore inizia "una scrittura della reticenza", con pochi elementi, ma tutti essenziali per la fine del romanzo. Basta dire che lo zaino non tornerà nel campo, il padre pare scomparso, chi ne fa le veci è un giovanotto gentile e animatore del gruppo, una pezzo di giovanottone con i capelli lunghi di nome Patrick.
La scoperta del liquido seminale da parte di Nicolas è inquietante: non sapendo cosa fosse questa sostanza che gli ha macchiato il pigiamo esce dalle camerate e va a dormire nella macchina di Patrick, prendendosi una febbre a quaranta.
La famiglia del bambino è latitante, non chiama mai, c’è come un segreto in quella famiglia che non si può dire, ma che è mostruoso, assolutamente scioccante.
Bene ha fatto la casa editrice Adelphi a tradurre e pubblicare questo romanzo scritto benissimo, dopo il successo clamoroso di Limonov, che non è esattamente il miglior libro di Emmanuel Carrère, anche se è sicuramente quello più divertente e sfrontato, un romanzo ricco di tante "spezie".
La settimana bianca è un noir ad orologeria, nel senso che i lettori comprendono che sta succedendo qualcosa di veramente scioccante e che non diremo.
Sempre più nei romanzi degli ultimi anni gli scrittori fanno quasi una scelta iniziale, stile di scrittura e meno contenuto immaginifico o contenuto pieno di mille sfaccettature, trascurando un po’ lo stile, che non risulta compatto e riconoscibile.
Qui c’è contenuto e stile, come ho già scritto, reticente in un crescendo agghiacciante e indimenticabile.
D’altra parte c’è da dire che questi finali tragici li conosciamo da Adelphi già da tempo, da quando la casa editrice sta traducendo tutto Simenon non Maigret, dando molto valore alla lingua francese, da Cioran a Carrère pre-Limonov.
E poi come base iniziale ci sono la crescita e le vicissitudini di Nicolas, quindi anche un romanzo di formazione.
La settimana bianca
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