La stella di Geq di Mimmo Parisi

È un libro limpido, appassionante e si chiama “La storia di Geq” (LFA publisher). Nell’alveo della narrativa di questo mese – è stato pubblicato il 16 maggio 2019 – è sicuramente uno scritto portatore di una propria inequivocabile originalità. L’autore, Mimmo Parisi, del quale si ricordano le opere più popolari, “Sono tornati i braccialetti rossi”, “Il figlio del drago” e “Ti voglio bene come nei film”, vincitore del Premio Letterario Ilmiolibronline 2017 con “In nome del rock italiano”, ha voluto trattare questa volta il tema della disabilità.

Va da sé che anche nel suo citato “Sono tornati i braccialetti rossi” c’era un fil rouge sotterraneo a raccordare la materia del limite, rappresentato dalla patologia; tuttavia, lì si trattava di un’opera di marca corale. È un po’ la stessa storia delle band musicali: affrontare gli umori del pubblico in 4 o in 5 è molto meno sfibrante che da solo, da solista. Qui, invece, fra le pagine del libro – ricamate con parole che non danno molto spazio a interpretazioni alternative – si muove un protagonista solitario, il suo nome è Geq, che deve cercare di superare i limiti che la natura e, in parte la stessa società, hanno disegnato sul suo sentiero terreno.
Ad aiutarlo ci saranno i componenti della sua famiglia di adozione; tuttavia, lo scatto verso la conquista del proprio posto nel mondo tocca alla sua intraprendenza: più precisamente, allo spirito combattivo che lo anima e che lo porterà verso la vittoria.

L’epilogo è piuttosto in modalità tristezza cosmica. Ma Geq è un uomo anche in questo, negli errori che lo riportano alla posizione di partenza.