La svolta. Novembre 1942. I giorni che cambiarono il destino del mondo
- Autore: Peter Englund
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2022
Novembre 1942, terzo anno della seconda guerra mondiale: all’inizio del mese in tanti erano convinti che le forze dell’Asse avrebbero avuto la meglio nel conflitto, a fine mese era chiaro che la sconfitta di Germania, Italia e Giappone sarebbe stata inevitabile, a vantaggio degli Alleati, uniti intorno agli Anglo-americani.
In quei pochi giorni si è realizzata La svolta, titolo e contenuto di un ampio saggio-documento dello storico e giornalista svedese Peter Englund, pubblicato in Italia da Marsilio (ottobre 2022, 618 pagine), pochi mesi dopo la prima edizione in lingua originale.
I costi della traduzione, a cura di Andrea Mazza, sono stati sostenuti dallo Swedish Arts Council, autorità governativa per la diffusione della cultura svedese.
Nato a Boden, nella Svezia settentrionale, nel 1957, Peter Englund è uno scrittore e saggista entrato nell’Accademia Svedese dal 2002, di cui è stato segretario permanente dal giugno 2009 al maggio 2015. Ha studiato archeologia, storia e filosofia teorica nell’Università di Uppsala, laureandosi nel 1983 e ottenendo sei anni dopo un dottorato, durante il quale ha lavorato per un breve periodo presso i servizi segreti militari. Prima pubblicazione nel 1988: un libro sulla campagna militare di Poltava. Nel 1993 ha ricevuto il premio August e nel 2002 il Selma Lagerlöf per la letteratura. Firma saggi soprattutto di storia, sull’Impero svedese ed altri temi, che hanno suscitato interesse in Europa, specie in Germania e Repubblica Ceca.
Il fatidico novembre 1942, quindi. Nei primi giorni, l’offensiva inglese su El Alamein ricacciò Italiani e Tedeschi dall’Egitto, costringendoli a una ritirata verso il Nord Africa occidentale che non si sarebbe più fermata. Alla fine del mese, l’Operazione Urano scatenata a Stalingrado dall’Armata Rossa strinse le unità germaniche in una tenaglia nella pianura del Volga. Nel Pacifico, divenne chiaro nei combattimenti di novembre sull’isola di Guadalcanal che che i Giapponesi non avrebbero respinto gli americani dalle Salomone, in cui erano sbarcati ad agosto. La stessa “svolta” si evidenziò con chiarezza nei cieli e nelle acque del Mediterraneo e degli Oceani.
In una presentazione a cuore aperto ai lettori, l’autore spiega che il suo lavoro, sui giorni del 1942, che hanno cambiato il destino del mondo, non descrive cosa fu la guerra in quelle quattro settimane critiche, ma si sofferma su come si svolse un fenomeno storico che per la sua portata “tenderà sempre a sfuggirci”.
Non potrà mai essere colto nella sua interezza un conflitto durato tanto a lungo, in territori sconfinati del pianeta, con devastazioni e vittime incommensurabili. L’uomo in queste circostanze si è macchiato di azioni talmente atroci che la capacità di comprensione, i nostri valori e persino le parole risultano insufficienti.
Questo non deve però fornire il pretesto per non provare a compiere uno sforzo di conoscenza, doveroso nei riguardi di chi ha pagato con la vita.
“Ed è ciò che questo libro tenta di fare”.
Se manca il quadro d’insieme, si può fare ricorso al vissuto di tanti e tante, alle loro emozioni. La scelta è di intrecciare biografie, come nella precedente opera sulla prima guerra mondiale La bellezza e l’orrore. La Grande Guerra in diciannove destini (Einaudi, 2012). Ancora una volta viene posto al centro l’essere umano ed è dichiaratamente pari a zero l’intervento dell’autore su fonti testimoniali sufficientemente ricche e ricostruzioni spesso tanto personali.
Si fa strada un paradosso. Se molti dei combattenti della Prima guerra mondiale 1914-18 erano spinti da un idealismo disancorato dalla realtà: “combattevano in nome di fantasie”, nella Seconda non vi fu idealismo, nonostante la posta in gioco infinitamente più alta. Tanto generava un attrito tra gli obiettivi grandiosi della lotta tra barbarie e civiltà e il modo in cui venne vissuta. Nel novembre del 1942, tutto questo toccò l’apice.
La storia di ottant’anni fa viene descritta attraverso le storie dei protagonisti e testimoni diretti, militari e civili, uomini e donne, di tanti fronti e Paesi.
Il fante inglese, il marine americano, l’ufficiale giapponese, la donna ucraina, il partigiano bielorusso, la profuga cinese, il carrista tedesco, il pilota, l’infermiera, il marinaio, il corrispondente di guerra, l’inviato al fronte, i prigionieri.
Le loro immagini sono proposte già prima del testo, distinto in quattro fasi che suddividono l’intero mese. Brevi indicazioni sommarie sul rispettivo futuro (immediato o più lontano, se sopravvissuti alla guerra) risaltano in una breve appendice sommaria.
Tra i volti e le figure ritratte spicca un ufficiale italiano, l’ingegnere e scrittore Paolo Caccia Dominioni (1896-1992), volontario nella Grande Guerra, maggiore dei Guastatori in Nord Africa, poi partigiano in Italia (Capo di Stato Maggiore del Corpo lombardo Volontari della Libertà). Ci sono anche le sue testimonianze.
Nel dopoguerra, ripresa l’attività nello studio di ingegneria del Cairo, avviò per conto del Governo italiano una missione di recupero nel deserto durata quattordici anni, alla ricerca delle salme dei caduti di ogni nazione. Il cimitero di guerra italiano di Quota 33 a El Alamein è stato progettato da lui, come il grande Sacrario ai Caduti oltremare di Bari, secondo per importanza in Italia dopo Redipuglia.
Si diceva delle quattro fasi dell’undicesimo mese del 1942. Dall’indice: 1-8 novembre, piani grandi e piccoli; 9-15 novembre, notizie incoraggianti; 16-22 novembre, possiamo chiamarlo il punto di svolta: 23-30 novembre, stavolta vinciamo noi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La svolta. Novembre 1942. I giorni che cambiarono il destino del mondo
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