La talpa di John le Carré

Nelle sale cinematografiche dal 13 gennaio 2012, il film “La talpa” è tratto dall’omonimo bestseller di John le Carré. La scrittrice Paola Rondini ci ha presentato il libro per l’iniziativa "Uno scrittore ci racconta un libro".

Ero indecisa su quale romanzo recensire per questa bellissima iniziativa (n.d.r. "Uno scrittore ci racconta un libro"), ci sono sempre tanti
(troppi) libri sulla scrivania, sugli scaffali, in ogni anfratto della mia casa e molte di queste
storie sarebbero degnissime di una segnalazione.

Quando però ho letto che a Gennaio 2012 era in uscita il film “La talpa” (titolo originale “Tinker,
Tailor, Soldier, Spy”) per la regia di Tomas Alfredson, con protagonista Gary Oldman e un
prestigioso cast tutto British, ho deciso di riproporre questo romanzo di John le Carrè,
che forse è sconosciuto ai più giovani o a coloro che, erroneamente secondo il mio parere,
relegano l’autore a mero scrittore di thriller e i suoi romanzi a semplici spy stories.

Confesso che lessi per la prima volta “La Talpa” perché trovai per caso l’edizione economica
dentro la valigia di mia madre, durante una noiosa estate al lago.
Non era certo una lettura da ragazzina, ma ricordo ancora in modo chiarissimo, il forte
impatto immaginifico che quelle pagine ebbero su di me; per la prima volta leggevo di Guerra
Fredda, di blocchi contrapposti, di cortina di ferro.
La mia mente si perse affascinata in un’Inghilterra immersa nelle nebbie, reali e metaforiche,
della scuola di spie di Sarratt (detta familiarmente “The Nursery”), seguì i concitati dialoghi
tra eleganti gentiluomini corrotti appartenenti al “Circus”, ma soprattutto fu catturata
dall’attenzione che l’autore profondeva a tutto ciò che era “la tecnica”: comunicazione,
depistaggio, controllo, inseguimenti, scambio di informazioni, analisi linguistiche.

La trama racconta la storia di un agente dell’MI6 (il servizio segreto britannico) che è
richiamato al duro lavoro di coordinatore di spie, per l’urgenza di scoprire l’identità di un
doppiogiochista che passa informazioni all’altro blocco.
Questo eletto non ha certo le sembianze dell’eroe di Fleming, niente di più lontano da quel
Bond di tanti film di successo.
George Smiley, questo è il suo nome, è un ometto anziano, malinconico, tradito e
abbandonato più volte dall’affascinate moglie Ann, che lui puntualmente perdona e aspetta
con la pazienza della vecchia spia.
La sua solitudine, e per esteso, quella di un sottomondo di persone che vivono nell’ombra,
la costante dimensione di alterità, di schizofrenica dualità, sono elementi rimasti come
imprinting nella mia testa quando, molti anni dopo, decisi di scrivere il mio primo romanzo.

John le Carrè che si affaccia alla scrittura nel 1961 per raccontare eventi e situazioni che
conosceva bene (era lui stesso un agente dell’MI6), ha negli anni spostato la sua attenzione e
la sua profonda sensibilità umana e di scrittore verso altri scenari del mondo, non si parla più
di Guerra Fredda, ma di freddo calcolo di potentati economici e militari (un titolo fra tutti “Il
giardiniere tenace”).
In quella lunga estate umbra, dopo aver divorato “La talpa”, mi fiondai nelle altre due parti
della cosiddetta “Trilogia di Karla o Trilogia di Smiley” (“L’onorevole scolaro” e “Tutti gli
uomini di Smiley” ) che consiglio caldamente non solo per immergersi in una scrittura
interessante e piena di dettagli, ma, soprattutto, per rileggere, da una penna assolutamente
autorevole, le vicende segrete della nostra storia mondiale recente, volando da una parte
all’altra del globo insieme a personaggi senza nome e con mille nomi, con futuri incerti e
passati cancellati, e cogliere tutto il rischio e il fascino letterario del “niente è come sembra”.

TRAILER DEL FILM “LA TALPA”

Paola Rondini è nata a Città di Castello, dove è tornata a vivere dopo molti viaggi e soggiorni all’estero. "Miniature", il suo primo romanzo, è stato pubblicato da Fanucci Editore nel 2007. Nel 2010, torna in libreria con "I fiori di Hong Kong", pubblicato sempre dalla Fanucci.