La trama del matrimonio
- Autore: Jeffrey Eugenides
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2011
Qualcuno di voi conoscerà già l’autore del romanzo del quale stiamo per parlare: La trama del matrimonio. Ai più il nome del suo autore, Jeffrey Eugenides, risulterà noto per "Middlesex" - premio Pulitzer 2003- e per "Le vergini suicide" dal quale Sofia Coppola ha tratto un film qualche anno fa. E’ per questo che molti sono rimasti elettrizzati all’idea di un nuovo romanzo, edito da Mondadori nel 2011, di questo straordinario autore.
La storia de "La trama del matrimonio" prende il via il giorno della cerimonia di laurea di Madeleine Hanna (la protagonista femminile), Mitchell Grammaticus e Leonard Bankhead, che costituiscono i protagonisti, nonché il triangolo amoroso di questa vicenda.
I personaggi - Mitchell ama Madeleine, Madeleine ama Leonard. A dire il vero, c’è qualcuno che ama Mitchell ma è bene che lo scopriate voi stessi leggendo il romanzo.
Mitchell ha una bella mente, un bell’aspetto e dopo la laurea ha deciso di partire per l’India per capire cosa fare della sua vita. E’ un personaggio complesso, insicuro, coerente con un certo spessore. Forse è il personaggio più apprezzabile della vicenda.
Madeleine è ricca, molto bella e viziata, incarna lo stereotipo della donna che non sa ancora cosa vuole e in attesa di capirlo lascia che gli eventi la travolgano.
Leonard è il tipico bello e dannato, anche se molto intelligente, preparato, iperattivo.
A fare da contorno alla vicenda c’è la famiglia di Madeleine.
Trama e giudizio - La scena prende il via da Madeleine: la troviamo sul letto con alle spalle una sbronza e davanti a sé un mal di testa. Come in un film ci si sposta e lo sguardo dello scrittore si posa sui genitori di Madeleine fino ad arrivare a Mitchell e poi ancora avanti e indietro nel tempo e nello spazio; non mancano infatti digressioni, che però fanno rallentare l’azione.
Se vi aspettate un’azione incalzante alla "Middlesex", di quelle che vi costringe a girare pagina per l’avida curiosità suscitata, rinunciate. Questo romanzo è lento, quasi riflessivo, e si sofferma su argomenti filosofici, semiotici e letterari che non sono propriamente accessibili a tutti (sebbene l’autore faccia del suo meglio per renderli tali), e che possono risultare poco interessanti, correndo il rischio, anzi, ottenendo il risultato di annoiare il lettore. A mio avviso, l’autore approfondisce ad esempio la semiotica, per spiegare tramite essa gli atteggiamenti, le azioni e reazioni dei personaggi principali, come se volesse mettere dinanzi agli occhi dello stesso lettore che Madeleine, Mitchell e Leonard, non sono altro che materia di studio per discipline come la semiotica. Non intende immergere troppo il lettore nelle loro vite, senza permettere al lettore stesso di analizzarli come personaggi letterari che, però, incarnano relazioni ed emozioni di chiunque nel mondo reale.
Il risultato è un romanzo interiorizzato, ricco di spunti ma lento, quasi prolisso. Funzionerà? Ai lettori l’ardua sentenza.
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Romanzo meraviglioso che riporta atmosfere anni 80 e che è in parte autobiografico.Non è difficile riconoscere nel personaggio di Leonard David Forster Williams . La trama è lineare, i personaggi sembrano ricercare un ideale che non cambia mai. Alla fine la vita avrà il sopravvento.
Amori non corrisposti, triangoli amorosi più o meno espliciti: situazioni più che comuni nella vita di ciascuno di noi, tanto che la trama di questo romanzo, se letta nella sua essenzialità, potrebbe far alzare gli occhi al cielo ai più: ma come, ancora la storia di una donna contesa fra due uomini?
In effetti, di base lo è. Ma l’argomento è trattato con tale profondità, con tanta profusione di citazioni letterarie e scientifiche e, soprattutto, con una tale analisi introspettiva dei personaggi, da rendere una storia così banale estremamente interessante, oltre che molto piacevole da leggere.
“La trama del matrimonio” potrebbe essere definito il romanzo dell’ostinazione. Ostinazione, in questo caso, amorosa, in quanto i tre personaggi principali sembrano mettere tutto il resto della loro vita in secondo piano rispetto all’amore che sentono in quel momento, per quanto palesemente sbagliato, frustrante e limitante possa essere. Eppure, non si tratta di protagonisti di un romanzo d’amore ottocentesco, ma di ragazzi d’oggi, che non si negano alcun tipo di esperienza e che, anche dal punto di vista fisico, non sono proprio di primo pelo. Ma si sa, l’amore è un sentimento che tutto nega e tutto travolge, e questo vale non solo per i protagonisti dei grandi romanzi del passato, ma anche per noi, “comuni mortali” che, per fortuna o purtroppo, possiamo ritrovarci nei personaggi.
L’ostinazione di Mitchell è Madeleine. Convinto, fin dalla più tenera età, che lei sia la donna della sua vita, anzi, l’unica possibile per lui, non fa che sbattere la testa contro il muro della “friendzone”. Eppure, pur non lesinandosi altri amori e altre esperienze, continua imperterrito a sperare in un suo cambiamento di idea e di sentimenti. L’ostinazione di Madeleine è Leonard. L’ultimo uomo che una ragazza con la testa sulle spalle dovrebbe amare e sposare. Il demone di Leonard si chiama depressione, forse la peggiore delle malattie, quella incurabile, che si può solamente “tenere sotto controllo”. Cadendo perfettamente nella sindrome della crocerossina, Madeleine si convince di poterlo guarire, e, soprattutto, di non poter fare a meno di lui. La sua famiglia non ha voce in capitolo, men che meno Mitchell: la ragazza inizia consapevolmente e quasi fatalisticamente il suo processo di annullamento nella vita del suo uomo, o, per meglio dire, la sua discesa all’inferno.
L’ostinazione di Leonard, per quanto filtrata e mutuata dalla depressione, è Madeleine. Lei è il centro del suo mondo reale, il suo unico bisogno, la sua ancora di salvezza. Per quante crisi possa avere, per quanto gravi possano essere, il pensiero di Madeleine non lo abbandona, e forse, come si vedrà alla fine del romanzo, il suo amore per lei, malgrado l’apparente dipendenza, è il più puro e sincero dei tre, tanto da portarlo a una decisione estrema ma del tutto priva di egoismo.
Non è sempre facile seguire la cronologia di questo romanzo, in quanto i vari fatti vengono narrati susseguentemente dal punto di vista di almeno due dei protagonisti, spesso da quello di tutti e tre. I sentimenti vengono analizzati, messi a nudo, spiegati, e anche la malattia di Leonard viene descritta nei dettagli, così come l’esperienza di Mitchell in India. Il finale è un perfetto “finale aperto” in cui una situazione si conclude e un’altra resta in sospeso, ma è perfettamente logico e, forse, l’unico finale plausibile e utile alla nostra riflessione che una storia come questa potesse riservarci.