La tregua
- Autore: Mario Benedetti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Nottetempo
- Anno di pubblicazione: 2006
Mario Benedetti (1920-2009) è stato uno dei maggiori autori uruguaiani ed è divenuto ormai un classico. Il romanzo è stato pubblicato nel 1978 in Spagna, dove lo scrittore viveva, mentre l’edizione italiana è del 2006. Il titolo La tregua, che non a caso rimanda all’omonimo libro di Primo Levi, è la storia, in forma di diario lungo un anno, del percorso interiore di un cinquantenne alle soglie della pensione, dopo una vita di lavoro, di vedovanza precoce, di solitudine malgrado la presenza di tre figli che lui stesso ha cresciuto.
Nel libro, ambientato nella Montevideo degli anni ’50, attraverso la voce del signor Martìn Santomè, Benedetti ci descrive con accuratezza stilistica e con grande capacità narrativa il cammino interiore di un impiegato in una grande ditta di contabilità che, dietro l’aridità delle cifre che sono il suo impegno quotidiano, nasconde una vitalità che lo ha troppo presto deprivato dell’amore di Isabel, morta di parto. Dopo sporadici incontri meramente sessuali con donne insignificanti, la voglia di rivincita sulla vita lo porterà a concepire una passione grande, imprevista e assoluta per la giovane Avellaneda, impiegata nel suo ufficio appena venticinquenne, che per lui lascia un fidanzato coetaneo accettando l’amore di un uomo “anziano”, di cui potrebbe essere la figlia. Lascio il resto della storia alla curiosità dei lettori.
La peculiarità di questo romanzo sta nell’aver ricostruito meticolosamente la mentalità, il modo di stare al mondo, i valori di riferimento, l’idea di famiglia, il rapporto con i figli, con gli amici, con il passato di cui Santomè si rende protagonista. Lo seguiamo nei caffè di Montevideo mentre osserva i passanti e soprattutto le donne, facendo astratte considerazioni sulle loro caratteristiche fisiche; mentre in autobus percorre le vie della città; mentre cena con i tre figli, di cui uno, Jaime, si dichiara omosessuale, scatenando nel padre un disprezzo e un dolore che descrivono molto bene il modo di pensare la sessualità e la famiglia nei primi anni ’50.
La tregua è stato una scoperta di cui raccomando la lettura a chi ama la bella scrittura ed un’analisi non banale di rapporti e sentimenti. Dovendo descrivere al suo innamorato i rapporti tra i propri genitori, la giovane Laura Avellaneda dice:
“A proposito di sentimenti, c’è tutta una gamma di zone adiacenti, affini , che si possono facilmente confondere. L’amore, la fiducia, la pietà, il cameratismo, la tenerezza: io non so mai in quale di queste zone si posizionano i rapporti tra papà e mamma. E’ difficile stabilirlo, e credo che neppure loro l’abbiano fatto”.
Particolare l’uso di un’ironia graffiante ma mai distruttiva da parte dello scrittore, capace di mettere in bocca al suo protagonista una dichiarazione che sembra un aforisma.
”Se mai un giorno mi suiciderò, sarà di domenica. E’ il giorno più scoraggiante, il più insulso”.
La tregua
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