La vedova di Fiona Barton

È una giornalista d’inchiesta per i quotidiani inglesi, su cui scrive di cronaca, l’inglese Fiona Barton. “La vedova” è il suo romanzo d’esordio, fortunatissimo, tradotto in 30 paesi, best seller anche nelle classifiche italiane, dove il genere thriller sembra essere l’unico davvero apprezzato dal pubblico.

Il commissario Bob Sparkes, molto appassionato del suo lavoro di detective, si trova ad indagare su un caso orribile: la sparizione della piccola Bella Elliott, di appena due anni, figlia unica della ragazza madre Dawn, portata via dal giardino di casa mentre la madre era da poco entrata in cucina. I sospetti cadono su un uomo, Glen Taylor, un normale impiegato di banca, poi trasportatore, sposato felicemente con Jean, una parrucchiera devota e fedele al marito. La coppia non ha avuto figli, anche se lei li desiderava spasmodicamente, perché dopo le indagini di prassi Glen si era scoperto sterile.
L’ispettore Sparkes si rende presto conto che Glen è un pedofilo e che il suo computer ha registrato moltissime visite a siti a pagamento di porno pedofilia, cosa di cui la moglie sembra essere all’oscuro, ma anche se molti indizi lo rendono il sospettato principale, Glen Taylor riesce a rimanere freddo e calmo; dopo un processo spettacolare, nel quale giornali, televisioni hanno una parte centrale, il presunto assassino della piccola Bella deve essere rilasciato, e Bob Sparkes capisce di non aver trovato la chiave giusta per mettere fine ad una storia drammatica che potrebbe ripetersi. Una giustizia garantista in una grande democrazia non si accontenta delle intuizioni di un pur coscienzioso detective.
Il romanzo è costruito con grande capacità di far parlare le diverse voci dei protagonisti: la vedova, che dà il titolo al libro, è proprio Jean Taylor, che, all’indomani dell’incidente in cui Glen perde la vita, potrebbe rivelare finalmente quella verità che l’investigatore sta aspettando da anni: Jean è stata coinvolta nel rapimento della piccola Bella? Che ruolo ha avuto nella terribile vicenda che appassiona l’opinione pubblica che per oltre quattro anni nessuna inchiesta giudiziaria riesce a decifrare?

Fiona Barton ha lavorato con molti esperti collaboratori: sono inquietanti le pagine che svelano i segreti di internet, le chat rooms nelle quali avvengono incontri virtuali che possono dare origine e delitti innominabili, i siti a pagamento dove ingenui utenti incontrano veri mostri, capaci di intrappolarli in giochi dagli esiti drammatici. Facebook e le sue pagine possono divenire il tramite di incontri inattesi nei quali si celano personaggi dai nomi infantili, apparentemente innocui, ma che possono rivelarsi assassini seriali, dipendenti da vizi innominabili di cui sono vittime piccoli ignari e innocenti. “La vedova” sembra voler mettere in guardia da pericoli che noi fruitori dei social networks ignoriamo, mentre fortunatamente ci sono intere sezioni della polizia giudiziaria e di psicologi che lavorano ormai proprio su tali nuove pericolose devianze.
Kate Waters, la giornalista d’assalto disposta a tutto per lo scoop del secolo, Dawn Elliott, la madre di Bella pronta a riciclarsi in un ruolo pubblico molto esposto mediaticamente, Zara Salmond, la poliziotta giovane che vuole far carriera impadronendosi dei mezzi informatici per le indagini, Jean Taylor, la moglie del presunto mostro dalla psicologia complessa molto ben ricostruita, sono i personaggi femminili che Fiona Barton tratteggia con sicurezza, mentre i due protagonisti maschili, il gelido ed intelligente Glen e il poliziotto Bob, che quasi si ammala per non aver trovato le prove della sua colpevolezza, dominano la scena per tutte le pagine dell’intricato romanzo. La vera protagonista resta tuttavia la Rete, quella che ogni giorno ci permette di connetterci con il villaggio globale, ma che può diventare, per le psicologie più fragili, l’anticamera dell’inferno. E il romanzo sembra insegnarci a difendere proprio le potenziali vittime da uno strumento che non è solo portatore di libertà, ma troppo spesso può veicolare dipendenza, assuefazione, malattia.