La vera nascita di Maigret
- Autore: Francis Lacassin
- Anno di pubblicazione: 2013
“Da qualche tempo presentivo la fine del mio apprendistato, composto da numerosi racconti e romanzi scritti sotto quindici o sedici pseudonimi. Esitavo ancora ad affrontare un genere più difficile, se non più serio”.
La leggenda, alimentata dallo stesso Georges Simenon (1903 – 1989), racconta che il personaggio di Jules Maigret fu concepito dal grande autore belga nel settembre del 1929. Il ventiseienne Georges, già prolifico autore di romanzi popolari che gli avevano procurato un buon reddito, aveva sentito l’esigenza di cambiare genere, cioè rivolgersi verso il romanzo simil letterario o poliziesco, trampolino di lancio verso la cosiddetta alta letteratura. Simenon sapeva di possedere sia stoffa sia talento, del resto aveva iniziato a scrivere fin da piccolo a Liegi, città nella quale era nato nei primissimi anni del Novecento, secolo che lo vide poi protagonista. L’ex cronista della Gazette de Liège, nella cui redazione grazie all’organico ridotto aveva “messo mano a tutto”, era sbarcato a Parigi nel ’22 a diciannove anni fermamente intenzionato a conquistare il titolo di romanziere. Del resto, un grande scrittore si fa intuire anche nei suoi scritti da principiante, quei testi nei quali si evidenziavano già le qualità di un autore eccelso: senso dell’osservazione e del dettaglio, abilità nel far vivere una situazione e nel suggerire un’atmosfera.
“Bloccato nel piccolo porto olandese di Delfzijl, mentre si procedeva al calafataggio completo della sua barca, L’Ostrogoth”, il futuro scrittore di fama mondiale, in un mattino soleggiato seduto in un caffè, aveva sentito arrivare l’ispirazione, il lampo di genio. Iniziava a profilarsi la sagoma di un signore “possente e impassibile” che sarebbe potuto essere “un commissario accettabile”. Il poliziotto avrebbe avuto una pipa, una bombetta, un pesante soprabito col colletto di velluto. Accanto alla scrivania del personaggio coniato in Olanda da una mente dalla fantasia sopraffina, “una vecchia stufa di ghisa”, perché nella chiatta abbandonata c’era freddo umido. Il giorno dopo alle 12 il primo capitolo di Pietr il lettone (edito a puntate dal luglio all’ottobre 1930 come feuilleton sulla rivista Ric e Rac e pubblicato nel maggio 1931 presso l’editore Fayard) era scritto, in quattro o cinque giorni il primo romanzo dedicato al celebre poliziotto parigino era terminato.
“Questa è la leggenda... che si imposta su una realtà differente”
perché la vera nascita di Maigret era avvenuta in un altro modo e Lacassin (1931 – 2008) lo racconta con passione e scrupolo. Giornalista, editore, sceneggiatore, saggista, uno dei massimi esperti francesi di fumetto e di letteratura popolare, e amico di Simenon, Lacassin in questo volume ("La vera nascita di Maigret", Edizioni Medusa) compie un’accurata indagine sulla vera origine del commissario di polizia più famoso al mondo.
Attraverso “l’autopsia di una leggenda” il lettore scopre che tra il 1925 e il 1930 Simenon
“aveva lanciato e sperimentato non meno di diciotto investigatori pubblici, privati, amatoriali prima di ottenere il personaggio di Maigret”.
- Il russo Serge Polozvef,
- l’ispettore americano Jackson,
- Georges Aubier,
- l’investigatore privato Joseph Leborgne,
- il raffinato Ives Jarry e molti altri.
Il commissario Maigret era apparso in quattro romanzi popolari (Treno di notte, La ragazza con le perle, La donna rossa, La casa dell’inquietudine) tutti firmati con lo pseudonimo di George Sim o Christian Brulls. In Treno di notte Maigret è un commissario di Polizia di Marsiglia, non fuma la pipa ma è
“un uomo calmo, dalla parlata ruvida, dalle maniere volentieri brutali”.
Nei volumi dove appariva l’abbozzo di Maigret, c’era già in germe l’anima di poliziotto compassionevole “aggiustatore di destini” che l’avrebbe reso celebre dal 1931 al 1972 in 75 romanzi e 28 racconti. Un poliziotto pieno di umanità, “esploratore delle coscienze”, con l’attitudine a comprendere gli umili soprattutto quando sono sfortunati e che aiuta il colpevole “a non fuggire più da se stesso ma a ritrovare il rispetto di se stesso”. Sua moglie Louise “presenza discreta e rassicurante”, è per Maigret “madre e compagna”. Simenon, romanziere psicologico per eccellenza, ha lo stesso desiderio di comprendere gli altri invece di giudicarli, come la sua creatura di carta che vive di vita propria nell’immaginario collettivo di ciascuno di noi.
“E fortunatamente, entrambi condividono gli stessi piccoli istanti di felicità perfetta: piacere di assaporare l’anguilla o il fricandò all’acetosella cucinati dalla padrona di un bistrot di quartiere, degustare una birra fresca a un bancone, camminare al braccio della donna amata, a caso, per le strade di Parigi... ”.
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