La virtù dell’orto
- Autore: Pia Pera
- Genere: Autostima, motivazione e pensiero positivo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Ponte alle Grazie
- Anno di pubblicazione: 2016
“Coltivando la terra si coltiva anche la felicità” è il sottotitolo del volume “La virtù dell’orto” (Ponte alle Grazie, 2016) di Pia Pera (1956 - 2016) uscito nel 2010 con il titolo “Giardino & orto terapia”, riproposto ora in una versione riveduta e aggiornata, redatto dall’autrice recentemente scomparsa che ha scritto di natura paesaggio e giardino in numerosi libri.
“Da bambina non volevo le bambole, e nemmeno i pantaloni. Volevo un giardino”.
La piccola Pia non sapeva bene la ragione ma desiderava intensamente
“quattro metri quadrati di terra recintata tutta per me, dove potere crescere, e far crescere indisturbata”.
Un recinto e un piccolo pezzo di terra per proteggere e nutrire soprattutto la sua libertà. Forse il desiderio di Pia era nato il giorno in cui, per la prima volta, aveva visitato un podere che era appartenuto alla nonna.
“Di quella giornata ricordo un’aiuola di iris e viole addossata alla casa”.
La bambina si era divertita a smuovere la terra e ad osservare gli animali che si trovavano nella stalla. Forte della sua pratica, per lei una vera e propria vocazione, l’autrice consigliava alle educatrici e ai genitori di permettere ai bambini di vivere “questa esperienza fondamentale” considerando l’orto come un’aula all’aperto in cui comprendere tutto insieme l’abc della vita: come un seme si trasforma in pianta, in fiore infine in frutto.
“Sarà poi vero che l’orto fa bene?”.
Pia sapeva che in una giornata di irrequietezza e nervosismo “prendo la via dell’orto” dove c’è sempre qualcosa da fare, legare i pomodori cresciuti a una canna e cimare l’odoroso basilico. Mentre si occupava delle sue amate creature alla competente Pia sembrava che le parlassero chiedendole di prendersene cura “ricambieremo con un invito a pranzo”. Ecco svelato il segreto del giardiniere: la perfetta armonia che si viene a creare tra le piante e la mano che le custodisce perché tra di esse si prova la sensazione di avere trovato con estrema facilità il nostro posto nel mondo. Pia rivelava al lettore quali fossero state le attività da lei preferite da compiere nel giardino: dallo scavare una buca
“la zappa batte contro la radice di un ciliegio”
al potare
“un rametto fuori posto viene prontamente tagliato con le cesoie”
al seminare “è la più avventurosa attività del giardiniere”. Nell’apparente silenzio del piccolo eden, che vive in perenne mutamento, è possibile ascoltare noi stessi, i suoni della natura e dei moti del cuore imparando la pazienza e il senso dell’attesa sentendosi “connessi alla rete della vita”. Nell’orto il vero insostituibile maestro è la pratica stessa e occorre capire che si svilupperà una sensibilità verso la natura solo a patto di non perdere di vista il nesso di ogni singolo essere con gli altri.
Le belle pagine del libro svelano tutta l’empatia tra l’autrice e il magico universo della natura che ci circonda invitando chi legge a partecipare a tale comunione in modo da ritrovare serenità e pace.
“Ringrazio il giardino, il bosco, l’orto, l’uliveto, il frutteto, lo stagno e i monti, di avermi liberata dal folle bisogno di uccidere il tempo. Di avermi insegnato ad assaporare ogni momento. Il giardino mi ha regalato la pace interiore”.
È questo il testamento morale di Pia Pera.
La virtù dell'orto. Coltivando la terra si coltiva anche la felicità
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