La vita è un ballo fuori tempo
- Autore: Andrea Scanzi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2015
In libreria dal 23 aprile 2015 con Rizzoli, La vita è un ballo fuori tempo è il primo romanzo di Andrea Scanzi, noto giornalista de Il Fatto quotidiano.
C’era una volta, nell’immaginario paese di Lupinia, un quarantacinquenne giornalista disilluso (“le rughe aumentavano, i capelli diminuivano”), che “si allenava da anni a vegetare bene”. Stevie scriveva di calcio su “La Patria”, quotidiano locale filogovernativo in ragione del fatto che il direttore J. J. Cernia era uno dei consiglieri di fiducia del giovane Capo del Consiglio, Tullio Stelvio Bacarozzi. Stevie viveva insieme al labrador Clarabelle, cagna molto affettuosa. Sopra di lui abitava nonno Sandro, ex-staffetta partigiana quasi novantenne ma ancora “agile come Fred Astaire”, il quale dopo una vita da operaio si era inventato insieme a tre arzilli coetanei suoi amici “una linea di videogiochi per la terza età” chiamata Cocoon. Il saggio nonno si dilettava in cucina e nel tempo libero tirava le freccette contro il muro, dove campeggiava il volto del premier.
Nel giorno in cui Bacarozzi aveva depenalizzato centotrentaquattro reati, Stevie alla redazione del giornale aveva appreso di una nuova direttiva urgente d’iniziativa del premier, che consisteva nel “Decalogo del Giornalismo del bene”. Dieci regole che secondo il politico “avrebbero aiutato il lavoro di tutti noi e la ripresa del nostro grande Paese”, viste sempre in un’ottica di grande ottimismo e fiducia. Stevie non riusciva a adeguarsi a tutto ciò che stava avvenendo ed era conscio di essersi lasciato andare a “uno spegnersi adagio, giorno dopo giorno”, infatti, si sentiva stanco, rassegnato e inutile. La distanza tra quotidianità e desiderio era diventata incolmabile. Al nonno, il quale “ultimamente gioca al rivoluzionario”, il giornalista aveva confidato che stava elaborando il lutto dei suoi principi e dei suoi ideali. Il giovane collega stagista Rayban Seganti al giornale cercava di combattere con difficoltà l’atmosfera prona al regime in carica.
“Ma quale speranza? L’opera di abbindolamento generale continua”.
Stevie si augurava che il giovane non finisse come lui. L’unico raggio di sole era la ragazza bruna dagli occhi verdi che serviva il caffè nel bar frequentato da sei anni. Quando la guardava il giornalista si sentiva bene “era capace di essere bella in ogni cosa che faceva”. Di lei non sapeva nulla se non che soltanto lei avrebbe potuto salvarlo. Forse per il nostro eroe stava per giungere il momento del riscatto.
“Ho sempre pensato che avesse ragione Italo Calvino, nel sostenere che, anzitutto nella letteratura, la salvezza vada cercata nell’ironia e nel sorriso. In Calvino l’ironia non è mai disimpegno o rifugio nel privato ma chiave di lettura privilegiata per raccontare e comprendere il presente inducendo il lettore sorridendo a una riflessione sulle miserie e storture del presente”.
Così si è di recente espresso Andrea Scanzi in merito all’uscita del suo primo romanzo durante la trasmissione televisiva “Otto e mezzo” condotta da Lilli Gruber, dove il giornalista e saggista è spesso ospite per commentare con arguzia e acume la vita politica italiana. Firma di punta de “Il Fatto quotidiano”, con uno stile incalzante e tagliente, ne La vita è un ballo fuori tempo Scanzi dipinge una realtà piuttosto comune. Il disincanto dello scanzonato e amareggiato Stevie è quello di tanti italiani che sembrano aver perso ogni speranza sia in loro stessi sia nel futuro. Il mondo di Lupinia, governato da surreali e ambigui politici, è lo specchio deformante di tanti avvenimenti che possono trovare riscontro nella nostra quotidianità.
Con un sottofondo musicale fatto di tanto blues e buona musica scorrono una parodia di personaggi credibili, reali nati dalla fantasia dell’incisivo giornalista, dove l’autoironico ma silenziosamente arrabbiato Stevie cerca di sopravvivere in una realtà sciocca e vana.
“Sempre sulle lapidi, a me basterà il mio nome, le due date che sole contano, e la qualifica di scrittore e partigiano”. Beppe Fenoglio (1922-1963).
La vita è un ballo fuori tempo
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Lasciate ogni speranza o voi che comprate codesto libro!! Da non leggere, a meno di avere 3 ore e 18 € da buttare e tanta, tanta, taaaanta voglia di farsi male. Io avevo 8 ore di volo Alitalia senza alcun supporto video. Capirete che di tempo ne avevo. E il libro l’avevo comprato perche’ non mi dispiace lo stile con cui Scanzi scrive i suoi articoli. Specie quelli in cui stronca i tennisti, in particolare i nostri. Pero’ un conto e’ l’articoletto breve e divertente, e anche un poco cazzaro. Un’altro e’ scrivere un romanzo credendo di essere l’erede di Benni e Pennac. Credendo. Si perche’ Scanzi scrive una storia insignificante, con un protagonista ancora piu’ insignificante e con una prosa che nenache lontanamente (lontano lontano e mezzi ciecati) puo’ ricordare Benni. In 3 ore di lettura ho sorriso 2 volte. 3 ore di lotta tra una parte di me, disgustatissima, che voleva aprire il portellone dell’aereo mentre sorvolavamo l’atlantico (non e’ chiaro se per buttarmi o buttare il libro), ed un’altra parte incazzatissima che voleva verificare se effettivamente avevo buttato 18 € in una ciofeca (una versione tascabile da 10€ non avrebbe reso abbastanza a scrittore ed editore??) . La parte incazzata ha avuto il sopravvento e cosi’ ho finito il libro. Grazie Alitalia! Appena arrivato in USA ho chiamato casa. Non per avvisare che ero arrivato sano e salvo, ma per mettere tutti in guardia dall’acquisto di questa mostrusita’. Ho fallito anche in quello. Giorni dopo ho scoperto che anche mia sorella, non avvisata da mia madre delle funeste notizie d’oltre oceano, lo aveva comprato, E anche lei si stava pentendo amaramente dello sfortunato acquisto. Comunque, visto che lo ha comprato in versione elettronica almeno l’ha pagato meno caro (Scanzi rivoglio i miei 18 euro!!!! Ti restituisco il libro con dedica mia e pure di mia sorella). Un’ultima nota. Ogni tanto sogno come sarebbe bello se tutti i tennisti italiani massacrati da Scanzi facessero i critici letterari nel tempo libero. Allora si che ci sarebbe da ridere! Ultimissima nota. Vedo che a qualcuno il libro e’ piaciuto. I gusti sono gusti e il mio commento non vuole essere di critica verso gli altri lettori. Io vorrei, nel mio piccolo, evitare che altri ignari lettori debbano soffrire le mie pene.