La vita senza fard
- Autore: Maryse Condé
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2019
Di solito nelle autobiografie si tenta di romanzare i fatti della propria vita, dare un senso agli avvenimenti e alle scelte fatte. Ne La vita senza fard (La Tartaruga, 2019, trad. Anna D’Elia), la scrittrice antillana spesso data tra i favoriti per il Premio Nobel Maryse Condé sceglie invece di raccontare la propria vita così come si è svolta, senza nascondere gli sbagli compiuti, le contraddizioni, i sensi di colpa che l’accompagnano nella sua difficile esistenza.
Maryse Condé suddivide la storia della sua vita in tre parti e la fa iniziare a Parigi, dove studia Letteratura alla Sorbona, per poi portarci in Africa, in cerca di stabilità e di un lavoro che la appagasse.
Racconta delle sue grandi passioni che hanno sconvolto la sua vita e che le hanno lasciato quattro figli. Abbandonata la Guadalupa, la sua terra natale, di cui non si è mai sentita parte, narra la sua ostinazione nel voler vivere in Africa pur non sentendosi mai integrata totalmente.
Il primo fatto saliente è la relazione con l’haitiano Jean Dominique a Parigi che l’abbandona non appena saputo che aspetta un bambino da lui. Da qui Maryse parte per l’Africa, approdando dapprima in Costa D’Avorio, poi viaggiando in Guinea, Ghana e, infine, in Senegal.
La vita di Maryse è segnata dagli avvenimenti politici che hanno caratterizzato i paesi in cui si è trovata a vivere: il regime di Sékou Touré in Guinea, il governo di Kwame Nkrumah in Ghana. Si è sentita spesso sola, derisa e non accettata dalla società; ha vissuto nell’estrema povertà cercando di mantenere i suoi quattro figli. Neanche il matrimonio con Condé ha risollevato la situazione economica e la loro vita fu un continuo di richieste di prestiti ad amici, debiti con negozianti e tentativi di ottenere una condizione migliore, piegandosi ai favoritismi e alla corruzione. Ha conosciuto e frequentato grandi personalità pubbliche, avvicinandosi anche alle attività politiche di opposizione.
La Condé ci accompagna nel suo avvicinamento alla letteratura. Ci racconta della sua passione per la poesia di Aimé Césaire e di Frantz Fanon, che ha segnato la sua formazione letteraria.
La sua attività di scrittrice inizia a quarantadue anni e nasce da una vera e propria esigenza di raccontare le sue vicissitudini e dare una forma ai tanti fatti che hanno segnato la sua vita. Vincitrice del Nobel Alternativo nel 2018, i suoi romanzi raccontano le identità etniche, il colonialismo e il postcolonialismo, la schiavitù, il razzismo, la corruzione, la miseria. Riceve anche molte critiche, poiché non sempre nei suoi romanzi sceglie di riportare in modo preciso e veritiero gli avvenimenti, ma li confonde e li romanza volutamente.
Il suo stile è semplice, ma coinvolgente. Tuttavia ci descrive i fatti senza fronzoli e senza cercare di abbellirli: con estrema veridicità e crudezza ci racconta i suoi pensieri, anche e soprattutto, quelli più cinici, amorali e ipocriti, i suoi sensi di colpa e i suoi rimorsi.
È palese la necessità di rielaborare le motivazioni delle scelte fatte mettendo per iscritto ciò che la tormenta: il continuo sradicamento dei figli, le bugie raccontate agli uomini della sua vita, per il solo scopo di trovare una sua identità e un suo posto nel mondo.
La vita senza fard
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