La vita uccide in prosa. Le indagini di Norberto Melis di Hans Tuzzi

Hans Tuzzi ambienta i suoi casi nella Milano degli anni Ottanta. In questo agile libro, "La vita uccide in prosa. Le indagini di Norberto Melis", siamo nel 1988. Tutto scorre a meraviglia. Il Milan ha vinto lo scudetto, la moda degli aperitivi è un must, gli immigrati del Sud Italia si sono integrati. Essere pugliese o calabrese non dà più fastidio ora che sono arrivati in massa i pulitori di vetri, i polacchi e la prima ondata di gente dal Marocco.
Dall’ultima indagine da commissario è divenuto vicequestore, continua la sua vita con la bella e coltissima moglie Fiorenza. Li unisce la passione per l’etimologia delle parole e la musica classica.

La nuova indagine parte dell’assassinio di un uomo che lavorava al catasto, ucciso a revolverate sulla porta di casa. Un tal Maggiorino Agosto, uomo dalla vita insignificante. Niente cinema, niente ristoranti, nessuna lettura. Una sardina piatta. Melis non capisce come un uomo così banale, con una vita lavoro-casa, senza amici addirittura finito in quella maniera. Lascia il padre evaporato e una sorella che sta arrivando dall’Argentina, anche lei con un nome impossibile, Augusta Agosti.
Arrivata in commissariato identifica la vittima come suo fratello e le fanno vedere il padre. "Questo signore non è mio padre". Dopo ulteriori indagini si scopre che il padre di nome Vilmo è morto da anni, ma l’impiegato Maggiorino ha preso da Parco Lambro un senzatetto simile al padre per continuare a prendere la pensione e l’assegno di accompagno.
Insomma questo Maggiorino non era poi così banale, aveva una passione devastante per il denaro tanti da far passare un estraneo per suo padre. La stessa moglie di Maggiorino, Rosa, aveva accettato un estraneo in casa, ma chissà se era d’accordo o meno.
La signora Rosa Bonacina era morta nel 1986 per una caduta dalle scale, un incidente domestico. Ma Melis vuole vederci chiaro, come è morta veramente Rosa? Ormai l’impiegato al catasto ha assunto un’aura luciferina.
Non diciamo oltre, ma le sorprese saranno parecchie.

Questo è un libro giallo molto raffinato, come gli altri di Hans Tuzzi, un maestro nella sintassi e nei colpi di scena.