Le affinità elettive
- Autore: J. Wolfgang Goethe
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
Pubblicato nel 1809, il romanzo di Wolfgang Goethe “Le affinità elettive” prende il titolo da un termine scientifico una volta usato per descrivere un fenomeno naturale per il quale due elementi chimici, uniti tra loro, si dividono quando subiscono attrazione da parte di altri elementi con i quali hanno maggiore affinità.
Il significato del romanzo di Goethe - Il romanzo è una metafora sulle passioni umane regolate in base all’affinità chimica ed esamina la possibilità della scienza e della chimica di minare o sostenere l’istituzione del matrimonio e le altre relazioni sociali.
Dal momento della sua pubblicazione sino ad oggi, il romanzo di Goethe, ha suscitato una miriade di interpretazioni: alcuni sostengono la tesi della teoria chimica nel rapporto tra i protagonisti; altri affermano la filosofia della natura che affonda le sue radici nel destino; altri ancora pensano alla libera scelta.
Jeremy Adler, un poeta inglese storico della chimica, noto per la sua tesi di dottorato nel 1977 sulla chimica di Goethe, ritiene il romanzo la base per una teoria universale sull’affinità.
Un romanzo complesso che non trova tuttora adeguate spiegazioni anche a causa delle difficili simbologie diversamente interpretabili.
L’opera di Goethe scosse i lettori ottocenteschi per l’esplicita analisi delle attrazioni erotiche al di fuori delle leggi morali e religiose del tempo.
Essa rappresenta la combinazione di problemi coniugali e di critica della società nel diciannovesimo secolo, precedendo una serie di grandi romanzi sul matrimonio (Madame Bovary di Flaubert e Anna Karenina di Tolstoj) ed evidenziando la problematicità dei rapporti della vita nei quali l’uomo si trova a dover affrontare soluzioni dominate da ragione e sentimento.
Trama - I protagonisti principali del libro sono Carlotta ed Edoardo, due aristocratici di mezza età, che, rimasti vedovi entrambi, hanno realizzato il loro sogno di gioventù, sposandosi e ritirandosi nella loro tenuta di campagna, dove la loro unica occupazione è ristrutturare il giardino.
Li raggiungono, un amico di gioventù di Edoardo, il Capitano, e Ottilia, una giovane fanciulla che Carlotta considera come una figlia
Tra i quattro personaggi si scatenerà l’affinità elettiva, un’attrazione magnetica che guiderà Edoardo verso Ottilia e Carlotta verso il Capitano, le due copie vivranno il loro amore in modo diverso: Edoardo ed Ottilia si faranno travolgere dalla passione e Carlotta ed il Capitano, entrambi razionali, sceglieranno la rinuncia e le convenzioni.
La situazione andrà sempre più complicandosi sino a che tutti i protagonisti non prenderanno atto della realtà che, comunque, non muterà il fatale e tragico epilogo.
“Un cuore che cerca, sente bene che qualcosa gli manca; ma un cuore che ha perduto, sa di cosa è stato privato”
Un romanzo d’amore? Un romanzo di morte? Un saggio di analisi della società? Le affinità elettive di Wolfgang Goethe è un romanzo che riesce a coinvolgere e appassiona nonostante la complessità e, sebbene abbia compiuto due secoli, è un’opera ancora molto attuale.
Le affinità elettive
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La lettura e, soprattutto, la recensione di un classico si affrontano sempre con i piedi di piombo, in primo luogo per il dovuto rispetto che si riserva a un’opera ormai annoverata da pubblico e critica come “immortale”, e in secondo luogo per la naturale e ovvia discrepanza di ambiente e mentalità che intercorre fra l’anno della sua pubblicazione e l’epoca moderna, e che, spesso e volentieri, lo rende ostico alla maggior parte dei lettori, in seria difficoltà nell’immaginare la Società di un tempo.
Così, questo romanzo di Johann Wolfgang Goethe, pur essendo celeberrimo al punto che il suo titolo viene usato, ancor oggi, come frase idiomatica, rischia di risultare alquanto pesante a chi non riuscisse a entrare nella mentalità della vita quotidiana di una famiglia borghese fra il Settecento e l’Ottocento. In particolare, l’inizio rischia di risultare difficile da portare avanti, con le lunghe e poco appassionanti descrizioni dei lavori che Edoardo e Carlotta, una coppia finalmente riunita dopo precedenti vicissitudini, progettano e realizzano per il loro parco. Del resto, questa era la realtà dell’epoca e di un certo ceto sociale: una vita lenta e fin troppo tranquilla, almeno fino a che qualche passione repentina e inaspettata non si presentava con la pretesa di volerla sconvolgere.
“Le affinità elettive” non è altro che una metafora “chimica” mediante la quale si assimilano le improvvise attrazioni fra le persone alle reazioni fra i vari elementi chimici. Attrazione che fra Edoardo e Carlotta deve sicuramente essere esistita in passato, visto che hanno aspettato anni per riunirsi lasciandosi alle spalle i loro precedenti matrimoni, ma che adesso sembra latitare, somiglianti come sono a una coppia di vecchissima data. A sconvolgere questo equilibrio basato solo sull’abitudine arriva una novità inizialmente osteggiata da Carlotta, forse avvisata da un misterioso presagio: la permanenza, in casa loro, del Capitano, un amico di Edoardo, e di Ottilia, una compagna di collegio di Luciana, la figlia di primo letto di Carlotta, che lei considera come figlia propria. Questi due ospiti, o, per meglio dire, integrazioni alla famiglia, scatenano un tornado nell’apparentemente tranquilla vita familiare: all’attrazione fra il Capitano e Carlotta si contrappone quella, ben più intensa e quasi furiosa, fra Edoardo e Ottilia. Ma mentre, nel primo caso, il Capitano opera alcuni deboli tentativi ma viene bloccato dalla ferma determinazione di Carlotta a non distruggere il vincolo matrimoniale, Edoardo è disposto a fare di tutto per riunirsi a Ottilia, che, dal canto suo, si macera nel senso di colpa e intende autopunirsi per avere anche solo pensato di attentare alla sacralità della famiglia. Mentre risulta sorprendente, data l’epoca, sentire i personaggi parlare con disinvoltura di eventualità quali il divorzio, la determinazione soprattutto femminile a non sconvolgere l’equilibrio costituito è sicuramente, almeno nei suoi aspetti più estremi che si verificano in Ottilia, piuttosto datata. In una splendida scena, Carlotta ha un rapporto con Edoardo, ma la sua mente è presa dal pensiero del Capitano, nella massima trasgressione che ella si concederà dal suo matrimonio spento. Ne nascerà un figlio, che somiglierà incredibilmente sia al Capitano che a Ottilia, e che morirà tragicamente, precedendo Ottilia ed Edoardo. Forse Goethe, in grande anticipo sui tempi, vuole dirci che resistere alle proprie passioni è inutile e perfino deleterio?
È davvero possibile attuare una similitudine tra la chimica e i sentimenti umani?
Sembra quasi che l’autore voglia mettere in cattiva luce Edoardo e Ottilia, arrivando addirittura a farceli odiare, risaltandone le loro anime immature e dunque anche il loro amore.
Edoardo che fugge dalle sue responsabilità; Ottilia che si auto infligge quelle che crede siano punizioni per la sua anima corrotta, mentre in realtà non rinuncia a nulla.
Che l’immaturità e la mancata responsabilità verso le proprie scelte siano nocive, è evidente nel finale.
Diverso è invece il rapporto fra Carlotta e “il capitano”. Maturi a tal punto da riconoscere il danno che avrebbero recato a se stessi e ai loro cari se avessero reso il loro amore concreto.
In silenzio decidono di allontanarsi; in silenzio continueranno sempre ad amarsi nonostante la vita prenda strade differenti per volontà loro. In silenzio e con maturità affrontano le vicende, senza stravolgere nulla per i propri interessi ma senza nemmeno farsi schiacciare dal destino.
E se non fosse un romanzo su delle anime che neanche il fato può dividere ma un avvertimento riguardo i patimenti che l’ignavia può recare?