Le bambine dimenticate
- Autore: Sara Blaedel
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2017
I paesi del Nord ormai sfornano gialli belli, compatti, paurosi, ottimi prodotti di intrattenimento che, però, accolgono anche riflessioni morali per niente banali.
Danesi, svedesi, islandesi, sono ormai protagonisti di primo piano del mondo del giallo. “Le bambine dimenticate” è un romanzo bellissimo, per i caratteri dei personaggi e per la storia in sé.
La scena avviene in un bosco. Viene trovato il corpo di una donna con una grande cicatrice sulla faccia. Figlia del nulla, perché nessuno ne ha denunciato la scomparsa. Come se non bastasse quest’orrore, la donna è stata violentata in modo cruento dal suo assassino.
Sono boschi assolutamente pericolosi, ma non per la detective Louise che conosce palmo a palmo tutte le case che si trovano in questa boscaglia estesa.
Aiutata dal collega Eik, uomo di poche parole, che sembra vivere solo nell’ufficio delle Investigazioni Speciali, Louise batte palmo a palmo tutto il luogo. Anche lei, come il collega, è dedita solo al lavoro, ha però un bambino di nome Jonas; entrambi comunque sono single e vivono in piccoli appartamenti dove sostano il meno possibile, anche se la donna, almeno, ogni giorno accompagna Jonas a scuola.
Durante le ricerche Louise entra in depressione, non si sente una buona madre, si rende conto che il figlio sta crescendo senza figure genitoriali autorevoli: la paura è quella che possa diventare uno sbandato dedito a droghe e a piccoli furti.
Non è solo questo però, ci sono anche i ricordi che prendono il sopravvento. La figura del suo primo fidanzato. Felicissimi, sempre allegri, loro due erano l’invidia del paese ma proprio quando decisero di andare a convivere, il ragazzo si suicidò con un cappio al collo. Senza un perché, niente problemi familiari né di soldi o di droga. Per Louise la vita, poi, è stata difficilissima. Non è stato facile fidarsi di un altro uomo, di un altro sentimento.
Nel frattempo Eik parla con una vecchia infermiera dell’Istituto che rivela che i certificati di morte delle gemelle erano falsi. La vittima, quindi, è Lisemette che ha una sorella gemella, presumibilmente ancora viva.
Louise va dal padre delle due bambine e svela l’arcano: l’uomo ammette di averle dimenticate e, per questo, di aver vissuto con un senso di colpa fortissimo, le gemelle, però, stavano in istituto già a tre anni. Erano autistiche, nate da un parto podalico molto invasivo: Lisemette, la prima a esser stata partorita, aveva solo poche caratteristiche dell’autismo, era una donna quasi “normale”, mentre la gemella aveva avuto complicazioni devastanti.
Il padre sotterra Lisemette e si pente della sua indifferenza, chiedendo alla polizia di trovare l’altra sorella.
Il finale è quanto mai macabro perché i personaggi maschili ne escono malissimo, come bestie che tengono al loro laccio delle ragazze “interrotte”.
Sara Blaedel, regina della crime fiction danese scrive una storia stupefacente e il libro si legge con un misto di impazienza e di rabbia.
Le bambine dimenticate
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