Le colline di fronte. Un viaggio intorno alla vita di Tullio Pericoli
- Autore: Silvia Ballestra
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2011
Una bella ed interessante biografia del pittore marchigiano Tullio Pericoli, classe 1936, “il viaggiatore sedentario”, che ama ritrarre volti e paesaggi con la luce, i colori e le forme della sua terra natale. Ed è marchigiana anche Silvia Ballestra, scrittrice e traduttrice, scoperta da Pier Vittorio Tondelli, che scrive per diverse riviste e quotidiani ed ha pubblicato ad oggi numerosi saggi e romanzi tra i quali “Nina”, “I giorni della rotonda”, “Amiche mie”. L’autrice ripercorre con ammirazione il suo passato, gli amori, le scelte di vita, gli incontri con artisti e letterati, in un diario della memoria che è anche il nostro.
“Cosa doveva essere il Piceno, prima dell’arrivo degli americani liberatori ma anche portatori di devastazione a suon di bombe e chimica, prima dell’industrializzazione e dell’inurbamento a valle … una specie di Eden”
scriveva Luigi Di Ruscio. Ed è nel cuore del Piceno, in un caratteristico borgo antico, Colli del Tronto, dove nascerà Tullio Pericoli. Nel piccolo paese, dopo la scuola, trascorreva il suo tempo giocando a pallone, andando a pesca (che non abbandonerà più perché ha in sé il silenzio e la solitudine), immerso nel paesaggio dei suoi luoghi, dolce e invitante che accompagnava le stagioni che si succedevano, dalla vendemmia alla trebbiatura. Tullio scoprirà ben presto la passione per il disegno. Tra i moniti severi del padre Ettore, che non lo invoglierà alla pittura, e la madre cagionevole di salute, tra lo zio Alceste da Fermo, sindaco socialista prima del fascismo, sempre vestito di scuro con stivali e un gran cappello e i suoi racconti, completerà gli studi e si iscriverà a Legge ad Urbino. La sua prima mostra come vignettista de Il Messaggero dal titolo La piccola città avrà un inatteso consenso di pubblico che lo appagherà nonostante l’assenza dei suoi genitori, preoccupati che qualsiasi altra distrazione lo possa allontanare dalla laurea.
Gli anni del boom economico sono alle porte e Pericoli arriva a Milano al quotidiano Il Giorno, invogliato da Zavattini, dove collaborano già Citati, Arbasino, Terzani, Manganelli e Adele Cambria e per lo sport Gianni Brera. È la Milano dell’economia che gira, del boom, che vuole allontanare i ricordi della guerra. Il giovane artista ascolano disegnerà per le case editrici illustrando copertine e libri, trascorrendo le serate con Dino Buzzati e le notti nella periferia della città.
“C’era la sensazione di una società che riprendeva a vivere e contribuiva a costruirsi la vita come la immaginava e la voleva per il futuro. Con entusiasmo e coscienza molto seri e profondi. Era una società attenta alle esigenze di tutti, al benessere materiale e culturale, ai bisogni di individui che ricominciavano a vivere dopo i disastri. L’illusione era forte…”
I suoi disegni verranno notati e, sperimentando nuove tecniche di pittura, passerà “dalla pittura sui giornali” a vere e proprie opere d’arte, come scriverà Umberto Eco. Dipinti che indagano il tempo, la realtà, l’attualità politica, proiettati in paesaggi misteriosi; lavori che per esser realizzati avevano bisogno di dedizione e di nessuna distrazione. Il suo genio, infatti, è la pazienza e non la sregolatezza. Dal dopoguerra ad oggi, dall’Italia inguardabile degli anni Settanta delle stragi e del malaffare, all’Italia degli anni Ottanta di Craxi, del socialismo rampante, scintillante, seduttivo, per il nostro artista ogni periodo avrà in se un nuovo inizio. Allergico alla mondanità e alla socialità, disegnerà nel suo periodo maturo nature morte e ritratti di scrittori e di uomini di cultura. Tullio Pericoli è un maestro dello sguardo, scriverà Salvatore Settis. L’artista ha nei suoi occhi i suoi luoghi, il ricordo dell’infanzia, dell’adolescenza, delle sue amate colline. Un mare di onde di terra che cambiano colore a seconda delle stagioni, accoglienti e domestiche come una trapunta,
“un copriletto di tante pezze diverse lavorate in modi differenti”.
L’anima del paesaggio che Pericoli cerca nei suoi dipinti è la stessa anima del volto, la storia del paesaggio è la storia del volto. “Le colline di fronte” è un racconto emozionante, un vero e proprio viaggio alla scoperta di uno dei più grandi artisti italiani, nel quale l’autrice con bravura e complicità, attraverso la vita di Tullio Pericoli, racconta la nostra storia.
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