Le cose semplici
- Autore: Luca Doninelli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2015
“Le cose semplici” (Bompiani, 2015) è uno fra i romanzi pubblicati nel 2015 che, per i contenuti, merita pienamente d’esser letto. La storia scritta da Luca Doninelli parte, in un futuro non così remoto, da una Milano apocalittica e si allarga poi all’America, lontana, lontanissima quasi irraggiungibile perché la Terra intera ha visto ogni società, soprattutto le più antiche e tuttora evolute, completamente sovvertite e retrocesse a secoli e secoli prima. È quasi una fine del mondo, anzi, di certo, di quello che noi abitiamo proprio lo è.
“Vent’anni fa quasi nessuno immaginava che questa sarebbe stata la fine. Molte paure di diversa origine agitarono i cuori, gli editoriali. Le guerre più o meno mondiali si succedevano ma non fu questa la fine. Tutti avrebbero dovuto bramare le nostre città, le più belle e ricche del nostro pianeta: Roma, Parigi, Londra. Tutti: immobiliaristi cinesi, petrolieri texani, magnati siberiani, emiri, popoli affamati. Non ho più notizie di queste città, non so se funzionino ancora, se esistano o meno. Posso immaginarle suppergiù nelle stesse condizioni di Milano…”
Tutto questo racconta Edoardo, detto familiarmente Dodò, appassionato di scrittura che, dopo un ventennio di cambiamenti radicali nel mondo, trova, in una vecchia cartoleria, tutto il necessario per scrivere e decide di mettere nero su bianco i propri ricordi e i vissuti. Una ventina d’anni prima la vita dell’umanità intera era cambiata non per una guerra ma per profonde incomunicabilità tra esseri umani e una smodata brama di possesso che aveva portato al culmine gli affari e le vicende politiche, lasciando sempre più da parte il valore degli affetti e l’apprezzamento delle piccole cose quotidiane che, da tempo immemorabile fino a qualche decennio prima, erano insiti nell’animo delle persone. Pare una Babele quella in cui, nel 2019 circa, ci si trova a vivere e tutte le popolazioni ne vengono coinvolte.
“Anni prima tutta la demenza aveva cominciato a serpeggiare, come un’endemia non ancora sviluppatasi in pandemia, nel mondo della finanza . Furono emessi prodotti finanziari che, dietro nomi incomprensibili, nascondevano veri e propri crimini. Sorsero titoli, obbligazioni basate su un’idea di prestito completamente fuori mercato… questi prodotti attirarono un’attenzione al di fuori del target dichiarato e così molte persone che avevano messo da parte del denaro ne investirono una quota nella speranza di ottenere una rapida moltiplicazione del denaro investito….. Il gioco però durò pochissimo: ai primi segni di squilibrio monetario il castello di ghiaccio si sciolse, i titoli emessi si rivelarono per quello che erano, snowballs, palle di neve, e un’enorme quantità di denaro si inabissò nell’oceano del nulla…. Fu a quel punto che ebbe inizio il tracollo”
Da qui cambia la storia dell’umanità, del protagonista e della giovane moglie Chantal, appena ventenne ma già quotatissima insegnante di matematica all’università perché, come enfant prodige, aveva bruciato le tappe, divenendo poco più che diciottenne una fra le menti più eccelse in campo logico. La Storia è con i due protagonisti, come con tanti altri, infame e li divide poiché Chantal, al momento della catastrofe, è in America e Dodò in Italia. I due continenti sono irraggiungibili: non c’è più mezzo, né nave e tantomeno aereo che possa collegare le due terre e, solo in mano a gruppi potenti quali i cinesi, stanno i pochi collegamenti telefonici. Tutto si ferma: chiudono i giornali, le fabbriche, le scuole. Alcuni ex professori sono rinchiusi perché considerati pericolosi e i sacerdoti sono molto cambiati e si ritrovano senza una guida spirituale. Tutto manca: non c’è più merce e tantomeno denaro. Si è tornati al baratto e si va al mercato con piccoli oggetti presi da case abbandonate per scambiarli con cibi e generi di prima necessità.
Edoardo è sfiduciato. Rivedrà mai la sua Cha, la matematica che, senza alcun calcolo, gli aveva letteralmente preso il cuore? Il loro amore, nato in un mondo che stava andando in rovina, ci appare pulito, quasi sublime e la personalità della giovane fa da guida alla coppia. Chantal, ossimoro per antonomasia: lei, matematica, è la donna della scienza esatta, dimostrabile, ma allo stesso tempo diviene forte per l’incrollabile Fede cattolica che comprovabile non è. Doninelli, con lei, introduce un tema su cui oggi spesso sorvoliamo: quello della religiosità, della fiducia in Dio, non intaccata dal minimo dubbio. Edoardo è più terreno, diremmo più umano, e non sapendo che ne sarà di lui e di Cha, si concede qualche avventura; da una di esse nasce un figlio che porta il suo stesso nome. È amato il piccolo dal protagonista ma il pensiero d’un bambino lo riporta alla moglie e ai tre anni di matrimonio in cui loro avevano, invano, cercato di dar la vita al frutto del loro amore. Sogni svaniti, cancellati e una realtà in cui ci si deve preoccupare dei bisogni primari e difendersi da chi è potente e prepotente.
Ma un giorno, quasi dopo vent’anni, la coppia, dopo tortuose vicende, si ritrova: il mondo non muta o, almeno, fatica a riemergere ma, per i due protagonisti, tante sono le cose da dirsi, infinite le vicissitudini che ognuno dell’altro ignora, molte le verità mai conosciute. Per ricostruire si deve ricominciare dalle “cose semplici” e ciò avviene principalmente proprio grazie a persone come Chantal forte della sua Fede, mista a senso pratico e alla capacità di non perdere la calma e non abbandonarsi al sentimento della paura. Molti sono i personaggi che fanno da cornice alla storia, alcuni tra le rovine di Milano, altri in un’America che, a fatica, tenta di risollevarsi.
L’evolversi della vicenda va letto pagina dopo pagina e ognuna di esse non può essere scorsa così, di fretta.
La narrazione, più che a carattere distopico, si rivela metaforica: non è solo la caduta di imperi economici ma il crollo di valori, di culture, di ciò che di inestimabile aveva creato l’uomo che diviene poi lui stesso artefice della propria rovina. In questa società di animi lacerati si riparte dall’essenziale, da ciò che ha veramente valore e che, pur tra le brutture d’un mondo aggressivo, toccando il fondo, si riesce a rivedere ma, nelle vicende narrate, è ancor assai difficile assaporare.
“Le cose semplici” è un libro di grande pregio: Doninelli ha scritto un romanzo notevole del quale è difficile commentare. Molti gli spunti, infinite le riflessioni che si creano attraverso la lettura delle dinamiche esistenziali dei personaggi: meglio il lettore personalmente si avvicini al libro chiedendosi se sia davvero vicina l’Apocalisse e se la perdita del benessere sia l’unico mezzo plausibile per ritrovare e conservare ciò che vale veramente.
Le cose semplici
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le cose semplici
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