Le cugine
- Autore: Aurora Venturini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Edizioni SUR
- Anno di pubblicazione: 2022
Aurora Venturini, argentina scomparsa nel 2015 a Buenos Aires, è stata una scrittrice in prosa e in versi, saggista e professoressa. Acclamata in patria, benché il successo in realtà lo ottenne a oltre novanta anni, trovava nello scrivere la sua "nera" visione del mondo, tanto che disse di non vedere quasi mai nessuno, perché aveva da scrivere e preparare le lezioni. La sua unica fuga fu l’esilio a Parigi nel 1955, dove incontrò Albert Camus, Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir. Finalmente è uscito in Italia il suo romanzo intitolato Le cugine (Edizioni SUR, 2022, traduzione e postfazione di Francesca Lazzarato, prefazione di Mariana Enriquez).
Noi pensavamo di aver visto di cosa sono capaci le donne in letteratura, da Ivy Compton-Burnett a Patricia Highsmith e tante altre. Ma la Venturini non credeva fosse necessario salvare gli esseri umani, e dunque spazzava via i formalismi della scrittura, con tre o quattro virgole in tutto il romanzo, il punto significava che era stanca di scrivere. Sembra un flusso di coscienza, ma non lo è.
Nel romanzo Le cugine si narra di due famiglie, quella di Yuna che fa la narratrice, e la famiglia di Petra. Yuna non si considera "normale", ma chi lo è? E mentre la sorella Betina ha un’invalidità molto seria e poi sporca, sbava, ha i suoi bisogni fisiologici, la sorella, quella che scrive, non riesce più a farcela. Già prima c’era stato l’aborto di Carina, che aveva portato scompiglio e lutto. La sorella Petra si libera da questi maschi che ti fanno morire, facendo provocatoriamente la prostituta alle sue condizioni, mentre Yuna fa Belle Arti, è l’unica talentuosa del gruppo. La madre di Yuna è talmente in pena per la figlia disabile; e la Venturini non scrive così, col politicamente corretto dell’epoca, ma in quest’altro modo qui:
Quando regalai la sedia decorata a Betina la poveretta che aveva sempre avuto paura di me per via dei pasti di un tempo quando le infilavo il cucchiaio in un occhio nell’orecchio e altrove per poi arrivare alla bocca e le ficcavo la faccia nel piatto di finestra e dentro di me desideravo che morisse
Nessun punto, nessuna virgola, nessun sentimento nei patimenti altrui, anche se sappiamo bene quanto è difficile e faticoso stare, per lavoro, con un disabile.
Il professor José Camaléon trovava i quadri di Yuna bellissimi, che presto aver un suo quadro in casa sarebbe costato parecchio. Il professore sparì, stava sempre a casa della narratrice che diventò solo José e tutti gli davano del tu. Ma essendo un maschio, quindi orribile essere umano, fece una cosa vergognosa: si appartava con Betina per fare sesso. Lei nemmeno capiva, ma stava ingrassando e tra cugine ci si chiese da quanto non aveva il ciclo Betina e si risposero da sei mesi. La ragazza aveva capito che aveva qualcosa dentro di lei e portò le mani della cugina Petra e della sorella per sentire il battito del cuore. Quando capisce chi è il padre, Yuna lo costringe a sposarsi con Betina o, in caso contrario, avrebbe detto a tutti che un professore universitario costringe una minorenne disabile ad avere rapporti intimi con lui. Il professore deve quindi accettare, per forza. Anche se come padre riceve la notizia di un figlio mostro, morto dopo pochissime ore.
Nella prefazione, la Rodriguez scrive che le donne devono essere combattive e non legate ai rapporti parentali, con la Venturini che in un’intervista dice che non ha voluto una famiglia, che le odia, eppure scrive sempre di famiglie.
Le cugine (SUR)
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