Le figlie del generale
- Autore: Mimoza Hysa
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2022
"Sei stata tu a rovinare la festa quella volta. Era un giorno come oggi, un giorno di nascita. Era per entrambe il nostro giorno. Il primo e l’ultimo che abbiamo festeggiato insieme. Ritorno sempre con la mente a quel momento per capire se la spaccatura sia iniziata veramente lì. Quello che so è che tu eri bella, con un vestito blu, stretto sulla vita. Quel fiocco grande, accecante, che faceva venire le vertigini, legato stretto. Avevo gli occhi fissi lì, avrei voluto allentarlo, allontanare dal tuo viso quel colore plumbeo, la rabbia per ciò che accadeva attorno. Ce l’avevi con me. Io ero il tuo specchio ma non ero livida. Avrei dovuto essere anche io come te. Ma la mia pancia era piena, tonda, sul punto di sbocciare. Non c’era nessun fiocco legato stretto. C’era un nastro, su cui erano incise canzoni, che si schiantò per terra. Il nastro dei Beatles si gonfiò tutto. Era come se un serpente mi avesse morso con il ghiaccio. Il mio fiocco diventò nero.
Avevi chiesto insistentemente di non essere me. Di essere qualcun altro. Ma ci fregava la data. La casa con le pareti sottili. La madre e il padre di entrambe. La mia presenza ti metteva a disagio: ero io la ferita alla tua pancia".
Si apre così Le figlie del generale (Besa muci, 2022, trad. Taci Durim), il primo libro tradotto in Italia di Mimoza Hysa, celebre scrittrice e traduttrice pluripremiata in Albania, in uscita oggi, 27 gennaio.
Siamo in uno dei periodi più bui del Paese delle Aquile, quando campeggia indisturbato il potere totalitario. Marsina e Martina sono due gemelle, figlie di un militare al servizio di Enver Hoxha. Non sono due figure limpide, anzi rasentano l’inquietante, e vivono la loro vita dividendosi tra l’affetto che le lega a un padre, che amano e che apprezzano nonostante sia dalla parte del dittatore, e una figura maschile, Jeton, che non appartiene alla cosiddetta casta, ma è quasi all’opposto. Le gemelle sono straordinariamente unite, anche se questa passione per un uomo che sembra ulteriormente accomunarle forse le divide. Marsina è gentile, allegra, sembra rincorrere la vita e sputa in faccia a Martina il suo amore o almeno lei la vede così. Lei che è più cupa e forse più arrabbiata. È davvero Jeton a dividerle, oppure sono sempre state irrimediabilmente separate?
È difficile parlare della trama di questo romanzo senza rischiare di fare spoiler, cosa che sarebbe davvero non riguardevole perché è un volume dall’intreccio piacevole e coinvolgente, che merita un’attenta lettura. Si può altresì affermare che si tratta di un romanzo psicologico in piena regola e sicuramente ben fatto.
L’autrice, che è stata una bella scoperta, ha avuto una grande abilità nel presentare al lettore le due protagoniste e il contesto in cui vivono, fatto di timori, poca chiarezza ed emozioni non sempre edificanti. In poche parole, parla di dittatura senza parlare di dittatura. Certo non deve essere stato semplice far passare un messaggio del genere senza produrre un libro che potesse accarezzare apertamente la politica, per quello che era il sistema dell’epoca. Hysa c’è riuscita benissimo, regalando al lettore un romanzo fatto di emozioni forti, colpi di scena, un vedo e non vedo che permette di non staccarsi mai, che lascia il lettore incollato alle pagine.
Non aspettatevi una scrittura sopraffina o corposa. Siamo di fronte a uno stile semplice, forse in alcuni tratti dalla penna un po’ forzata, ma che è perfettamente calzante alla trama e al messaggio che vuole inviare. Tutti, chi per età, chi grazie agli studi, abbiamo sentito parlare del sistema dittatoriale albanese, che non è stato così differente rispetto ad altri. La scrittrice ce lo fa vedere da dentro una casa, con una buona descrizione degli ambienti, un’attenta analisi dei personaggi e delle loro più vive emozioni. Una lettura consigliata a chiunque desideri leggere una bella storia con inattese evoluzioni.
Mimoza Hysa, oltre che essere traduttrice e scrittrice, è anche ricercatrice. Molte importanti opere italiane hanno passato il confine albanese grazie al suo lavoro di trasposizione, come scritti di Leopardi, di Buzzati, di Montale e tanti altri.
Le figlie del generale
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