Le gratitudini
- Autore: Delphine de Vigan
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2020
Michka ha sempre lavorato con le parole. Le conosce da sempre, eppure queste nell’ultimo periodo la stanno abbandonando sempre di più, costringendola a trovare un nuovo equilibrio in quella nuova esistenza che ormai deve abituarsi a chiamare normalità. Ma alla sua età Michka desidera solo trovare le giuste parole per ringraziare chi l’ha aiutata fin da bambina, chi sa che l’ha resa la donna che è diventata col tempo. La sua è una ricerca delle parole giuste per dire "Grazie", ma anche "Addio": addio alla vecchia vita, ai suoi affetti e tutti coloro che ha incontrato nella vita.
In questa ricerca Michka viene aiutata da Jerome, l’ortofonista della residenza in cui è ospitata, che con molta facilità riesce a entrare nel suo mondo creando una sintonia che non s’aspettava, e Marie, la sua giovane vicina che fin da piccola sgattaiolava nel salotto della sua abitazione per giocare e farle compagnia e che con gli anni si è sempre assicurata di starle accanto. E così Michka si ritrova tra un gioco di parole e un altro a lasciare consigli curiosi a chi la circonda nel tentativo di non perdere se stessa e realizzare il suo piccolo desiderio.
Delphine de Vigan, dopo il successo di Le fedeltà invisibili, ci riporta nel suo mondo di sentimenti e profonde emozioni regalandoci Le gratitudini, edito Einaudi (2020) con la traduzione di Margherita Botto; una perla di poche pagine eppure estremamente ricca. Un nuovo romanzo, il suo, che abbraccia il lettore e lo spinge a poco a poco nel racconto, finendo per costringerlo a legarsi sempre più alla figura, quasi materna, di Michka. Perchè Michka è un personaggio a cui si vuole bene anche se ci si impone di essere distaccati, ed è questo che ci frega, a noi lettori. Ci si affeziona alla protagonista con una velocità disarmante, per questo forse si riesce a comprendere così bene il comportamento di Jerome ma anche le emozioni di Marie; si capisce perché vogliano starle così tanto accanto, perché le siano così affezionati. E prima di rendersene conto si arriva all’ultima pagina, con le lacrime agli occhi e quella strana sensazione agrodolce che si prova quando si termina un romanzo così profondo.
La scrittura è il tratto tipico di de Vigan: un’armonia sofisticata di dolcezza che non riesce mai ad annoiare; un po’ di dolcezza, un pizzico di ironia e tanta tenerezza sono ben soppesati entro 160 pagine. Perfino la presenza di diversi punti di vista, quello di Jerome, quello di Marie e per finire quello appena accennato di Michka, sono fusi insieme così magistralmente da non annoiare né confondere il lettore. Ogni punto di vista aggiunge un tassello in più al racconto portandoci a spasso nella ricerca di Michka.
Le gratitudini è quel romanzo che ci accompagna alla ricerca di come ringraziare, di come dire addio a qualcuno e a qualcosa che davvero si è amato profondamente. Quando lo si posa non si riesce a non ripensarci per un po’, viene naturale pensare a Michka, alla sua vita e a quanto nel profondo si è stati cambiati da questo romanzo. Perché in fondo ci sono momenti in cui è importante, se non doveroso, sussurrare, come direbbe Michka: "Gratis".
Le gratitudini
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