Le irregolari. Buenos Aires Horror Tour di Massimo Carlotto

Edito per la prima volta nel 1998, il volume si presenta come un’inchiesta dal carattere diretto e dai personaggi assolutamente reali.

L’autore guida il lettore attraverso le vie di Buenos Aires e a ritroso nel tempo, dà voce ad un pezzo di Storia di cui si sa poco: desaparicion, omicidi brutali, compravendita di bambini, famiglie distrutte e più di trentamila vite spezzate. Si tratta della cosiddetta Guerra Sporca d’Argentina e dell’altra faccia della verità, ricercata con forza dai protagonisti delle diverse vicende custodite nel romanzo, da coloro che non si arrendono di fronte alla morte dei loro cari e lottano per avere risposte.

A piedi, in macchina, a bordo dell’Horror Tour bus: con uno stile scorrevole, lucido e sobrio e inserti di spagnolo arriva al cuore delle questioni, senza pesantezza e inducendo a volte alle lacrime. Ascolta, commenta, partecipa e così coinvolge chi legge.

Sulle orme del vissuto del nonno, lo scrittore incontra la sua famiglia argentina e con essa moltissime altre storie di cui si fa portavoce perché il ricordo non sbiadisca, perché la traccia di chi ha combattuto in difesa degli ideali di un popolo intero possa prima o poi ricevere la giustizia che tutt’ora fugge al cospetto di denunce e tribunali internazionali. A lasciare senza parole è la consapevolezza lancinante della propria condizione nei parenti dei desaparecidos: l’impunità regna sovrana, i responsabili ricoprono ancora le loro cariche, una fitta rete di insabbiamenti impedisce alla verità di affiorare. In questo contesto avverso si muovono le Nonne e le Madri di Plaza de Mayo che, con la parola e la tenacia della sincerità, combattono senza mai arrendersi per mariti, figli e nipoti.

Ad appassionare sono lo stretto legame con chi è stato, grazie a piccoli oggetti e qualche passo di tango argentino, la presenza di chi non è più in chi ne difende i diritti, il senso di colpa e di impotenza, la nostalgia di chi è vivo e si consuma come una candela, il potere dell’arte e della musica che riescono ancora a dare una voce al sentimento e agli ideali e, non ultima, l’ostinazione agguerrita della memoria, del racconto e della rievocazione. Vite a metà, che sopravvivono.