Le mie cose preferite
- Autore: Susanna Tartaro
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2024
Susanna Tartaro, che cura da anni il programma di culto Fahrenheit con l’acca al centro, che inizia con quella mitica sigla, My Favorite things, ha ora dato quello stesso titolo in italiano al piccolo libro che ha appena pubblicato per Marsilio: Le mie cose preferite. Un grande omaggio alla radio, quella che accompagna fin dalla mattina presto la giornata di tanti di noi, che ci sintonizza con una voce amica, quella di Rai Radio 3, con la quale molti amici e conoscenti, persone vicine e lontane, hanno creato una sorta di comunità ideale o virtuale, come oggi si preferisce dire.
È stato per un brutto incidente di motorino, travolta da uno sconosciuto che non l’ha neppure soccorsa, che con un braccio al collo Susanna ha deciso, costretta a casa per un periodo di forzata sosta, di consegnare alla scrittura una serie di pensieri, ricordi, riflessioni e osservazioni che hanno attraversato la sua ormai lunga storia all’interno del palazzo romano di via Asiago, quello che ospita la radio pubblica italiana sin dai tempi dell’Eiar, negli anni ‘20. Quattro brevi capitoli, pagine brevi, sintetiche ma al tempo stesso piene di implicazioni, di giochi di parole, immagini, flash che suggeriscono una propensione per la sinteticità della lingua poetica, fatta di rimandi, di associazioni, di allusioni simboliche. Susanna, appena ricoverata dopo l’incidente, vede dalla finestra che
“Una Roma-sonnifero riappare negli scampoli di finestre tutte uguali, i vetri giocano con le nostre ombre all’interno, con il neon dei corridoi e quel filo di luce sul metallo del letto. La luna da qui non si vede”.
Nelle pagine del libro ci ritroviamo all’interno dello studio mentre va la diretta di Fahrenheit, con i conduttori la cui voce tutti conosciamo, mentre al di là del vetro si trova la regia pronta ad arginare eventuali errori, mancanze, buchi da riempire. Tartaro ci parla della sua vita: cita il suo mitico padre, e chi ha studiato lettere alla Sapienza lo ha amato, stimato e temuto; della sua lunga storia in Rai, prima che la tecnologia rendesse più semplice quello che per un lungo tempo era stato un artigianato meticoloso di taglia, cuci, incolla, monta, a ricordarci che la costruzione dei prodotti radiofonici, per noi ascoltatori scontata, in realtà è il frutto di tanti che collaborano e lavorano in squadra pronti alle incognite che la “diretta” propone continuamente.
Eppure dal racconto di Susanna Tartaro, ora diventata anche voce della trasmissione di libri e idee, emerge un amore per il suo lavoro, una passione per gli ascoltatori, i destinatari del suo lavoro quotidiano:
L’ascoltatore, con i suoi gusti e le sue preferenze, ha un ruolo imprescindibile nel mio lavoro. Viene sempre tirato in ballo, anche se, in effetti, nessuno lo conosce. Muto e trasparente, ologramma di un orecchio, come lo si visualizza in un baleno sparisce per tornarsene nel mondo delle slide e dei sondaggi, nascosto nel bacino di appartenenza per fascia oraria, anagrafica, gradimento, genere.
Nel racconto dell’autrice incontriamo personaggi noti con cui ha fatto un piccolo pezzo di strada, il latinista Canali, Gianni Bisiach, Joyce Lussu, Mario Marenco, Gabriella Ferri, il presidente Ciampi, il ricordo del Festival di Castelporziano nel 1979, che vide riuniti in modo assolutamente eccezionale poeti come Lawrence Ferlinghetti, Dario Bellezza, Allen Ginsberg e un Valentino Zeichen arrabbiato per aver affrontato un pubblico vociante che aspettava al suo posto Patti Smith.
Susanna ha scritto un messaggio amoroso per i tanti affezionati ascoltatori della Radio e per i 25 anni di Fahrenheit, raccontando molto di sé e molto di noi, facendoci vivere dall’interno le tante ore che abbiamo trascorso a casa, in macchina o in vacanza con l’avvertenza di “Tenere basso il volume, che non sovrasti il parlato”. Siamo tutti amici noi che teniamo la nostra radio fissa su Rai Radio 3 e quindi ringrazio Susanna Tartaro per averci fatto entrare in studio, anche noi protagonisti della radio a cui scriviamo i nostri whatsapp, a cui chiediamo i libri introvabili, che seguiamo nelle trasferte ai festival per essere più vicini alla cultura che amiamo, che è anche My Favourite things.
Le mie cose preferite
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le mie cose preferite
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