Le mille luci di New York di Jay McInerney

“Tu non sei esattamente il tipo di persona che ci si aspetterebbe di vedere in un posto come questo a quest’ora del mattino.”

Con questo inizio folgorante inizia il primo libro di Jay McInerney, considerato un enfant prodige del minimalismo americano: quando scrisse “Le mille luci di New York” non aveva ancora trent’anni e questo suo primo romanzo ottenne subito un grande successo diventando rapidamente un best seller negli anni Ottanta.

Il protagonista lavora presso un’importante rivista di New York, è giovane, piace alle donne e ha una bellissima moglie che fa la modella. Potrebbe quindi definirsi una persona di successo, ma la verità è un’altra. La moglie lo ha appena lasciato comunicandoglielo per telefono e lui inizia una vita spericolata fatta di nottate nei locali alla moda, incontri equivoci e cocaina in quantità.
Tutto questo lo porterà ad essere licenziato dal lavoro, non essendo in grado di svolgere correttamente il suo compito al Reparto Verifica dei Fatti della famosa rivista. Si avventurerà sempre più in una spirale discendente diviso tra la voglia di cambiare e la depressione che lo manda sempre più a fondo. Tanti incontri, tanta cocaina e alcool, sempre con il pensiero della moglie che lo ha abbandonato all’improvviso.
Nel finale il protagonista affronta il rapporto con la madre, alla base di molti suoi problemi e recuperato solo poco prima della sua morte. Da qui riparte la sua voglia di rinascita e nel momento più basso, quando scambia i suoi Ray Ban per qualche panino, si affaccia la nuova consapevolezza di ripartire e risollevarsi definitivamente.

Lo stile di McInerney è secco, la scrittura concitata e le battute brucianti; si addolcisce solo nel finale, quando affronta il rapporto con la madre e rivive momenti che hanno segnato la sua esistenza.
L’autore usa lo stile inedito di scrittura in seconda persona, come se parlasse a se stesso e gli altri parlassero a te che leggi, facendoti sentire dentro il romanzo. Tra l’altro non si sa come si chiami il protagonista: tra tanti nomi l’unico che non viene mai citato è proprio il suo.
Il romanzo è piuttosto breve e si legge rapidamente attraversando momenti di quotidianità e conflitti individuali, alla ricerca del piacere e di vuoti da riempire, momenti di sofferenza con una punta di ironia e momenti anche commoventi, ma privi di sbavature sentimentali.