Le muse nascoste. Protagoniste dimenticate di grandi opere d’arte
- Autore: Lauretta Colonnelli
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2020
Si parla tanto della pochezza dei programmi di Storia dell’arte nella scuola italiana, ed è una critica giusta: quella disciplina, così fondamentale per la formazione dei cittadini italiani, viene insegnata poco e male, soprattutto è poco oggetto di narrazione. Il grandissimo merito di Lauretta Colonnelli, autrice del bel volume Le muse nascoste. Protagoniste dimenticate di grandi opere d’arte (Giunti, 2020), è proprio questo: di raccontare delle storie segrete, dimenticate, facendo affiorare personaggi che non si trovano nei manuali, rivelando segreti che si celano dietro quadri celebri, facendo emergere come protagoniste, finalmente, donne che sono state modelle, fonte di ispirazione, mogli, sorelle, amanti, oggetti di desiderio da parte di artisti uomini, che hanno acquisito fama senza considerare il ruolo fondamentale che queste donne avevano svolto al loro fianco.
Sedici storie esemplari, sedici segreti rivelati, sedici ritratti inediti, di questo si compone il saggio, documentato e rigoroso, in cui l’autrice ricostruisce ambienti culturali, atmosfere, situazioni familiari attraverso un unico tema dominante: quello delle muse, delle ispiratrici, amiche o nemiche, vittime o carnefici, amate, sedotte, trascurate, dimenticate, ma vive nel nostro immaginario attraverso le opere a cui hanno dato eternità.
I titoli che la scrittrice ha dato ai diversi capitoli del libro parlano al lettore con efficacia: dal segreto del collare, un nastro nero con cui Henry Matisse ha sempre ritratto la figlia Marguerite, che vive vicende drammatiche, torturata in un lager e tornata sfregiata, ma che il padre continua a ritrarre per riportarla alla vita; alla vita in felicissima di Josephine Nivison, la pittrice moglie del grande Edward Hopper, Jo, che deve rinunciare alla sua ispirazione artistica e al pennello perché il marito ne è geloso, anzi la costringe a una vita miserabile, in una casa gelida, dove solo lui si scalda con una magnifica stufa, mentre lei muore di freddo. Terribile anche la storia di Cézanne, che dipinge solo ed esclusivamente la moglie in forma di mela: Hortense subisce ogni forma di umiliazione, “immobile, muta, distaccata”, mentre il pittore ossessionato la ritraeva per ore, sempre vestita, con un’espressione di rassegnata sofferenza. In Alta Baviera c’è ancora la casa dalle finestre azzurre dove vissero una intensa storia amorosa Vasilij Kandiskij e la sua compagna Gabriele Munter. Una specie di casa museo, decorata, arredata, dipinta dai due artisti finché vissero insieme: anche in questa liaison il russo Vasilij non sopporta l’indipendenza di lei, la sua “resistenza a votarsi alla carriera di Kandinskij”, e dopo averne dipinto un ritratto convenzionale, di cui lui stesso si vergognerà per essere ricaduto negli schemi della ritrattistica classica che aborriva, i due interromperanno il loro rapporto.
La copertina del volume ritrae un quadro celeberrimo, conservato a Chicago: American Gothic di Grant Wood. Chi è la donna dura, scontrosa, al fianco del ritratto maschile con uno strano rastrello a tre punte? È la sorella Nan, furiosa per essere stata rappresentata con a fianco un uomo vecchio, un padre. Il quadro fu oggetto di critiche, articoli infuocati, tanto che Wood dovette riparare, e in un altro quadro, meno celebre, ecco che Nan compare ben pettinata, elegante, mentre tiene in mano un pulcino e una prugna, “ciò che era buono e sano per il Midwest”. E Nan suo malgrado divenne un’icona dell’America, proprio grazie quel quadro che non le piaceva.
Molte donne del Rinascimento ricorrono nelle storie raccontate da Lauretta Colonnelli, dalla splendida Simonetta Vespucci, immortalata da Botticelli, adorata da Giuliano dei Medici, eroina di un amore infelice e morta precocemente, alla sconosciuta Bella dipinta da Tiziano di cui quasi nulla si sa. Poi ci sono donne meno note, come la Nana, elegantissima a fianco di Barbara Gonzaga nel soffitto mantovano della celebre Camera degli Sposi, o Madeleine, una ragazza di colore dipinta dall’artista Marie-Guillermine Benoist, vittima del clima maschilista tra Ancien Régime e Restaurazione: alla fine però la sua “Négresse abita al Louvre da oltre due secoli”.
Ci sono nel libro infiniti spunti che è difficile riassumere: la cattiveria di Alma Mahler nei confronti del suo amante Oscar Kokoschka mi ha colpito particolarmente, come pure il terribile ambiente vittoriano nel quale uomini celebri come Ruskin, Millais, Dante Gabriele Rossetti, Lewis Carroll agivano impuniti sui corpi indifesi di adolescenti impuberi, bambine, di cui si invaghivano colpevolmente: la modella che posò per John Everett Millais per il celebre Ofelia della Tate Gallery di Londra, Effie Gray, per poco non morì di polmonite dopo essere rimasta immersa nell’acqua gelida per ore. Raccomando a tutti la lettura di questo libro originale, non accademico pur se colto, raffinato, intrigante per le storie che racconta, per lo stile diretto, per la capacità di rivelare quanto le donne, troppo spesso dimenticate, abbiano tentato di liberarsi nel corso dei secoli dal giogo maschile, troppo spesso inutilmente, anche vivendo negli ambienti più colti e progressisti d’Europa.
Le muse nascoste. Protagoniste dimenticate di grandi opere d'arte
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