Le navi dei vichinghi
- Autore: Frans Gunnar Bengtsson
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: BEAT
- Anno di pubblicazione: 2014
“Lungo la costa, la popolazione abitava riunita in villaggi, in parte per potersi procacciare il cibo più facilmente, in parte per maggior sicurezza.”
Intorno all’Anno Mille nella Scania, la contea più meridionale della Svezia, il contadino normanno Toste possedeva nell’animo la stessa sete di conoscenza di Ulisse. “Uomo di grande valore ed esperto marinaio”, sebbene fosse ormai in là con gli anni, ogni estate, al comando della sua nave, Toste solcava i mari diretto verso paesi lontani. Il contadino aveva dei parenti a Limerick in Irlanda, tra i vichinghi che si erano stabiliti lassù, e ogni anno ci andava per commercio e per aiutare il loro capo a raccogliere i tributi degli irlandesi, dai conventi e dalla chiese.
Non era semplice la vita nelle coste della Scania, perché spesso gli equipaggi delle navi che passavano scendevano a terra per saccheggiare sia in primavera, a caccia di cibi freschi e a buon mercato in vista dei lunghi viaggi verso ovest e sia in autunno, durante la mietitura,
“quando tornavano a mani vuote dalle spedizioni mal riuscite ed erano avidi di bottino.”
La moglie di Toste si chiamava Asa, originaria di un villaggio vicino alle foreste, era una donna “dalla lingua pronta e dal temperamento nervoso” che non si era addolcito con il passare degli anni. Brava donna di casa, Asa si prendeva cura con saggezza della fattoria durante i lunghi viaggi per mare del marito.
Degli otto figli che la coppia aveva avuto, cinque maschi e tre femmine, ne erano sopravvissuti solamente due. Il maggiore si chiamava Odd, basso di statura, di corporatura rozza e con le gambe storte, ma forte e saggio. Il ragazzo aveva iniziato presto ad accompagnare il padre nei suoi viaggi rivelandosi “un abile navigatore e un valoroso guerriero”. Era per questo che a casa Odd si comportava in maniera scontrosa, gli inverni erano troppo lunghi senza aver nulla da fare.
Il fratello minore di Odd, Orm, capelli rossi e carnagione chiara, era il pupillo della madre,
“cresceva in fretta, diventando sempre più alto e snello e angosciando Asa per la sua magrezza.”
Gli anni erano trascorsi in fretta, ora Orm era diventato così grande e forte da potersi confrontare con la maggior parte dei coetanei e persino con molti più vecchi di lui. Allora il vecchio Toste aveva donato al figlio l’armamento da uomo:
“una spada, una scure e un valido elmo.”
"Le navi dei vichinghi" (titolo originale Röde Orm) venne pubblicato in due parti, durante la II Guerra Mondiale nel 1941 e nel 1945. La casa editrice Beat riedita questo meraviglioso libro d’avventura sugli Uomini del Nord (era stato pubblicato da Mondadori negli Anni Quaranta), accompagnato dall’introduzione di Michael Chabon e con la traduzione dallo svedese di Lucia Savona.
Scrittore, saggista e poeta, Frans Gunnar Bengtsson grazie alla sua potente immaginazione, narra i tre viaggi di Orm il Rosso, che avrebbe osato spingersi fino a Malaga, in Irlanda e nel regno di re Etelredo.
Michael Chabon, che aveva letto il romanzo da adolescente, definisce questa saga vichinga, una versione romanzesca delle Argonautiche perché fonda tutti gli espedienti letterari sviluppati dai grandi autori europei del XIX Secolo. Pagine di ampio respiro dove si alternano violenza, guerre, scorrerie e “strabilianti imprese di uomini e di re” alla vita nei villaggi e nelle fattorie, allo scorrere inesorabile delle stagioni.
“Bengtsson ci descrive il mondo intorno all’Anno Mille visto attraverso lo sguardo di chi in quei giorni ne abitò i territori più settentrionali, offrendo una ricostruzione storiografica convincente e accurata, cogliendo con sorprendente acutezza le minuzie che compongono il mosaico delle umane vanità e mostrando l’instancabile verve di un consumato narratore.”
Le navi dei vichinghi
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Ho letto questo romanzo e l’ho proposto ai miei allievi che lo hanno letto con grande entusiasmo(specie i maschi), E’ un inno all’avventura. Ottima la recensione che analizza bene l’opera.