Le ore lunghe. 1914 - 1917
- Autore: Colette
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2013
“Ore lunghe queste? Forse, forse a causa dell’impazienza di arrivare, ma ore piene, riempite, inquiete, illuminate dal lampo boreale di una cannonata incessante, un chiarore rosa che ansima rasente all’orizzonte, a nord – est.”
È l’alba invernale di un giorno di gennaio del 1915, la cronista/scrittrice Sidonie – Gabrielle Colette (1873 - 1954), più conosciuta con il nome di Colette è appena arrivata a Verdun sur Meuse, cittadina francese che sta per diventare scenario tragico di una delle più sanguinose battaglie della I Guerra Mondiale. Presso il fronte occidentale in questa Verdun intasata di truppe nella quale “la guerra è l’abitudine, è il cataclisma inseparabile dalla vita come il fulmine dal temporale”, la redattrice del Matin sta cercando di raggiungere suo marito il barone Henry de Jouvenel des Ursins, capo redattore dello stesso quotidiano. Sono questi i primi mesi di una guerra lunga e logorante, combattuta da opposte trincee che durerà fino al novembre 1918.
Colette, già autrice famosa ha visto entrare in guerra la Francia mentre si trovava in vacanza in Bretagna a Saint – Malo. Lì il conflitto sembrava un’eco lontanissima ma era solo un’illusione spezzata dalla voce del banditore con il tamburo, il quale alle 4 di un pomeriggio durante “una splendida luce velata di estate marina” aveva annunciato la ferale notizia. Se Saint – Malo è un sogno, “la realtà è Parigi, Parigi dove abita la metà di me stessa” gravida di agitazione, angoscia e coraggio.
Anche Colette come il resto della popolazione francese, viva, tenace, capace di rialzarsi con facilità, è coraggiosa, la scrittrice sta per compiere 43 anni, ha appena lasciato Bel – Gazou, la sua unica figlia di soli due anni, a Parigi per scrivere reportage dal fronte. Ed ella scrive, annota “non ho mai incontrato feriti nevrastenici”, gli unici tristi che la redattrice ha notato “sono quelli in salute, i passanti, i visitatori” e come i soldati feriti in questa “immobilità coatta” abbiano fretta e voglia di guarire. Negli ospedali il tempo non passa mai, riflette l’autrice di Claudine a scuola, tutti avvertono “l’austera, inesorabile lentezza della clessidra della vita”.
L’occhio acuto di Colette fa suo ciascun dettaglio, perché è dai particolari che si può cogliere l’essenza di un avvenimento, infatti, “occorre vedere e non inventare”. Puntuale ecco, quindi, la cronaca di un attacco aereo tedesco al termine del quale i bambini cercano schegge di granata all’interno di un tronco di un albero “starnazzano e scavano come polli dopo un acquazzone”.
Il volume contiene al suo interno Impressioni d’Italia, ritratti, appunti scritti su foglietti blu, pensieri dei reportage di Colette tra:
- Roma (luglio 1915)
“La città rinasce come rosata sotto un cielo quasi totalmente bianco che l’incendio superiore del sole non intacca...”
- Venezia (luglio 1915)
“L’eco magnifica dei palazzi riversa il suono verso il mare. Affacciata alla finestra dell’hotel, io cerco l’aereo nemico: è altissimo e oltrepassa uno stretto abisso blu tra due nuvole.”
- Il lago di Como (ottobre 1916)
“L’arrivo sulle rive del lago è accompagnato da una gioia fisica che si contiene solo per abitudine e pudore.”
Impressioni, considerazioni vivide, indimenticabili (non manca Parigi e la provincia francese), che ricordano i dipinti di Poussin, Granet o gli scritti di Goethe durante il suo Grand Tour in Italia.
Le ore lunghe. 1914 – 1917 (titolo originale del volume Les Heures Longues. 1914 – 1917 traduzione di Angelo Molica Franco) fu pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1917 dalla casa editrice Librairie Arthème Fayard, perché i reportage della cronista Sidonie Gabrielle Colette (così si firmava) non avevano passato la censura durante gli anni di guerra. Il volume, finora mai stampato in Italia, “uno sguardo inedito sulla I Guerra Mondiale” contiene pezzi memorabili scritti tra il ’14 e il ’17 dai luoghi che furono teatro di un massacro senza precedenti, inviati non solo a Le Matin ma anche a Le Flambeau, all’Excelsior e a Le Vie Parisienne. Grande fu il talento giornalistico di Colette, mito e orgoglio nazionale (prima donna nella storia della Repubblica Francese a ricevere funerali di Stato), insignita delle più importanti onorificenze: membro dell’Académie Goncourt, nonché Grand’Ufficiale della Legion d’Onore e membro onorario del National Institute of Arts and Letters.
“Non esiste al mondo uno stato a cui ci si abitua più in fretta che allo stato di guerra.”
Le ore lunghe 1914-1917
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