Le osservazioni
- Autore: Jane Harris
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2012
“Allora Bessy”, mi fece, “voglio che tu scriva qui sopra le tue azioni quotidiane e di tanto in tanto io ci darò un’occhiata”.
Ne Le Osservazioni di Jane Harris (Beat 2012) saper leggere e scrivere erano i requisiti indispensabili per essere assunta come domestica a Castle Haivers, piccola tenuta situata tra Glasgow e Edimburgo. Nella Scozia della fine del XIX Secolo, l’irriverente Bessy Bukley, sfrontata quindicenne irlandese dal fosco passato e “dai torbidi segreti” provvista di un vestito “di un giallo acceso con i bottoncini blu e i fiocchi di raso bianco sul petto”, fu assunta a servizio presso Arabella Reid, una padrona che aveva delle richieste stravaganti da fare alla sua domestica come alzarsi nel cuore della notte! “Ma un attimo, sto andando troppo in fretta. Sarà meglio cominciare dall’inizio”. Che cosa nascondeva l’ambiguo comportamento di Arabella? Perché la signora Reid desiderava che Bessy scrivesse un diario e che fine avevano fatto le precedenti giovanissime domestiche?
Tra passato e presente, tra dramma e ironia, la scrittrice irlandese nel suo primo romanzo, bestseller nel 2006, descrive un fosco quadro dell’epoca vittoriana ponendo al centro del dipinto la figura di Bessy dal linguaggio rozzo, schietto, fin troppo sboccato, piccola donna in cerca di amore e protezione che si affeziona alla sua padrona, anzi no signora. “Non devi chiamarmi padrona, Bessy”. Con stupore e meraviglia Bessy di nascosto scoprì che Arabella stava scrivendo un libro intitolato Le Osservazioni sui costumi e la natura della servitù nel nostro tempo, una sorta di saggio “completo di dettagli relativi a casi particolari” come le annotazioni scrupolose su Nora (“è con noi da cinque giorni e ha dimostrato di saper svolgere ogni compito con garbo ed efficienza”) o su Morag (“... sembra propensa a una certa caparbietà...”). Per Arabella Bessy era “un caso alquanto singolare di una povera prostituta”. I sogni di Bessy di poter lavorare per una famiglia importante erano svaniti all’improvviso dopo aver letto quello che la signora Reid pensava di lei.
“Al lettore chiedo soltanto questo, di immaginare il gelido senso di angoscia che mi scivolò fin dentro le ossa mentre, da sola in camera della padrona, leggevo quello che aveva scritto su di me”
Narrato in prima persona, solo al termine del romanzo il lettore saprà perché Bessy stava scrivendo le sue memorie. Il libro include molte tematiche importanti: la condizione della donna nell’Inghilterra della Regina Vittoria, il maschilismo più sfrenato e l’ipocrisia della società britannica dell’Ottocento. Non raccontiamo altro perché le vicende del romanzo vanno gustate piano piano, così come le svela la voce di Bessy a volte sopra le righe ma sempre deliziosamente autentica.
“Insomma ero lì con due penne, le mie due tettine, Charles Dickens, due fette di pane e un quaderno vuoto, alla fine della mia prima giornata in mezzo al nulla”.
Le osservazioni
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