Le parole per dirlo
- Autore: Marie Cardinal
- Casa editrice: Bompiani
Chi era Marie Cardinal? Nata ad Algeri, la scrittrice proveniva da una famiglia altoborghese, una madre cattolica e piena di pregiudizi che non accetta l’amore della figlia e un padre tenuto a distanza a causa di una tubercolosi. Cardinal ha scritto moltissimo, nonostante la sua malattia psicologica, che lei chiamava la Cosa: intere giornate chiusa in casa e, nonostante madre di tre figli, arriva ad una sorta di malattia autodistruttiva che lei cura con la psicoanalisi.
“Le parole per dirlo” è un romanzo autobiografico in cui Marie Cardinal parla della sua malattia: costretta in casa, senza poter mai uscire fino all’età di trenta anni, quasi tutti passati in bagno a causa di emorragie improvvise e copiose che le rendono la vita assolutamente invalidante. Tremori, ansie devastanti, una vita assolutamente impossibile senza trovare un minimo aiuto dalla famiglia: la madre, ossessionata dalla vita sociale di una donna ricca, cattolica e piena di ossessioni cattoliche e un padre assente e malato.
Non c’è scampo fino a quando la donna non decide di sottoporsi alla psicoanalisi tre volte alla settimana.
Lei muta e distante, inizia a parlare a raffica:
“Avevo paura della morte, ma
anche della vita, perché essa genera la morte. Avevo paura del mondo esterno, ma anche
di quello interno. Avevo paura degli altri, e avevo paura di me stessa perché mi sentivo
un’altra. Avevo paura, paura, paura, PAURA, PAURA. Nient’altro”.
La psicoanalisi la aiuta. A Marie non si offrono allora che due angosciose e spaventose possibilità: l’ospedale psichiatrico o il suicidio.
Il dottore l’accoglie, come abbiamo detto, tre volte la settimana, un ometto bruno, vestito con cura. La donna scrive:
“Per la prima volta da tanto tempo qualcuno mi parlava come se fossi una persona normale. E, per la prima volta da tanto tempo, mi comportavo come una persona capace di assumersi le proprie responsabilità".
L’analisi dura sette anni: Marie esce dalla sua "Cosa", le emorragie di natura psicosomatica e la voglia di morire. Una donna nuova ormai conscia del potere che la madre ha avuto su di lei, una donna algida che non voleva figli. Chiama la bambina pidocchiona, pasticciona, farfugliona.
Ma l’ossessione della madre si stempera e Marie si congeda con le parole:
"Ti ho tirata fuori, vecchia mia, ti ho tirata fuori! Tutto ciò aveva qualcosa di
miracoloso, di fiabesco, di magico. La mia vita era completamente trasformata. Non
solo avevo scoperto come esprimermi, ma avevo trovato da sola la strada che mi
portava lontana dalla mia famiglia, dal mio ambiente, e mi permetteva di costruirmi un
universo finalmente mio."
Un libro bellissimo, da leggere assolutamente.
Le parole per dirlo
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Io l’ho trovato sconvolgente.
Mi sono trovata nelle pagine del libro. Inoltre, ho la mia madre era un’insegnante di francese, sempre malata di mente ....
Marie Cardinal, una personalità forte!
Letto all’età di 20 anni,riletto a 40 anni e riletto a 58 anni.Ogni volta aggiunti tanti tasselli di vita e capito varie dinamiche e stati emozionali.Unico.Duro,fobico,doloroso Ma mai banale.Geniale