Le perfezioni
- Autore: Vincenzo Latronico
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2022
Tra i candidati al Premio Strega 2023 c’è anche Vincenzo Latronico con il suo nuovo romanzo Le perfezioni, edito da Bompiani.
Anna e Tom erano dei creativi. Il termine sembrava vago e urticante anche a loro. I loro titoli professionali variano, ma anche in patria sarebbero stati in inglese - web developer, graphic designer, online brand strategist. Quello che creavano erano differenze.
Il focus è sulla perfezione della vita di una coppia di creativi del web che però nasconde al suo interno tante insidie e non poche sorprese.
Trasferitisi a Berlino alla ricerca di un mondo più calato nella loro dimensione di personalità "anticonvenzionali", Anna e Tom sono amanti dei social network, ma non per conformarsi alla massa. Ad esempio dicono sì alle piante in casa e agli utensili da cucina di un certo livello, ma non per sfoggiarne la marca più costosa, li acquistano solo perché effettivamente desiderano possederli e utilizzarli per cucinare cibi semplici e buoni.
Quale città meglio di Berlino, allora, in cui trasferirsi per catapultarsi in un ambiente dinamico?
A Berlino si condividono appartamenti con giovani provenienti un po’ da tutta Europa che non conoscono una parola di tedesco e biascicano a stento l’inglese, ma inseguono quello stesso “sogno” di vivere una vita emozionante, la stessa desiderata dai due protagonisti.
La scelta di Anna e Tom pare strana e troppo pericolosa, priva di senso perfino per le rispettive famiglie che erano cresciute in un’epoca in cui si ricercava solo un lavoro stabile, che desse garanzie a lungo termine e dove i soldi risparmiati servivano per accendere un mutuo e non per vagare da una parte all’altra dell’Europa inseguendo cambiamenti ancora non tangibili.
A dispetto di tutto e tutti Anna e Tom partono. E il loro è il racconto di una coppia reale, moderna che insegue e realizza quel “sogno” in cui tanto crede e che desidera vivere, anche se questo significa condividere letti e subaffittare locali in una terra straniera che ancora guarda, lavorativamente parlando, con sospetto chi come loro non è tedesco. Eppure loro ci riescono, è una storia di vittoria quella di Anna e Tom perché non illude il lettore che in un Paese diverso dall’Italia ci siano solo vantaggi, ma dimostra come sia possibile navigare tra i "bassi" per scoprire e apprezzarne ogni momento sino a quando gli "alti" saranno tornati.
Era come attraversare il mercato di strada più caotico al mondo sotto cocaina. Era come fare zapping su una parete intera di televisori sintonizzati su canali diversi. Era come entrare in comunione telepatica coi pensieri di uno stadio gremito di gente. Non era come nient’altro, in realtà, perché era qualcosa di nuovo.
I due protagonisti sono abituati a lavorare dalla loro postazione casalinga in mezzo alle piante del soggiorno, ritagliandosi spazio un po’ sul tavolo, un po’ sul divano, con una tazza ricolma di tisana al finocchietto o con una birra tedesca in mano e la pagina social sempre aperta. Internet e i social sono cresciuti con loro, hanno circondato le loro esistenze e lentamente hanno donato loro la chiave per costruirsi un lavoro e un successo che potesse accogliere senza snaturare il loro carattere.
Sono cresciuti a contatto con quei social che dapprima permettevano solo di restare in contatto con gli amici del liceo, poi di condividere foto e storie, mettere “mi piace” e infine poter rispondere a messaggi con foto e immagini di ogni genere.
E così quegli stessi social che prima usavano per guardare le vite di conoscenti, sono diventati un mezzo attraverso cui lavorare, trovare clienti, cercare un alloggio e conoscere nuova gente in ogni angolo del globo e restare informati sulle notizie di casa - dove casa è il Paese di origine - o su temi da cui far scaturire conversazioni interessanti nel circolo di amicizie.
Per questo assiduo utilizzo dei social, esservi calati dentro, Anna e Tom mai hanno pensato di poterli abbandonare: una vita fuori da quella realtà non era concepibile perché era da lì che circolavano quelle idee da cui potevano attingere per svolgere il loro lavoro.
Ed è sempre grazie ai social che riescono a mettersi al servizio della comunità quando l’emergenza dei migranti si affaccia anche nell’interculturale Berlino e loro possono finalmente aiutare e non restare lontani, chiusi in un mondo ormai inesistente, credendo di poter continuare a non accorgersene.
I cambiamenti arrivano anche nella loro cerchia: le amicizie spariscono, gli affitti crescono, arrivano giovani dagli Stati Uniti e non più solo dalla Francia o dalla Polonia, l’inglese diventa una lingua ufficiale che è importante conoscere per svolgere tutte le azioni possibili, se proprio non si conosce il tedesco.
E così quella vita che fino ad allora calzava su di loro a perfezione inizia a essergli stretta ed è il segnale per accettare un lavoro all’estero, ripartire. Vagare nuovamente come avevano pensato di fare in passato, essere nomadi digitali - anche se quella è una definizione che dà parecchio fastidio ai protagonisti.
Lasciare Berlino diventa l’opportunità per poter visitare Lisbona e la Sicilia, riprendere a provare quelle emozioni di lavoratori expat tipica della loro giovinezza, anche se di anni ormai ne sono passati molti. Ma il mondo è cambiato, si rinnova, evolve e non è sempre così facile accettare di “essere diversi”, di appartenere a una generazione che ha vissuto le proprie grandi occasioni in tempi precedenti e ora si domanda se potrà risentirsi ancora così bene in un posto diverso da quello dove aveva progettato di stare per tutta la vita.
Ma non si illudevano che quei contatti si trasformassero in qualcosa che, in fondo, forse non interessava neppure a loro. Ma cosa gli interessava?
Vincenzo Latronico non imbastisce una storia irreale, ma innesta attorno a due protagonisti una fitta rete in cui il lettore può facilmente ritrovarsi perché realistica, vera, vivida.
Il linguaggio scorrevole e ritmico, una costruzione delle frasi dinamica aiuta a sentire quel turbinio di emozioni che spiega e catapulta nel dinamismo di una vita in continuo movimento.
La storia si staglia nel corso di diversi anni accarezzando non solo il mondo che cambia, muta diventando una versione sempre più globalizzata, più frenetica e caotica di quanto non fosse qualche mese prima; ma cambiano anche le persone.
Le vite di tutti subiscono variazioni, mutamenti che a volte sono rilevanti e generano progetti che vanno in porto, che disegnano un futuro ancora più fiorente; mentre altre semplicemente qualcosa non va per il verso giusto e si finisce con l’amaro in bocca a domandarsi quanto è stato necessario questo colpo di scena per il formarsi della propria personalità, del proprio futuro.
Quella qui raccontata è un’esistenza tutt’altro che perfetta, quanto più un susseguirsi di imperfezioni che, unendosi, creano un miscuglio apparentemente ordinato e perfetto agli occhi degli altri. Agli occhi di chi desidera credere che esista davvero un posto in questo mondo che sia, semplicemente, “perfetto”.
È tutto davvero perfetto, dirà la story a corredo. È proprio come nelle immagini
È la consapevolezza di aver appena letto qualcosa di così vicino alla propria esperienza, di perfettamente condivisibile ad amplificare il potere emozionale ed evocativo di questo romanzo.
Non si empatizza con i protagonisti de Le perfezioni per qualcosa che è accaduto loro, ma perché si è consapevoli che quanto è raccontato in queste pagine lo potrebbe vivere chiunque di noi.
Le perfezioni
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Un libro perfetto per...
A chi si domanda come sia la vita perfetta raccontata nei profili social di chi si è trasferito in Erasmus o all’estero per lavoro o per amore. A chi si chiede quale sia l’impatto di internet e dei social sulla nostra percezione della vita.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le perfezioni
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