Le persecuzioni contro i cristiani nell’Impero romano. Approccio critico
- Autore: Raúl Gonzales Salinero
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Graphe.it edizioni
- Anno di pubblicazione: 2024
I secolo dopo Cristo, la Chiesa cattolica nasce dalla Croce sul Golgota e si rafforza col sacrificio dei primi fedeli, sanguinosamente perseguitati nella Roma pagana.
In Occidente siamo stati un po’ tutti impressionati fin da piccoli dal racconto del “martiriologio”, dall’agiografia dei martiri, dalle rappresentazioni artistiche ispirate da quegli eventi, dalle pagine scioccanti di Quo Vadis? del Nobel Sinkiewicz.
Crocifissioni in pubblico, donne vecchi e bambini sbranati dalle belve nelle arene, supplizi nei circhi davanti alle folle, roghi, torce umane, riunioni clandestine e riti nelle catacombe. Tanto è stato orrore autentico, parecchio sconfina nella leggenda.
Per un quadro storico oggettivo di quel periodo, possiamo fare riferimento a questo studio del prof. Raúl Gonzales Salinero, pubblicato a gennaio da Graphe.it Edizioni. Le persecuzioni contro i cristiani nell’Impero romano. Approccio critico (Perugia, 2024, collana “Techne” serie Minor, 170 pagine) è la seconda edizione della ricerca.
Nel rivederla, rispetto alla prima italiana del 2009, lo specialista di rapporti giudaico-cristiani è tornato ad affrontare il tema in una prospettiva strettamente scientifica, continuando a tenersi a distanza tanto dal compassionevole che dal celebrativo: non commisera né rivendica. Il testo, tradotto da Roberto Russo (la versione originale spagnola risale al 2005), si avvale della revisione di Alina Binaghi e Massimiliano Pagani.
Laureato dal 1993 nell’Università di Salamanca, Raúl Gonzales Salinero insegna nel Dipartimento di Storia antica della UNED di Madrid. Ha tenuto insegnamenti presso le Università di Parma, Bari, Cambridge e Parigi IV-Sorbonne.
Numerose le pubblicazioni, nel campo di ricerca dei conflitti ideologici, sociali e religiosi della tarda antichità.
In una nota iniziale, spiega che dopo quindici anni e con la prima edizione italiana ormai fuori catalogo, ha colto l’opportunità di pubblicare una seconda edizione, con l’aggiunta di alcuni testi supplementari e con l’aggiornamento della bibliografia finale. Non rinunciando all’intento di proporre una sintesi accessibile al pubblico interessato alle origini del Cristianesimo e allo sviluppo storico dell’Impero romano, ha voluto rivolgere una particolare attenzione critica alla letteratura scientifica più recente, per un primo approccio alla ricerca sull’argomento.
Si diceva, quindi, che tanto si è detto sulle persecuzioni dei cristiani, narrato, riprodotto, dipinto, perfino drammatizzato, filmato e sceneggiato. Da Nerone all’Editto di Milano del 313 e quindi dalla metà avanzata del I secolo ai primi anni del IV, l’assoluto divieto di professare la religione del crocifisso in Giudea veniva punito con la morte e le autorità ricorrevano a crudeli torture pubbliche per indurre i fedeli ad abiurare quel credo proibito.
Le persecuzioni hanno costituito un solido fondamento della fede e il racconto apologetico di quei duecentocinquant’anni di sangue è sempre stato appannaggio della Chiesa. La santificazione della testimonianza di una fede incrollabile a costo della vita ha radicato stereotipi inamovibili nell’immaginario collettivo, a cominciare dalla distinzione netta tra buoni e cattivi, tra vittime (i martiri cristiani) e carnefici (i romani pagani).
Siamo stati educati a credere che il paganesimo imperiale, fanatico e intollerante, perseguitasse a morte quanti si fossero convertiti a una religione fondata sull’amore universale, temendone il messaggio eversivo di pace e fratellanza tra le genti.
Una semplificazione manichea questa, confutata dalla ricerca storica.
Tradisce innanzitutto l’indulgenza, l’apertura e la tolleranza intrinseche nel diritto romano e nella filosofia politeista. È inoltre innegabile che dal 313, dopo l’Editto costantiniano, una volta liberalizzata la religione e preso il sopravvento i cristiani abbiano espresso a loro volta un’intolleranza insopprimibile, dandosi presto a persecuzioni sanguinarie contro pagani, idolatri, ebrei deicidi, cibi e poi eretici, musulmani, streghe. Nel 415, la matematica e filosofa Ipazia di Alessandria venne linciata da una folla di cristiani, in Egitto, per sopprimere la sua libertà di pensiero.
Sicché: perseguitati pronti a scambiare il ruolo con i persecutori. Indiscutibilmente - fa notare nella prefazione il prof. Mauro Pesce, già ordinario di storia del Cristianesimo nell’Ateneo bolognese - le persecuzioni hanno un enorme significato storico, sono tutt’altro che episodi secondari, come vorrebbe la tendenza negazionista “strisciante” di alcuni studiosi. Prima del IV secolo i cristiani ne hanno subìto diverse e violente, ma quelle messe in atto a loro volta contro ebrei e pagani sono un fatto ugualmente incontestabile. Per questo, aggiunge Pesce, il libro di González Salinero fa piena luce su tutta la questione in modo sintetico e chiaro, senza alcun cedimento, apologetico o negazionista, sviluppando in tre capitoli la discussione scientifica sui principali aspetti: cause delle persecuzioni, base giuridica e storia.
Volendo trarre una sintesi dalla sintesi, possiamo azzardare, d’intesa con l’autore.
Salinero e la storiografia più recente, che possono ridursi considerevolmente i grandi numeri di martiri cristiani sacrificati, contati dalla Chiesa.
Mondata dalla natura apocrifa degli Atti dei martiri e dalle esagerazioni dei primi autori, la cifra delle vittime cristiane si calcola in tremila (millecinquecento, conta qualcuno), per tutti e tre i secoli delle persecuzioni, secondo le ricerche più serie e non contestate.
Comunque siano andate le cose, è innegabile che le persecuzioni sostennero in modo determinante la forza espansiva della religione cristiana nei primi secoli. Paradossalmente, contribuirono a dare un impulso decisivo all’organizzazione e al consolidamento della Chiesa.
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