Le pianure
- Autore: Federico Falco
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Edizioni SUR
- Anno di pubblicazione: 2022
“Come scrivere tra le macerie, in mezzo al fango e alle pozzanghere, raccogliendo qua e là i relitti bagnati di quella che era stata una vita, di quella che era stata una casa? Come scrivere una storia tra le macerie di una storia?”
La fine di un amore, l’elaborazione del dolore, la costruzione di una nuova vita, la ricerca delle parole giuste per descrivere quello che si prova.
Dividendo la narrazione secondo le stagioni e i mesi dell’anno, Federico, il protagonista di Le pianure (SUR, 2022, traduzione di Maria Nicola), racconta “il tempo di una vita come un disegno che lentamente, giorno per giorno, prende forma su un foglio bianco”.
Ambientato a Zapiola, “uno di quei paesi che non sono mai riusciti a esistere davvero”, luogo all’apparenza inospitale, il romanzo dello scrittore argentino Federico Falco si muove attorno a quel mantra contemporaneo e nevrotico per cui il fare e l’essere produttivi a ogni costo appare come la soluzione al tedio delle giornate che scorrono.
La stagione dell’amore, la primavera, ha fatto posto all’estate, arida e senza acqua. Federico si è lasciato con Ciro, e per trovare conforto si trasferisce nella pampa argentina. Ritrovarsi improvvisamente soli tuttavia spaventa, il tempo sembra non scorrere mai. Come anestetizzare le ferite di un amore forte bruciatosi troppo velocemente. Come verbalizzare il dolore, come “nominare tutti gli anni in cui siamo stati in due”? Come imparare a stare bene con sé stessi?
La risposta è quanto mai laconica: “Tutto si risolve nel fare”. Fare per non pensare. L’espressione all’apparenza contraddittoria, si rivela sconvolgente per la capacità di trasformare il mito della produttività in un canto allo scorrere lento del tempo.
Imparare il tempo lento delle cose che crescono.
Sporcarsi le mani, creare un orto, riscoprire le proprie radici sono un modo per affrontare l’inverno freddo, per attraversare il disamore ed elaborare il dolore.
Seguendo da vicino la natura che va in letargo e poi rinasce, che fa il suo corso e cresce selvaggia, Federico intraprende un percorso di rinascita personale che si riflette nei cambiamenti del paesaggio: “Il paesaggio come specchio. Nel male e nel bene”. Un’elaborazione dei sentimenti che scorre lenta, immersa in un paesaggio che diventa il riflesso di un percorso di crescita interiore descritto con parole di rara poesia. Una natura che insegna perciò a rallentare, a darsi tempo, ad avere pazienza, a ricordare a ciascuno di noi che, nel dolore e nella felicità, c’è:
Un tempo per ogni cosa, un tempo per la semina. Un tempo per il raccolto. Un tempo per la pioviggine. Un tempo per la siccità. Un tempo per imparare ad aspettare che passi il tempo.
Attraverso una scrittura impressionistica e di rara qualità e precisione, utilizzando la parola in modo puntuale, l’immaginario infinito della pampa argentina diventa un locus amoenus di speranza e di rinascita. Uno scenario in cui è finalmente possibile “raccontarsi una storia per cercare di trovare pace”.
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