Le querce non fanno limoni
- Autore: Cosimo Calamini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2010
Montechiasso è un luogo che non esiste, ma poco importa. Potrebbe trattarsi di uno qualsiasi di quei piccolissimi borghi che ornano la bella campagna toscana, luoghi dove sembra che il tempo si sia fermato al secolo scorso, dove la vita scorre lenta, indolente, tranquilla e arroccata sulla mentalità e sui comportamenti propri di due generazioni fa. In questo senso il nome scelto, con quel "chiasso" che richiama alla mente scenari molto più caotici, sembrerebbe non molto pertinente: ma, proprio in queste realtà così inerti e chiuse, basta una piccola scintilla per accendere una pericolosa miccia.
Al suo secondo lavoro letterario, Cosimo Calamini scrive un racconto di paese a tinte pastello, ma striato di toni violenti, utilizzando una situazione niente affatto rara al giorno d’oggi: la necessità di convivere con realtà e culture diverse dalla nostra, che tanto più ci fanno paura quanto meno le conosciamo. Davanti a queste situazioni, inutile illudersi, come fanno molti dei protagonisti del romanzo, di essere "moderati": non ci sono vie di mezzo. O si tende la mano e si accetta la diversità dell’altro quale complemento e arricchimento della propria vita, o ci si barrica, terrorizzati, pronti a difendere con ogni mezzo il proprio "orticello". Dalla chiusura, però, non nascono che disgrazie.
Tutto ha inizio con l’annuncio di un progetto che prevede la costruzione di una moschea in un parco presso Giomelle, frazione di Montechiasso. Annuncio che sconvolge la comunità: fino a che i musulmani si limitavano a fare gli "ospiti", stando dal loro lato e portando avanti i loro comuni lavori, nessuno aveva storto il naso più di tanto, mentre la costruzione di un vero e proprio luogo di culto dedicato a loro porta scompiglio fra i paesani. I più moderati sostengono di non avere niente contro la moschea, ma di non volere che il parco venga deturpato; altri si lasciano andare a veri e propri insulti e perfino gesti offensivi. La paura si fa strada, e parole come "terroristi", "bombe" e "attentati" vengono ripetute sempre più spesso. Tocca ad Attilio farsi promotore di un vero e proprio movimento politico finalizzato a contrastare la costruzione: Attilio, che è stato un cantante beat, che voleva cambiare il mondo, e adesso si fa portavoce della reazione. Suo antagonista è il sindaco entrante Bardelli, con il quale Attilio ha una ruggine di vecchissima data. Bardelli si fa paladino della tolleranza e dell’integrazione, ma viene accusato dagli avversari di avere, in realtà, scopi molto più materiali. Da civica, la lotta si fa politica, e Attilio, preso nel vortice delle elezioni, a malapena si accorge della crisi di mezza età della moglie Anita e della relazione che la figlia Sara ha con Averroè, il figlio dell’imam. Ma, man mano che i contrasti si inaspriscono, Attilio, pur continuando a lasciarsi trascinare dagli eventi e dalle aspettative che molti hanno su di lui, vacilla e si chiede se il Bardelli non abbia un minimo di ragione. Purtroppo, mancherà il tempo per riflettere prima che un animo particolarmente fragile si infiammi all’eccesso, e, posseduto dalla paura di perdere il proprio piccolo mondo felice, arrivi a portare la lotta alle sue estreme conseguenze.
Un racconto semplice con un finale che lascia l’amaro in bocca, ma concede una speranza. Scritto al presente, con estrema linearità, sembra la narrazione che un anziano parente potrebbe regalarci davanti a un focolare, ma è vivo di insegnamenti e riflessioni da non sottovalutare.
Le querce non fanno limoni
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