Alla fiera della piccola e media editoria Più libri più liberi uno degli interventi della giornata, organizzato dal festival inQuiete, Festival di scrittrici a Roma, è "Made in Italy. Il successo delle scrittrici italiane al di là dei confini”. Un incontro di un’ora in cui le scrittrici italiane Igiaba Scego e Francesca Melandri raccontano le loro esperienze fuori dall’Italia, dove i loro libri sono tradotti e apprezzati.
Un incontro seguito con una sala piena e un grande interesse per le esperienze, che le due scrittrici italiane hanno avuto all’estero, dove riscontrano un grande successo.
Qual è il panorama delle scrittrici italiane all’estero? Questa la domanda di base intorno a cui ruota tutta la prima parte dell’incontro. Igiaba spiega che quando ci si avvicina alla letteratura italiana all’estero ci si avvicina ai grandi classici, come Petrarca, Dante, ma anche ad un canone di scrittori uomini degli anni ‘60, ad esempio Calvino, che ha un grandissimo successo anche fuori dall’Italia. Ciò però sta pian piano cambiando e negli ultimi anni è stata Elena Ferrante, tradotta in tutto il mondo, a portare una vera e propria rivoluzione nella percezione delle scrittrici italiane all’estero. La Ferrante ha portato una nuova attenzione sullo stivale, ci sono adesso molti più scrittori che si interessano dell’argomento, molti traduttori e traduttrici che diventano poi i veri e propri promotori all’estero dello scrittore.
Altra cosa che dice di aver notato e che ha particolarmente stupito l’autrice romana è l’attenzione delle università anglofone, che studiano testi italiani, libri che in Italia non vengono invece presi in esame. All’estero c’è una grande curiosità anche nello studiare gli scrittori che hanno una doppia identità, ad esempio l’interesse per la scrittura di Igiaba è arrivato prima da altri Paesi e poi dall’Italia.
Anche Francesca Melandri ha riscontrato successo prima all’estero e poi ha ottenuto grande risonanza con il suo ultimo libro edito per Rizzoli "Sangue giusto". La scrittrice ha due punti di vista, quello da scrittrice all’estero che viene tradotta e quello della lettrice. Il suo ultimo romanzo ha avuto un grandissimo successo all’estero, molto più di “Eva dorme” che aveva portato la scrittrice a girare il mondo per le presentazioni. Ciò che la colpiva sempre molto è il fatto che ad esempio in Francia i suoi romanzi vengono poco di più che in Italia, ma hanno una percezione diversa dell’autrice e dei suoi scritti. Lo status culturale di un’autrice in Italia spesso viene dato per scontato e spesso, anche se all’estero queste autrici vendono molto, in Italia sono sempre considerate meno autorevoli rispetto agli uomini.
Ad esempio per Elena Ferrante si è molto parlato di chi sia e non così tanto di cosa avesse prodotto; nelle recensioni di uomini poco si dice della vita privata, mentre diversamente per le donne si cerca sempre di dare una personalizzazione maggiore.
Altro elemento che nota la Melandri è il sistema dell’editoria in Italia che non premia la scoperta e spesso sembra contare molto di più chi sei che ciò che alla fine hai scritto. Altro elemento problematico che la scrittrice mette in luce nel nostro Paese è il tipo di distribuzione, che risulta sempre molto complesso, che porta i librai ad essere molto vincolati a case editrici grandi. Ci racconta che in Germania ad esempio il suo testo è pubblicato con una casa editrice piccola, ma comunque il suo libro ha avuto una grande risonanza, vincendo anche il premio dei librai indipendenti. In altri Paesi infatti è possibile emergere anche passando per case editrici piccole. Altro grave problema dell’Italia è che non ci sono, a parte le interviste che fa Fazio, programmi televisivi dedicati alla letteratura, mentre in Francia e in Germania ci sono e sono spazi che hanno un pubblico di milioni di persone, con 15 minuti per la presentazione del libro.
Il mondo culturale italiano guarda poco a ciò che succede fuori e quindi torna poco indietro, risulta difficile che facendo successo fuori con un libro italiano, poi si riesca a tornare indietro in Italia facendo successo. Ovviamente casi eclatanti come quello della Ferrante sono eccezioni, dal momento che non era possibile ignorare le recensioni dei grandi giornali americani.
Si continua parlando della percezione che all’estero si ha degli italiani, della simpatia che molti nutrono per il nostro Paese, ma che in molti casi si traduce in una percezione di cialtroneria. La figura stereotipata però si sta pian piano perdendo, con gli ultimi avvicendamenti politici gli italiani diventano fonte di preoccupazione.
Le due scrittrici sono ambasciatrici del nostro Paese in giro per il mondo, dove portano la nostra cultura e soprattutto i loro libri, tradotti in moltissime lingue e apprezzati in tutta Europa.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le scrittrici italiane all’estero: Igiaba Scego e Francesca Melandri a Più libri più liberi
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